Di Cesare Scalabrino
Coldiretti Molise, nel ringraziare i Carabinieri Forestali operanti in regione per la quotidiana azione a tutela del nostro territorio e per tutte le attività di indagine a salvaguardia dei consumatori e delle produzioni italiane, evidenzia l’importanza dei controlli quale fondamentale strumento per garantire l’applicazione delle normative a tutela del Made in Italy.
Dall’olio d’oliva al vino, dal grano duro al pomodoro, dai salumi ai formaggi, sono solo alcuni dei prodotti d’eccellenza della nostra Agricoltura che quotidianamente subiscono il furto di identità e conseguentemente di valore economico che può essere contrastato garantendo l’obbligo dell’etichettatura di origine sui prodotti commercializzati.
Il falso made in Italy agroalimentare nel mondo ha raggiunto, nel 2022, i 120 miliardi di euro anche sulla spinta della guerra in Ucraina che frena gli scambi commerciali con sanzioni ed embarghi, favorisce il protezionismo e moltiplica la diffusione di alimenti “taroccati” che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale. Coldiretti stima infatti che oltre due prodotti agroalimentari tricolori su tre siano falsi, ovvero senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese.
Allarme e preoccupazione vengono poi espressi da Coldiretti Molise per il continuo calo del prezzo del grano duro registrato nelle ultime settimane. “Una caduta libera impressionante e ingiustificata se non strettamente legata ad una speculazione – spiega il Direttore regionale dell’Organizzazione Aniello Ascolese -, Una tendenza al ribasso che gli agricoltori non possono assolutamente permettersi dopo il forte rincaro dei costi di produzione e la siccità dello scorso anno che hanno fatto crollare la produzione”.
A livello nazionale la speculazione in atto, a causa del conflitto ucraino, si sposta dai mercati finanziari ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori.
Anche nella nostra regione la preoccupazione è forte, fa sapere Coldiretti. Analizzando i dati riferiti al 2021 e 2022 si evidenzia infatti la seguente situazione:
Anno 2021
Superfici tot. Ha 60.900 Produzione tot. Q.li 2.184.800
Anno 2022
Superfici tot. Ha 41.500 Produzione tot. Q.li 1.368.000
“L’anomalia – spiega Aniello Ascolese – sta nel fatto che a fronte di una minore produzione di grano duro italiano 100% il prezzo dello stesso s’abbassa, mentre non sembra diminuire la produzione dei suoi derivati, a partire dalla pasta 100% made in Italy. Come può avvenire ciò?”
E pensare che l’Europa ci chiede di aumentare le produzioni, a partire dai cereali. Con quale logica, a scapito di chi? Dei produttori che secondo le regole di mercato, a fronte di maggiore produzione rischierebbero di veder ancor di più scendere i prezzi e con essi la remunerazione del proprio lavoro; senza considerare l’altro soggetto debole, ovvero il consumatore che ha dovuto subire negli ultimi tempi, vuoi per la guerra che per le conseguenti speculazioni, i rincari esagerati e non giustificati del pane e della pasta.
Per eliminare tali “incongruenze” Coldiretti è dell’avviso che occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole e settore della trasformazione industriale e artigianale con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. E’ inoltre necessario, secondo l’Organizzazione, investire per aumentare la produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane, per combattere la siccità, e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.