Di Vittorio Venditti
Eliminarle Definitivamente?
Per riprendere anche questa commemorazione, lo si fa mettendo in risalto quanto di più semplice e spesso dimenticato da chi parcheggia, nonostante tutto ancora resiste:
Il discorso è sempre lo stesso: da queste pagine se ne è parlato una prima volta nel duemilaundici, poi nel duemilatredici, nel duemiladiciassette, nel duemiladiciannove e senza rispettare le canoniche date, nel duemilaventuno anche a proposito dell’accessibilità al castello Di Capua di Gambatesa e come ultima chicca, in merito alla fruibilità del sito istituzionale del locale ‘muinicipio’, altra pluriennale battaglia che va avanti e che promette ‘bene’ per il prossimo futuro.
Tante cose nel tempo sono state fatte e dimenticate, (dal punto di vista, ‘mo’ ce vò’, del vostro cronista), a solo scopo d’esempio, quando ad inizio anni ottanta del secolo scorso i mezzi pubblici a Roma annunciavano con altoparlanti muniti di sintesi vocale che pullman stesse fermandosi per prendere i passeggeri, tante altre ‘attenzioni’ a deficitari di vario genere vengono proposte ad uso e consumo della televisione, per poi tornare a non funzionare con regolarità svizzera, sempre per esempio, il mostrare semafori che oltre ai colori, permettono l’udire di segnali di via o stop, praticamente mai notati da chi scrive, almeno da queste parti. Glissare sul non poter fruire liberamente di strade di paese anche se lo stesso è spopolato di uomini, ma pregno di ‘ricordi’ lasciati da altre specie animali per incuranza dell’intelligenza di chi si pone al di sopra di questi, è umana pietas, espressa nel giorno successivo a quello che festeggia chi, tra gli umani per l’appunto, è ricordato fra l’altro per il suo interloquire proprio con gli animali e non si sta parlando di soggetti gambatesani.
Quanto Ancora Si Dovrà Combattere Per Chiudere Per Sempre Quest’Argomento?
Quant’E’ Diversa La Situazione Attuale Da Quella Di Due Anni Fa?