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Novantotto Anni E Non Li Dimostra

Di Vittorio Venditti
(Audio), Dall’Archivio Storico Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet Da Collaboratori Vari

E C’E’ Chi Parlava E Parla Di Pace

Il duce comanda,
Il re obbedisce,
Il papa gode,
La popolazione patisce.

Ma porco … questa commedia, quando finisce?

E’ il sunto che si potrebbe trarre e pubblicare senza aggiungere altro parlando di quanto si ricorda a chiacchiere oggi a proposito di qualcosa che non si ssarebbe dovuta più verificare e che è ancora attuale, proprio a livello mondiale, sicuramente in Europa: la guerra.

Benedetto XV

E Quello Parlava Di Pace…

Pietro Badoglio

Il ventiquattro maggio di novantotto anni or sono, tra proclami e siluramenti imposti da generali spesso felloni che hanno voluto prendere il posto di chi poi ha avuta ragione anche delle prime mancate azioni ed ha potuto proclamare la vittoria tre anni e mezzo dopo, mentre già tutt’Europa era diventata un immenso mattatoio, per non farsi guardar dietro anche l’italietta si mischiava ed oltrepassava il Piave con un esercito addestrato da un mese di mobilitazione, truppa composta da gente semianalfabeta o quasi e mal armata, ragazzi che in seicentomila non avrebbero vissuto quel seguito di scoperta dell’inganno che avrebbe portato poi all’avvento del fascismo che avrebbe dovuto rimettere ordine e lo ha fatto a suo modo, con il portare ad un altro abbisso peggio di quello del quale oggi si celebra per l’ennesima volta la memoria ed il prossimo anno o se si sarà pignoli tra due, verrà spettacolarizzato in grande stile, sempre che a quella data si riesca ad arrivare senza aver dovuto di mala voglia entrare in un’altro conflitto, tanto per ricordare che “mai più guerre!”,

Francesco I

Come Dice Questo Che Parla Di Pace…

Tornando però a quei giorni, il fomentare la carneficina per soddisfare gli interessi non sempre chiari e quasi mai leciti dei soliti noti, uno di questi, Vittorio Emanuele Orlando, nel lasciare ai posteri un suo discorso lo intercalava con il motto ripreso tre quarti di secolo dopo da altri soggetti della medesima risma, breve sintesi che è quella che segue: “Resistere, Resistere, Resistere”.

Anche allora c’era chi nel riflettere scriveva di osservare monti uccisi dalla guerra, dove non fiorivano più le rose come Oslavia e sperando che ciò facesse da monito per il futuro concludeva: “… Tra trenta, quaranta o cinquant’anni, quando le rose torneranno a fiorire ad Oslavia.” (Alice Schalek), cosa che ancora oggi non avviene. Parlando di pace?

L’uomo, uno dei pochi animali che ‘razionalmente sorride: quanti sono rotolati con il loro sorriso sul fondo della trincea nella quale stavano combattendo con l’aria di chi ha capito tutto, senza aver compreso il perché, (per ‘merito’ allora dell’iprite o del ripasso di appositi gruppi di ‘volenterosi’ che finivano chi non si fosse avvelenato, usando mazze chiodate), per qualcosa che meno di un secolo dopo si sarebbe risolta con l’eliminazione della frontiera che novantotto anni fa si è iniziata a spostare?

Spegnere il sorriso è quanto l’uomo ha saputo mettere in atto nei millenni… in nome della pace?

Lasciarsi dominare dal pensiero prima di compiere ogni azione?

“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”, (Giuseppe Ungaretti).

Quant’E’ Attuale Il Dire Di Quell’Ufficiale Inquadrato In Un Esercito Di Eroici Scalzacani?