Di Vittorio Venditti
I Ciucce Ze Vattene, I Varile Ze Sfascene. Ovvero: Gli Asini S’Azzuffano, I Barili Si Sfasciano.
E’ quanto accade in una regione che se già di per sé non esiste, dà il peggio di quanto può offrire in termini di rispetto per chi la mantiene, considerando che gli sbagli che sono la normalità per dirigenti incompetenti, vengono poi ascritti a carico di chi già paga per campare questa manica di parassiti.
Non tutti gli italiani si riducono all’ultimo momento per pagare le tasse: c’è anche chi, conoscendo la falsità della pubblica amministrazione e dei leccanti che ‘privatamente’ vi gravitano attorno è previdente e ‘becca’ le fregature come quella che chi scrive, di prima mano, sta ricevendo in questi giorni e la racconta perché le informazioni devono essere genuine il più possibile. Questo è stato l’incipit della prima puntata pubblicata mercoledì scorso, in attesa del risultato che come scritto nel collegamento ipertestuale appena cliccabile, in buona sostanza si è concretizzato l’altra mattina. Prima però, chi propone questo resoconto per l’appunto patito di prima mano ha voluto farsi del male in considerazione della validità del proverbio che mette nero su bianco che ‘chi prima paga è mal servito’, dando ragione a coloro che ingrossano le file negli uffici l’ultimo giorno utile per versare quanto dovuto, magari con la speranza di non effettuare tali ‘dazioni’. Infatti, pur di poter arrivare a testa alta presso chi si doveva virtualmente incontrare, il vostro cronista è stato al gioco ed ha sborsata la somma di ventisei euro e novantatré centesimi (più l’euro e cinquanta di commissione) che il sistema chiedeva per assolvere al pagamento del tributo protagonista di questa saga. Va da sé che prima di pagare, l’impavido sperimentatore ha provate ben cinque strade per capire se il problema del pagare la tassa per l’intero anno futuro potesse venir aggirato, situazione non risolta.
Lunedì nove ottobre duemilaventitré, ore… nove e quarantuno antimeridiane. – Con quattro minuti d’anticipo sull’appuntamento, cosa già di per sé preoccupante, arriva la chiamata dell’addetta di ‘Municipia’ che in maniera a dir poco professionale, si mette a disposizione di chi proponendo il quesito, si sente rispondere che “Noi non ne sappiamo niente- che ci state a fare – perché probabilmente è colpa dell’ACI alla quale lei si è rivolto…”, ente del quale di seguito e con l’opportuno, quanto massonico omissis, si espone in maniera cliccabile il calcolo che non prevede in alcun modo alternative. In buona sostanza, chi ha telefonato al sottoscritto, (che ai sensi della sentenza della Corte di Cassazione n. 15627-2016 ovviamente ha registrata la conversazione che non viene pubblicata per non infierire sulla ‘croce rossa’, ma che resta agli atti per eventuali contenziosi, ha scaricata la colpa a chi non ha più il monopolio della gestione del pagamento della tassa automobilistica, ma pare che ne sia il deus ex machina. La persona corrispondente ha anche chiesto un indirizzo e-mail a chi si stava lamentando dell’imposizione di dover pagare a rate quanto si può assolvere normalmente per intero, ciò per girare l’eventuale risposta che a richiesta di Municipia, l’Automobile Club d’Italia avrà data, probabilmente come disguido superabile che se è costato all’utente (forse troppo zelante e comunque poco italiano) la ragguardevole somma di due euro e trenta tra imposta di rata (ottanta centesimi) e spesa di commissione che ammonta ad un euro e cinquanta, (poste italiane nel frattempo ha aumentato il proprio agio da un euro a un euro e cinquanta che è il cinquanta per cento in più di ricarico), al prezzo di quasi una birra persa, ha offesi i principi di chi vorrebbe pagare onestamente le tasse e per questo viene trattato da fesso, come normalmente accade nel rotto stivale.
In conclusione, il messaggio di scuse o almeno di spiegazioni, ad oggi ancora non arriva e probabilmente non verrà mai spedito. Fatto sta che se a febbraio duemilaventiquattro non verrà risolta la situazione, chi tedia gli assorti nel moli-sano torpore dal venti settembre duemiladieci in Rete, (pentendosi di non aver agito prima), prenderà ulteriori provvedimenti che non si limiteranno a resoconti sterili come quello che si sta pazientemente leggendo, ma agirà in maniera più eclatante contro coloro che difficilmente si potranno dolere del trattamento a questi ladri riservato mediante una praticamente innocua immagine emblematica presa da internet, a dimostrazione del fatto che a quanto pare è più sinceramente professionale ed onesta la Mafia che chi ritiene di aver vinto per essersi ‘liberato’ di un uomo già morto, ma secondo tanti ancora e sempre più vivo tra gli italiani, pensa di aver sconfitta.
SVEGLIA! O Sarete Svegliati… Di Soprassalto!