Di Vittorio Venditti
Quando Si Sottovaluta Una Malattia
Oggi per l’ennesima volta ricorre un anniversario che ha cambiato il mondo in peggio per tutti: la scoperta dell’America.
Da quel giorno del millequattrocentonovantadue, pian piano in tanti (quelli che qui non avrebbero comunque attecchito seriamente) hanno lasciata la vecchia Europa che evidentemente ha poco considerati questi soggetti (soprattutto se emigrati verso centro e sud di quel continente) e dopo che gli stessi trasferiti al nord di quelle terre, confinati e sterminati i nativi, hanno combinato di tutto di più (una delle cose principali è stata la tratta degli africani, prima voluti, poi schifati), sempre la discendenza di questi europei in diaspora, è tornata da dov’era partita e come può, impone la sua ‘democrazia’ basata sul ‘dico io cosa si fa’.
Oggi è una giornata infausta, ma quando chi scrive aveva ancora la facoltà di scherzare, la stessa disgrazia è stata ricordata come cliccabile qui, momento già brutto, ma ancora possibile da curare perché il cancro allo stato terminale nel quale è giunta la terra, oggi fa pensare solo alla fine e sicuramente non ad una valida e seria speranza di vita futura.
Ad Maiora.