Di Luca Giordano
Jacopo Cardillo in arte Jago, giovane scultore nato e cresciuto a Frosinone, oggi famoso in tutto il mondo per le proprie opere scolpite come facevano i maestri del passato (con martello e scalpello) in epoca odierna dove tutto è manovrato e comandato da computer.
Le sue mostre fanno registrare il pienone in ogni angolo del globo, Da Roma a Dubai per arrivare a New York, dove ha riscosso un successo incredibile il busto di Benedetto XV spogliato delle vesti da Papa (dopo la sua rinuncia) per raffigurarlo nella fragilità di un semplice uomo nudo. L’opera oggi è quotata in azioni ed ha valore pari a centinaia di milioni di euro.
Jago, fenomeno social mostra il suo lavoro utilizzando gli strumenti del passato per realizzare le proprie opere come il bimbo abbandonato lasciato in Piazza Plebiscito a Napoli nella desolazione del lockdown o del ‘Figlio Velato’ opera ispirata al famoso ‘Cristo Velato’ di Giuseppe Sammartino, scultura nella quale, partendo sempre da un grosso blocco di marmo di Carrara, il maestro fa vedere passo passo tutti i passaggi e le trasformazioni della pietra prima che diventi opera d’arte, così come ha fatto con il suo ultimo lavoro chiamato ‘La Pietà’ che è stato realizzato nell’ultimo anno,
opera realizzata (come del resto tutte) nel suo laboratorio che è la chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi nel quartiere Sanità di Napoli, luogo di culto che dopo decenni di abbandono è stato recuperato dall’artista e che oggi può riaprire al pubblico in veste di museo, ospitando permanentemente le opere di Jago.
Nei primi due giorni d’apertura, il nuovo museo ha registrato già oltre 5.000 presenze, segno che la vera arte, quella che suscita emozioni, è viva più che mai anche in tempi dove gli smartphone dominano la realtà.