Di Ouday Ramadan
IL PUNTO
Quello che sta accadendo a Gaza è il risultato naturale di una delle più lunghe occupazioni che la storia abbia mai conosciuto. Nel millenovecentosessantasette, Israele ha occupate Gerusalemme, la West Bank (meglio conosciuta come Cisgiordania), Gaza e le alture del Golan Siriano; i governi israeliani che si sono succeduti, hanno trasformato questa lunga occupazione che dura da cinquantasei anni in uno dei regimi di Apartheid razziale peggiore pure di quello sudafricano.
Leggendo la realtà palestinese, vediamo che è divisa in due anime: una è l’OLP, ovvero l’Autorità Palestinese, l’altra sono i Movimenti di Resistenza anti israeliana che vanno dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, passando per la Jihad Islamica ed arrivando a quello più famoso: ovvero Hamas. I primi hanno riconosciuto lo Stato Israeliano sin dal 1990, mentre gli altri rifiutano tutt’ora d’arrivare a questa conclusione. Nonostante il riconoscimento dello Stato Israeliano dalle autorità palestinesi, queste ultime non sono riuscite ad ottenere alcun diritto da parte di Israele, basti pensare che dal duemilaquattordici alla data odierna con arroganza gli israeliani non si sono mai presentati per concludere le cosiddette “trattative di pace”.
Ciò che abbiamo visto in questi giorni è una reazione palestinese ad un’azione terroristica dei coloni israeliani che calpestano i primi tenendoli segregati nel più grande campo di concentramento a cielo aperto denominato Gaza, un’area larga venti chilometri e lunga dieci, dove vengono stipati oltre due milioni di palestinesi privati di ogni diritto, dove la disoccupazione è all’ottanta per cento, dove la miseria regna sovrana e soprattutto dove oltre il cinquantatré per cento della popolazione è composto da bambini che non hanno ancora raggiunto la maggiore età.
Gli israeliani continuano a calpestare i luoghi sacri islamici e cristiani fregandosene dei richiami della Comunità Internazionale senza mai essere redarguiti da quest’ultima, tolte le oltre sessanta risoluzioni dell’ONU che condannano Israele per le barbarie condotte ai danni dei palestinesi, anche queste, inutili scartoffie palesemente ed ovviamente ignorate da chi dovrebbe prenderle in considerazione. Nel silenzio internazionale del duemilaventitré sono stati uccisi tra la West Bank e Gaza ben duecentoquarantotto palestinesi, di cui quarantacinque bambini. L’impunità di Israele è lampante per chiunque abbia occhi per vedere, basti pensare che il loro Primo Ministro Nethanyahu, recatosi di recente all’ONU, con arroganza e faccia tosta ha sbandierato la mappa geografica israeliana, dove all’interno dei propri confini rientrano la West Bank, Gaza e persino le alture del Golan: vedi sopra.
Prendendo in considerazione tutto questo, si capisce che il palestinese non ha altro mezzo per affermare la sua esistenza ed i suoi diritti se non la resistenza e quando possibile, la reazione che è terrorismo per gli avversari, azione di guerra per chi la compie (ed in tal senso si potrebbe far riferimento al cosiddetto ‘attentato di via Rasella’ a Roma, operazione che nel marzo del millenovecentoquarantaquattro ha poi dato il via come orrenda rappresaglia, alla strage delle fosse ardeatine: NDR). L’attacco condotto da Hamas in questi giorni (e preciso che chi scrive non lo sta facendo per giustificare) (quand’anche ne avrebbe il diritto: NDR), è stato condotto contro strutture militari israeliane dove all’interno vivono i soldati ed i loro familiari, fatta ovvia eccezione per il raduno musicale nel deserto, zona comunque di guerra. Il mondo occidentale in questo caso non è solo orbo, ma completamente cieco di fronte agli attacchi avvenuti e che stanno accadendo contro Gaza con Israele che rade al suolo uccidendo civili nelle proprie abitazioni. (Dov’è la differenza con chi portò buona parte del popolo ebraico alla morte meno di un secolo fa? NDR). Palestinesi come l’ISIS perché sono stati trovati bambini decapitati. Passato l’attacco dei miliziani di Hamas e giunti gli incursori israeliani, chi ci dice che una volta trovati i bambini morti e nessuno che potesse testimoniare il contrario, quelle creature non siano state sfregiate proprio da chi le ha rinvenute, magari per creare una notizia che ha il valore di un’arma che può essere peggio di un’esplosione nucleare nella mente di chi la vede o legge, senza possibilità alcuna di verificarne la veridicità? La ‘scoperta’ di millecinquecento ‘terroristi’ uccisi al confine non sembra una forma di scusante per le negligenze dell’esercito israeliano e dei servizi segreti che si vocifera tra i più potenti al mondo, ma che non sono stati in grado di bloccare sul nascere quanto oggi sta insanguinando quella parte dell’Asia minore? L’occidente come di consueto adotta due pesi e due misure, pensiamo davvero che la guerra a Gaza e ad Hamas risolverà il problema?
Ricordo a tutti che negli ultimi anni Israele ha condotto ben cinque guerre contro Hamas (una delle quali è durata cinquantuno giorni ed è stata denominata “piombo fuso”) e non è riuscita ad annientare né Hamas né la resistenza palestinese.
In questi giorni chi sbandiera lo slogan “Israele ha diritto a difendersi”, dimentica l’altra faccia della medaglia, ovvero che anche i palestinesi hanno diritto di vivere, magari dignitosamente e secondo le loro capacità.
A mio modesto parere, l’unico mezzo per fermare questa guerra è che Israele liberi i territori occupati dal 1967.