Di Luca Giordano
Nicolò Fagioli, giovane centrocampista della Juventus, nonché una delle maggiori promesse del calcio italiano, è stato indagato dalla procura della repubblica di Torino per aver scommesso su piattaforme illegali.
Aldilà dello scalpore mediatico che questa notizia ha suscitato, in pochi si sono chiesti perché un ragazzo di ventidue anni con una carriera calcistica professionistica già avviata, debba mandare tutto in vacca rischiando una pesante squalifica per giocare e guadagnare dei soldi che lui già percepisce in maniera proficua grazie a due calci al pallone.
In Italia, la ludopatia è una malattia ancora troppo poco riconosciuta. Infatti, secondo l’Associazione Nazionale contro il Gioco d’Azzardo, sono un milione e trecentomila gli italiani malati di ludopatia e solo dodicimila sono in cura. Certamente per lo stato italiano i giochi di cui ha il monopolio rappresentano una delle entrate più fruttuose con oltre cento miliardi l’anno e che per questo non incentiva gli organi competenti ad iniziare vere campagne contro il gioco d’azzardo che nei giovanissimi (anche minori) è dilagante.
Fagioli è solo la punta di un iceberg carico di un’enormità di soggetti intrappolati nella ragnatela del gioco dove il delinquere per poter tornare a galla è all’ordine del giorno.