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L'”Avallo”

Di Vittorio Venditti

Diritto Di Voto Con Dovere Di “Vuoto”

In attesa di tornare a sparlare della moderna tecnologia informatica ad uso e consumo di chi non vede e non solo, (ieri ho avuto un “ritorno” che se mai ce ne fosse stato bisogno mi ha fatto capire che sono sulla “Rotta Giusta”), impegno preso per domani, massimo dopodomani, torno alla campagna elettorale multi ammorbante che in questi giorni sta mettendo a dura prova la mia pazienza di cittadino, e spara/chiacchiere, pazienza che ormai è arrivata al punto di costringermi a sbottare, definendo una volta per tutte quale dovrà essere il comportamento da tenere al seggio i prossimi ventiquattro e venticinque febbraio.

Nei giorni scorsi, blaterando del candidato gambatesano, ho espressi i pro ed i contro, rispetto tal candidatura; mi sono espresso ricordando soprattutto cosa realmente è stato fatto nel nostro paesello, il tutto, non visto da chi fa politica, ma da chi la politica è costretto, suo malgrado, a subirla ed a subirne le spesso nefaste conseguenze.
Ho parlato solo della punta dell’iceberg e stando su questa punta come una bandiera al vento, ho in particolar modo riscontrato il Vuoto proposto dal municipio di Gambatesa, (ma in generale da tutta la valle del Fortore), in merito alla forse unica possibilità di generare quel lavoro foriero di un ritorno di vita nelle nostre terre, quella vita che con il passare degli anni sta lasciando spazio ad un deserto, corruttore di ogni bellezza, pur presente dalle nostre parti.

In questi giorni, grazie al fattivo impegno profuso da Stefano Venditti che scrive, e da Maurizio Varriano, Franco Valente e compagnia che in testa ai Borghi D’Eccellenza del Molise agiscono sul campo, ho potuto notare con rabbia che la nostra valle resta sempre in coda ad ogni forma di progetto, un po’ per l’ignoranza dei suoi abitanti, un po’ per il menefreghismo, (per non dire oscurantismo), proposto dai nostri rappresentanti politici e più in generale, da chi dice di amministrarci sotto ogni forma.
Da dire che nel frattempo, alcuni dei paesi limitrofi, (vedi Pietracatella ecc.), almeno sulla carta, stanno cercando di agire per riparare ad un divario che ci allontana sempre di più dal vero “fare”.

E Gambatesa?

A Gambatesa, il Sindaco si dice impegnato a tempo pieno per la campagna elettorale che dovrebbe vederlo unico rappresentante della valle del Fortore per la destra, pronto a rivalutare tale area (non si sa ancora bene come); la maggioranza che lo sostiene, ancora non so se esiste e resiste e l’opposizione, (quella votante a favore della maggioranza), per bocca di qualche suo sostenitore, ci dice che “Sono solo chiacchiere”.

Allargandoci al Nazionale, vediamo che ognuno, con la relativa faccia di bronzo, cerca di convincerci che la propria ricetta proposta è la migliore, spesso dimenticando di essere responsabile del basso livello cui siamo ridotti.

Potrei tediarti con ogni commento, ma a me interessano due punti per il mio farneticare, punti che brevemente ti esporrò, prima della ovvia conclusione.

Il primo, squisitamente politico, ce lo propone Re Silvio, con il suo volerci restituire l’IMU, alla stregua del volerci pagare per farci votare a suo favore.
L’altro punto, più pratico, ci viene offerto dallo spot della RAI, inerente la tassa di possesso della TV; in questo spot, si dice esplicitamente che a loro non interessa un fico secco di cosa ci facciamo noi con il televisore, a loro interessa che noi paghiamo quello che loro definiscono, (finalmente), la tassa di possesso relativa all’apparecchio in questione.

Io sarò anche scemo, ma le cose elementari le comprendo e ne traggo le giuste conseguenze che ora vado ad esporti.
Atteso che per ogni lavoro si debba ricevere il giusto premio, sul quale vanno pagate le giuste tasse, (in Italia pari o superiori al cinquanta per cento di quanto guadagnato), e considerata l’attuale Legge elettorale che relega l’elettore a semplice firmatario di quanto già deciso da altri, ecco la soluzione che salva capra e cavoli.

