Di Luca Giordano
Gino Paoli, autore di molte tra le più belle canzoni italiane di tutti i tempi come ‘Il cielo in una stanza’, ‘Senza Fine’ o ‘Sapore di sale’, in questi giorni è stato riscoperto anche dalle giovani generazioni grazie alla sua ospitata al Festival di Sanremo, dove si è lasciato andare a esternazioni un tantino fuori luogo, ma tanto simpatiche su amori clandestini vissuti negli anni sessanta.
Proprio all’inizio di quegli anni nei quali la televisione era in bianco e nero, Gino era un giovane cantautore di successo. Nessuno poteva immaginare, (forse nemmeno lui), il voler tentare il suicidio sparandosi al cuore.
In un’intervista rilasciata a La Stampa qualche anno fa, Paoli ricorda quei momenti di dolore profondo del proprio animo, forse per ragioni di cuore. Una sera del luglio del 1963 trovandosi solo a casa, impugna una pistola e si spara in pieno petto decidendo così di porre fine alla propria esistenza. Il destino però a volte è beffardo e decide che non era ancora tempo per morire per il Paoli che trovato da un amico disteso a terra e trasportato all’ospedale, supera le criticità dei primi momenti in bilico tra vita e morte, dando alla propria vicenda un felice epilogo. Infatti, la pallottola da lui sparata, si è incastrata in un punto non vitale del cuore e di lì non si è mai più mossa, tanto che I medici hanno ritenuto non necessario procedere all’ estrazione.
Dopo una lunga convalescenza Gino Paoli riprende a lavorare e ancora oggi, alla veneranda età di ottantotto anni, continua a portare la propria musica e la propria poesia in giro per l’Italia con canzoni che sono davvero immortali.