Di Vittorio Venditti
Insopportabile, Indigeribile, Ma Somministrabile
Prendendo due piccioni con una fava, anzi tre, oggi per cambiare si accennerà svogliatamente, ma con un certo sarcasmo ad un soggetto che chi scrive non digerisce e per questo intende somministrarne il ‘contenuto’ a certi gambatesani che se invece di leggere queste pagine andassero a lavorare, rischierebbero di generare sviluppo per il borgo da sogno: intelligenti (e qui è già un azzardo) pauca.
Visti i precedenti, è chiaro quanto quest’allenatore è benvoluto presso il presente telematico.
Il vostro ne sta combinando un’altra delle sue: lui si ritiene invulnerabile e con l’aiuto della mafia del calcio, (tutto rigorosamente in minuscolo), sta tentando per inerzia di allontanarsi dai suoi impegni in nome del patriottismo di facciata.
Si deve avere una gran bella faccia per andare a cantare a casa di Enrico Caruso ovvero, come si diceva una volta a Gambatesa, ‘andare a fare le maidunate a casa del principale cantore’. Oggi c’è chi sta tentando d’imbrogliare nella terra da tutto il mondo additata come la patria dei maestri di tal arte, proprio chi di quest’arte per l’appunto è maestro con la capacità d’imporre clausole rescissorie del valore di un compenso che un ‘tifoso’ del ramo, seppur lavorante, non riuscirebbe a percepire in due vite intere.
Come finirà? La cosa interessa chi sta scrivendo, tanto quanto a costui possa fregare in genere dello sport a quei livelli, quindi, come andrà andrà, tutto scivolerà come il miglior olio lubrificante e tolto l’invito ai detrattori con l’aggiunta della ‘stima’ riposta in quel furbo, va aggiunto per chiudere che tutta questa messa in scena si risolve con una partita di giro che accontenterà ogni parte in causa, compresi coloro che idolatrano uomini e donne che oltre a non restituire tal riconoscimento nemmeno in minima percentuale, per inerzia attendono il da farsi, sicuri comunque del loro guadagno che ne risulterà, alla faccia di ogni crisi che attanaglia proprio le migliaia di componenti di quel pubblico che non si rende ancora conto di far parte dei burattini in teatro, dei quali in pochi tirano i fili a loro esclusivo piacimento.