Di Luca Giordano
Dopo la vittoria dello scudetto del Napoli, i media e le televisioni stanno realizzando servizi quasi in maniera ossessiva (per cavalcare il momento), sulla bellezza della città partenopea e del proprio patrimonio artistico.
Napoli vanta artisti del calibro di Totò, Eduardo De Filippo, Massimo Troisi, Pino Daniele, Sofia Loren che giustamente in questi giorni vengono omaggiati della loro ‘napoletanità’ e dei loro tanti successi ognuno nel proprio campo, dimenticando però un altro esponente della canzone popolare napoletana conosciuta in tutto il mondo come Renato Carosone.
Carosone, musicista sopraffino, trova il successo nel dopoguerra con motivi del calibro di ‘Maruzzella’, ‘O’ Sarracino’ e ‘Tu vuò fa l’americano’ che nel giro di poco tempo diventano canzoni del popolo partenopeo che trovano enorme successo anche tra i tantissimi emigranti partiti per le Americhe, brani ai quali vanno aggiunti gli innumerevoli pezzi che iniziano con il motto ‘canta Napoli’ (nelle sue tante varianti come quella in farmacia, matrimoniale e petrolifera) dove Carosone descrive la città in tutte le sue sfaccettature con un linguaggio molto pungente, una vera e propria novità per l’epoca.
Renato Carosone ha raccontato attraverso le sue canzoni di una Napoli che ricominciava a vivere dopo la seconda guerra mondiale e per questo l’artista sicuramente merita di stare tra i grandi che hanno portato lustro alla cultura della città oggi sotto i riflettori per aver avuto il suo giusto momento di riscatto e notorietà che già prima non le mancava.