Di Vittorio Venditti
Un Altro “Eroe” D’Italia?
Dopo aver fatta passare l’emozione con la quale tutti abbiamo accolto la brutta notizia che ha visto per protagonista involontario l’Uomo Vittorio Arrigoni, Da libero (anche se fino ad un certo punto) cittadino, mi permetto di analizzare questo strano modo di porre a conoscenza del mondo fatti, altrimenti impossibili da apprendere, metodo che, vista la tua innata intelligenza, sicuramente riscontrerai, sia pur in proporzione millesimale, nel mio modesto modo di scrivere.
Perché l’ho definito Uomo?
Perché, come senz’altro saprai, il Nostro amava chiudere le sue corrispondenze con la frase:
“Restiamo Umani”, http://guerrillaradio.iobloggo.com/.
In quella frase, era racchiusa tutta la sua volontà d’azione nei confronti di chi, per i potenti, conta come numero, ed a volte neppure in quel senso.
Vik, come si faceva chiamare, con il suo scrivere metteva in risalto i cosiddetti “Danni Collaterali”, fatti, in quel caso, da coloro che, a suo tempo ne avevano subiti di simili, ed ancora oggi piangono per averli ricevuti.
Come però ha ben detto un altro di questi “impiccioni”, Fausto Miroslavo, “a volte, si è troppo sicuri di sè stessi, perché si parte dal principio che se si agisce per amore di giustizia, si sta in una botte di ferro; mai cosa così sbagliata, specialmente in luoghi dove la logica occidentale viene poco considerata, se non, in molti casi, addirittura utilizzata come arma di reazione, proprio nei confronti di chi, pur volendo far del bene, viene visto come avversario, di cui servirsi come strumento di ricatto”.
(tratto dalla trasmissione “Radio Anch’io”, trasmessa da radioRaiUno, il 15 aprile 2011).
Probabilmente è stato questo il motivo principale per cui, un Uomo come Arrigoni, andato in Terra Santa per far del bene, è stato così ben “Ringraziato”.
Allora costui va considerato un Martire? Un Eroe? O cos’altro?
Da “voce fuori dal coro”, (e sò che mi attirerò l’ira del “ben pensante” di turno, o di chi si sente, quando fa comodo, vittima sacrificale predestinata), dico che Arrigoni va considerato semplicemente ciò che lui, in prima persona, si sentiva di essere:
“Un Uomo”, con i suoi pregi, (voler bene ai suoi simili, specialmente se considerati solo come numeri), ed i suoi difetti, (l’essere troppo sicuro della sua condizione).
Certo, scrivere per denunciare è cosa nobile; farlo in condizioni estreme è ancora più encomiabile, ma tutto ciò, non deve prescindere dall’aver quella “sana paura”, propria di chi, pur agendo, sa di non essere pazzo; quella “sana paura” che però, obbliga ad agire, proprio per poterla esorcizzare; quella “sana paura” che dopo la reazione più o meno composta di chi è stato oggetto del “Sovversivo Scrivere”, (reazione generalmente farcita di calunnie e tentativi di sminuire quanto scritto, magari accreditando la teoria secondo la quale, “quanto scritto non è farina proveniente dal sacco di chi farnetica”, costringe il “pazzo” che scrive a gioire per aver colpito nel segno, nella speranza, (non sempre mal riposta), che le cose cambino, magari proprio per quel “Sovversivo Scrivere”.
Questo, è lo spirito che, nel mio piccolo, tengo in massima considerazione quando mi permetto di scrivere, proponendo le mie idee, anche a costo di urtare la suscettibilità della già citata “vittima sacrificale predestinata”.
Questo, è lo spirito con cui, già memore di intimidazioni mafiose, continuo nel lanciare il mio messaggio, utile a chi, come me, vuol’emanciparsi da certi “modi di vivere”; fastidioso (di contro) per chi, per lo stato di equilibrio imposto al Prossimo, spesso con prepotenza camuffata da paternalismi, religiosi e non solo, sà che certe “denunce” sono per sè foriere di problemi seri, non ultimo, quello che ne potrebbe provocare la rottura dell’equilibrio di cui sopra, con la perdita dei privilegi acquisiti:
IL far venire a galla, senza alcun ritegno, la Verità dei fatti.
Intelligenti Pauca.
Ciao Vittorio,
Che la terra sia lieve sul riposo momentaneo del tuo corpo, e che nel frattempo la tua anima riceva il giusto premio, giusto, proprio perché magari non richiesto; che Dio Ti accolga a Braccia aperte in Paradiso.