Di Cesare Scalabrino
“Serve una valutazione rigorosa dei rischi che corrono le aziende agricole a causa dei cambiamenti climatici in atto al fine di offrire agli imprenditori agricoli una copertura assicurativa mirata ed efficace in caso di calamità naturali”. Lo ha detto Albano Agabiti, Presidente di ASNACODI Italia, l’Associazione nazionale dei Condifesa che svolge a livello nazionale compiti di coordinamento, rappresentanza e tutela dei 66 Consorzi di Difesa associati operanti nel settore della prevenzione e gestione dei rischi d’impresa in agricoltura, intervenendo oggi al convegno, tenuto nel Palazzo Ex Gil di Campobasso, dal tema “Gestione del rischio in agricoltura – Assicurazioni e strumenti finanziari per lo sviluppo rurale”.
Organizzato dall’Assessorato alle Politiche Agricole della Regione Molise, l’incontro ha visto la partecipazione oltre che dell’Assessore regionale all’Agricoltura Nicola Cavaliere e del Coordinatore Assistenza Tecnica Psr Molise Pierluigi Milone anche di Mauro Serra Bellini, della Direzione Sviluppo Rurale del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e del Direttore di ASNACODI Andrea Berti.
“Le aziende agricole molisane – ha spiegato Andrea Berti – si assicurano poco in base ai rischi e ai potenziali danni che potrebbero subire a causa dei cambiamenti climatici in atto e ciò avviene a fronte di un rischio da calamità più alto, in termini percentuali, della media nazionale. Pertanto è auspicabile che queste acquisiscano una maggiore conoscenza in materia”.
Dal canto suo il Presidente regionale di Coldiretti Molise Claudio Papa, ha posto l’accento su due elementi fondamentali dell’azione assicurativa: valutazione costi-benefici e tempistica del risarcimento. “Prima della sottoscrizione di una polizza – ha affermato Papa – l’imprenditore deve valutare il rapporto fra costi e benefici per la sua azienda ed a seguire conoscere l’esatta tempistica degli eventuali risarcimenti che qualora non fossero tempestivi, non sortirebbero l’effetto desiderato”.
In un periodo storico caratterizzato da un clima impazzito, con eventi meteo estremi e repentini, lo strumento assicurativo è diventato indispensabile per mettere a riparo le aziende dal rischio sempre più frequente di calamità naturali (alluvioni, grandinate, siccità…) che possono mettere a serio rischio la tenuta economica delle imprese.
Per questo, la Pac 2023 – 2027 ha introdotto una rilevante novità che tra l’altro è stata fortemente richiesta dal nostro Paese e che determina la possibilità di destinare il 3% dei pagamenti diretti del Primo Pilastro ad un Fondo di mutualizzazione europeo, destinato alla copertura di rischi derivanti da avversità catastrofali (gelo, alluvione, siccità) che possa sostenere le compagnie assicurative gravate da costi sempre più alti per l’aumento degli eventi calamitosi che si verificano, esborsi che vengono poi riversati sugli assicurati.
L’intento dell’Italia con questo nuovo Fondo di mutualizzazione è quello di abbattere la problematica del basso tasso di assicurati e della disomogenea distribuzione territoriale (ad oggi le regioni del Nord totalizzano il 75% dell’assicurato nazionale). Se a livello europeo il Fondo di mutualizzazione dovrebbe partire dal 2023, l’Italia ha accelerato questo percorso prevedendo già all’interno della Legge di Bilancio 2022 delle risorse pari a 691,5 milioni per un Fondo di mutualità nazionale AGRI-CAT a copertura dei rischi catastrofali alle produzioni agricole causati da alluvioni, gelo o brina e siccità e che sarà implementato in via sperimentale nel corso di quest’anno. Tali risorse si sommano ai 50 milioni annui dal 2023 al 2027 destinati alle assicurazioni agevolate.
Il funzionamento del Fondo dovrebbe essere gestito da Ismea ed avere dei sistemi automatici di rilevazione dei danni oltre ad essere previsto un contributo privato pari al 30%, affiancato da un finanziamento pubblico a copertura del restante 70%.