Di Luca Giordano
La Sicilia brucia ormai da giorni con una serie di incendi che hanno messo in ginocchio gran parte dell’isola , distruggendo per sempre migliaia e migliaia di ettari di macchia mediterranea oltre a provocare ingenti danni a persone e case. I carabinieri del palermitano hanno spiegato che l’origine di questi ultimi incendi è sicuramente di natura dolosa, ma che i criminali rimarranno impuniti (anche questa volta), per assenza di prove nei loro confronti.
Caso diverso è quello ‘calabrese’, regione nella quale una trentina di droni monitorano l’ampio specchio della flora e della fauna territoriale e che come riporta la Protezione Civile regionale gli incendi sono diminuiti sensibilmente rispetto alle estati passate. Proprio ieri un piromane è stato colto sul fatto, ripreso proprio dai droni mentre appiccava un incendio ed è stato denunciato prontamente alle forze dell’ordine.
Ovviamente nelle negatività il Molise è sempre presente visto che anche nelle zone tra Termoli e Montenero, vasti incendi hanno interessate le campagne nelle quali sono stati impegnati i pochi pompieri rimasti sul nostro territorio.
Se prevenire è meglio che curare, bisognerebbe adottare il metodo calabrese che ferma l’incendiario dall’origine anche se non è ben chiaro se questi incendi dispiacciono fondamentalmente a tutti o se tal situazione a qualcuno possa giovare anche in termini lavorativi e remunerativi.