Di Vittorio Venditti
Scende In Campo La Peggiore Ipocrisia: Per Quali Interessi?
Va bene che sono Pastori e per questo, secondo le loro volontà ci sguinzagliano contro, i loro migliori cani che cercano di azzannarci per ridurci al silenzio
Va ancora meglio per loro, quando, sempre per le ragioni di cui sopra, cercano di spaventare noi “pecore”, gridando “al lupo al lupo”, per ricordarci che se il lupo ci mangia, noi finiamo all’inferno.
Da qui però a pensare che da brave pecore, noi Cristiani siamo pure scemi, credo che ce ne passi e ce ne passi anche parecchio!
Oggi avrei dovuto proporre un bel “Barile ben raschiato”, pieno di vergogna da far schifo e forse la pezza d’appoggio che il buon Mario, (su mia richiesta per carità!), mi ha trasmessa, ne avrebbe dovuto far parte a pieno titolo.
La cosa però è troppo ingombrante ed avremmo rischiato lo scoppio del Barile in questione, perché quando lo schifo è troppo, anche i mezzi di servizio si ribellano.
A tal proposito, va detto che l’e-mail che conteneva la pezza che sto per proporti, mi è arrivata nella casella della posta indesiderata:
Vorrà dire qualcosa?
«Schierati? Sì, sui valori Votare per persone affidabili» | Chiesa | www.avvenire.it.
E’ questo il documento “autorevole” che ci riporta a parlare e criticare il Dire di un ente privato che “Non si schiera” (Così si dice nell’articolo), ma fa qualcosa di peggio: s’impone, ovviamente su chi accetta tali imposizioni.
“… E pazienza se si tratta di «una voce fuori dal coro», come l’ha definita il cardinale Angelo Bagnasco». La Chiesa infatti è vicina alla gente e per questo il suo parlare «non è mai ingerenza – ha aggiunto il presidente della Cei –, ma uno stare dentro la vita degli uomini e delle donne di oggi». …”.
A parte il fatto che forse dovrei chiedere i danni al cardinal Bagnasco per quanto detto nell’articolo che sto analizzando e, (alla faccia di chi non vorrebbe), criticando a modo mio, a proposito dell’essere “Voce fuori dal coro”, perché se c’è una “Voce fuori dal coro”, quella è espressa ed esprimibile solo da quest’inutile sito, mentre Santa romana Chiesa, proprio per il suo status, non fa altro che fare (giustamente) il proprio lavoro, ma al di là di questa polemica sterile, mi chiedo e ti chiedo:
Come definire il comportamento sopra menzionato?
Non sarà ingerenza, ma a me sembra ingerenza!
Scusa: pensavo fosse ingerenza…
“… Porta stretta significa in questo caso che «la forma più concreta per cambiare o migliorare la società è la partecipazione al voto col quale esprimere il proprio discernimento che confermi l’affidabilità dei programmi e delle persone che li sostengono». …”.
Evito di disquisire sulla “Porta Stretta”, perché potrei tesserci una satira lunga da qui all’eternità, ma scenderei troppo nel pecoreccio, e non sarebbe giustificato neppure il riferirmi all’Inferno dantesco, utilizzando allegorie e parole chiare che porterebbero ad un inutile offendere, cosa che se pur certa gente meriti, evito di mettere in pratica per rispetto ai molti Sacerdoti che credono per davvero in ciò che fanno, accettando la discussione con il Prossimo perché la considerano un mezzo per crescere ed avvicinare l’“altro” al loro pensiero.
Perciò, tornando alla parte dell’articolo appena stralciata, mi sento di dire che sarebbe anche giusto, ma chi spiega a questi “Pastori” che se a candidarsi sono sempre gli stessi ed a candidarli sono i partiti di riferimento, le “Pecore”, più che dare un Voto, avallano quanto già deciso da altri, magari proprio dai Pastori “non schierati”?
“… Infatti, «tra chi vorrebbe che i Pastori rimanessero silenti in una neutralità asettica che non disturbi, e chi invece chiede che la Chiesa si pronunci in favore dell’uno o dell’altro schieramento – ha detto il cardinale – si profila la porta stretta dell’esortazione e del discernimento, perché prevalgano in tutti le istanze veritative, il senso del bene comune e la forza di porre sempre al di sopra degli interessi personali o di fazione, quelli dell’intera compagine sociale». …”.
