Di Luca Giordano
Di ritorno da un breve soggiorno in una nota località del Cilento, in un nuovo resort turistico inaugurato appena un anno fa, mi sono accorto che i non deambulanti erano fortemente penalizzati. A guidarmi nelle difficolta è stato un signore napoletano in carrozzina, lui che è ingegnere edile e che tra una chiacchiera e l’altra mi ha fatto notare tutte quelle barriere che per legge non dovrebbero esserci, cosa che chi ha la fortuna di camminare non riesce a notare.
Per prima cosa il signor Armando, mi ha mostrato la sua camera che a detta della reception era stata studiata per i soggetti in carrozzina (come vuole la legge), ma che aveva un piccolo gradino per poter accedere alla doccia in autonomia e che quindi di accessibile aveva ben poco.
Poi la spiaggia in pendenza senza una rampa e una postazione dedicata alle carrozzine (rampe che per legge sarebbero obbligatorie) per cui dunque per il signor Armando fare il bagno come tutti è stato pressoché impossibile, lui che ha letto sulla pubblicità della struttura che sarebbe stata una vacanza inclusiva e soddisfacente anche per i portatori di handicap motori.
Ora, la domanda che mi son posta assieme al signor Armando è stata quella di voler sapere come i gestori del villaggio da poco inaugurato abbiano potuto ottenere le licenze da Asl e comune per poter avviare l’attività, ma forse la risposta la conosciamo già tutti.