Di Ouday Ramadan
L’APPENDICE O LA CAPOCCIA
Il 13 aprile 1975 il Primo Ministro Libanese, Rashid Karami, un musulmano sunnita, si dimise, a seguito delle manifestazioni di protesta in tutto il paese, dando il via alla guerra civile libanese. Avevo 9 anni e anch’io partecipai a una di queste manifestazioni, beccandomi uno schiaffone e pure un calcio di fucile in testa da un Soldato Siriano.
Le manifestazioni erano organizzate dal Movimento Nazionale Progressista che era una sorta di federazione, formata dal Partito Comunista Libanese, dall’Organizzazione del Lavoro Comunista, dal Partito Progressista Socialista del druso Jumblatt Sr, e dall’Olp di Yasser Arafat. Il Presidente Rashid Karami si rifiutò di far intervenire l’Esercito Libanese a reprimere le proteste che erano indirizzate in particolare contro i falangisti di Pierre Jemayyel e contro i liberali libanesi, entrambi al governo. Queste proteste si svolsero prima della strage commessa dai Falangisti ai danni dei palestinesi nel pulmino di Ayn Al Rumnani.
In seguito alle dimissioni del Presidente Karami, l’Esercito Libanese si spaccò e quel giorno, a Tripoli, ci fu l’assalto a una Caserma, situata a sud del ghetto alawita, confinante con la campagna a maggioranza cristiana. Contemporaneamente venne saccheggiato l’unico ambulatorio presente nel ghetto alawita, una struttura privata gestita da missionari e suore francesi. Gli assalitori provenivano dai campi limitrofi degli zingari e da quasi tutti i villaggi a maggioranza musulmana della provincia di Tripoli. L’ambulatorio si trovava in cima ad una salita. Nel saccheggio, i letti sottratti che avevano le ruote, vennero caricati di tutto quello che si riusciva a farci star sopra per venir poi spinti giù per la discesa, ma ad un certo punto le ruote si bloccavano, facendo ribaltare il lettino con tutto il suo carico e in molti casi anche il “conducente”. Io osservavo divertito la scena e ero indeciso se partecipare anch’io al saccheggio, per fare un dispetto al Soldato Siriano di cui sopra (che era intervenuto in Libano per soccorrere i cristiani assaliti, ma sotto mentite spoglie, indossando la divisa del cosiddetto Esercito di Liberazione Palestinese, filo-siriano), oppure restare a guardare come gli altri alawuiti, incapaci di intervenire, in quanto in netta minoranza e disarmati.
Qualche tempo dopo, l’Esercito Siriano riaprì l’ambulatorio, alla cui direzione fu posto un tenentino medico chirurgo, appena laureato e in servizio di leva, il quale prescriveva a tutti, come rimedio d’ogni male, di togliere l’appendice. Nell’arco di un anno, effettuò circa 500 operazioni di questo tipo. Io la scampai per un pelo: per un semplice mal di testa ho rischiato anche io di togliere l’appendice e me la cavai con una pasticca prelevata da un bussolotto enorme e data come alternativa (altrettanto “assoluta”) all’operazione.
Mi hanno raccontato (vent’anni dopo) che il tenentino è diventato primario di chirurgia in un altro ospedale privato in Siria.
Ancora oggi continuo a sostenere che è meglio il taglio dell’appendice che quello della capoccia!