A noi cittadini, non interessa più cosa facciate con la firma che ci state chiedendo per la prossima tornata elettorale, (anche perché se c’è qualche politico che lavora veramente per il popolo, vedi Mario Pietracupa, (ormai ex del consiglio regionale del Molise, in forza all’UDC, questo, si guarda bene dal ricandidarsi per ricevere il premio per il lavoro fatto); noi ormai siamo stufi di vedere imbrattate le nostre strade da volantini che nessuno legge più e che vengono notati solo dagli spazzini, costretti il giorno dopo a raccoglierli e cestinarli.

A tal proposito, lo sdegno di Totore, fotografo ufficiale di gambatesaweb, ma a tempo perso e per mangiare, uno degli spazzini di Gambatesa, considerata l’Uscita vendoliana, secondo la quale vanno dati seicento euro mensili ad ogni disoccupato che dovrebbe cercarsi un lavoro, la stessa cifra che prende lui per lavorare quattro ore al giorno, dicevo: quell’uscita, lo ha talmente sdegnato da portarlo al punto di decidere di scartare al voto chiunque proponga volantini, sia se buttati per terra, sia se inseriti nella cassetta postale di casa.

Tornando a bomba, io in particolare, pur pagando la tassa di possesso del TV, sono due anni che mi rifiuto di guardarlo, (parola di Barbara Durso), perché preferisco ascoltare e riportare in Rete le chiacchiere da bar espresse a Gambatesa, visto che quelle più insulse sono più costruttive delle ciance proposte professionalmente sui canali RAI.

A questo punto, qual è la soluzione?

F A R S I P A G A R E I L V O T O O F A R E I L V U O T O !!!

Come fare e quanto chiedere.

Personalmente ritengo giusto che ci venga restituita l’IMU per cui, considerato che sui soldi che mi dovranno dare per pagarmi del lavoro che andrò ad eseguire come notaio, chiederò una somma pari a quattro volte l’esborso della tassa patita lo scorso anno, mantenendo questa misura fino a nuovo ordine o almeno finché non avremo nuovamente la possibilità di decidere autonomamente per chi votare.

Ma sono soldi tutti per me?

All’atto della stipula del contratto, (Re Silvio se lo sogna un contratto del genere), il committente dovrà fornirmi il codice fiscale, affinché io possa rilasciare regolare ricevuta, copia della quale, nel duemilaquattordici, diverrà parte integrante della mia dichiarazione dei redditi.
Tolta la prima metà del guadagno, (restituita allo Stato sottoforma di tasse), parliamo dell’altra metà che se vedrà restituiti i soldi versati in toto, con la differenza potrà permettermi di assolvere a qualche piccola spesuccia, valida come premio per il mio lavoro.
Va da sé che non si commetterà alcun reato legato al fotografare la scheda votata, assunto che io, dovendo essere accompagnato in cabina da chi poi “espleterà il mio diritto di voto”, abbia la possibilità di farmi “assistere” dal committente o da un suo fiduciario, ovviamente ed adeguatamente occulto.

Il benpensante di turno chiaramente dirà:
“Rischi di perdere il diritto di voto! E poi, aspetta che un politico ti paghi!”.
A costui risponderò che da quel fesso che sono ho pensato a tutto.

Posto che un reale diritto di voto l’italiettano medio lo abbia mai realmente avuto, per quanto riguarda questo “privilegio”, assunto che lo abbiamo perso dal millenovecentonovantasei, (ultima volta che ho votato per le politiche, dando fiducia a quel galantuomo che è Romano Prodi), me ne frega meno di zero perdere ufficialmente tale “status”, visto che la conseguenza ovvia sarebbe che allo stesso modo non dovrei più riconoscere alcun dovere ad uno Stato che mi considera di serie B, operando alla stessa stregua degli Zingari, (quegli Zingari), che ognuno può notare regolarmente a bordo di macchine nuove fiammanti da favola, ovviamente traendo il loro sostentamento in maniera non proprio simile al modo di fare dei normali cittadini stanziali.
Il secondo punto a cui rispondere trova soddisfazione dal mio osservare che mi ha permesso d’imparare, apprendendo il modus operandi proprio dall’agire (nel campo prettamente lavorativo del Nostro), proposto dal Sindaco, quando, per l’appunto, lavora come un comune mortale:

Pagamento anticipato e spese accessorie a carico del committente.

Chissà che non ci lascino in pace, una buona volta!