Ovvero: l’arte del rigirare la pizza.
Perché altrimenti, prima ho scritto che ci considerano degl’idioti?
“… Bertone ha sottolineato la metafora contenuta nel titolo del libro: «Tra il portone spalancato della distrazione e della latitanza, volto a raccogliere il plauso di chi si attende dai Pastori della Chiesa poco più di una rituale benedizione che anestetizzi le coscienze, e la porta dell’ingerenza miope, che mira ad acquisire qualche vantaggio immediato, cercando di vincere tante piccole battaglie di Pirro, c’è la porta stretta di una responsabile presenza nella società e nella cultura italiana, che intende solo servire la verità e promuovere la collaborazione in uno spirito di ordinata concordia, che, nella fedeltà al Vangelo, si offre a tutti quale stimolo e proposta alta, quale terreno fertile di confronto e di dialogo rispettoso, senza sconti facili e senza zone franche dal giudizio e dal discernimento». …”.
Egregio Cardinal Bertone, va bene che sei juventino per tua stessa ammissione, quindi difettoso e fuori garanzia, ma mi corre l’obbligo di ricordarti che la chiesa universale, ha al suo interno qualche pianeta, dove accade l’esatto contrario di quanto tu stai esponendo, e chi scrive ne ha patite le conseguenze, proprio perché si è permesso di affermare una simile “Eresia”.
In definitiva, da cristiano credo che tutto si possa dire alla gente, tranne che prenderla in giro e far passare il solito messaggio che IMPONE, senza ascoltare.
Infatti io ritengo che sarebbe giusto ed appagante se seriamente si verificasse quanto detto in quest’ultimo passaggio:
“… Queste pagine, – «non sono frutto di una riflessione solitaria, ma la voce di una Chiesa che, proprio a cominciare dai suoi Pastori, ascolta prima di parlare». Ascolta innanzitutto Dio e quindi anche la gente, perché la Chiesa in Italia non ha perso la sua caratteristica popolare «nonostante il secolarismo».
Proprio quel secolarismo che invece vorrebbe zittirla quando essa interviene «sul piano antropologico e sociale». Al contrario, ha ricordato Bagnasco, «dobbiamo tornare ad avere uno sguardo sulla realtà che si lasci ispirare sì dalla ragione, ma da una ragione allargata». Ed ecco perché, ha concluso, «la “porta stretta” della fede ci è necessaria».
Quindi, io che sono ignorante per natura, ho capito bene?
“Ragione allargata”?
Non ragione imposta, pena la scomunica o l’ostracismo?
O Cardinali, Santo Padre, per favore, se vi resta un po’ di tempo, fate sì che queste parole raggiungano i vostri emissari che, pur vivendo in Italia e non molto lontani fisicamente dal Cuore dirigenziale del vostro stato estero, sembra che non siano ben sintonizzati con il Vostro Dire, visto il loro agire, esatto contrario di queste Vostre Parole, criticabili ma ascoltabili come ogni parola di ogni uomo, per poi essere utilizzate come si fa con ogni parola di ogni uomo, magari per crescere ed arrivare a quella Concordia tra fratelli, lungi dall’essere cosa realmente applicata in un paesello che fra cani, ciucci, porci, gatti e ci mettiamo anche qualche sorcio, con le poche persone che ancora vi abitano, raggiunge sì e no la migliaiata di anime.
Vi chiedo seriamente quanto appena esposto, in memoria di una domanda che si faceva il compianto Carlo Maria Martini, quando sconfortato si chiedeva e chiedeva a Dio ed ai suoi colleghi, come e cosa dovesse fare per riempire di nuovo la sua chiesa, soprattutto di quei giovani, ormai chiaramente stanchi di sentire parole che i giovani stessi ed anche i meno giovani, non ritengono più quell’eterna Novità che deve essere il contenuto del Vangelo.
Per i miei detrattori:
Stampate questa farneticazione.
Intelligenti pauca.