Di Vittorio Venditti
Chi E’ Che Dovrebbe Ricordare?
Tolto il modo di scrivere del vostro articolista e l’aggiunta di immagini iconiche che la dicono lunga anche sulla maniera di voler mettere in risalto l’una più che l’altra delle tante che in realtà sono da sempre e saranno tali anche in futuro una ed una sola tragedia, alla luce di quanto ancora oggi accade in Palestina e più generalmente nel mondo in fatto di guerra, conflitti banditi da chi sembrava aver compreso che in quel caso tutti perdono, salvo però la mattina dopo svegliarsi e rialzare la cresta perché ‘lo spettacolo deve andare avanti’, è lecito o meno chiedersi e domandare cosa sia cambiato dalLa Giornata Della Memoria della quale si è parlato in modo diretto a chi legge dodici anni fa e che dopo il collegamento ipertestuale appena proposto, viene ripresentata con qualche correzione di punteggiatura più una dovuta nota di redazione che aggiorna il vecchio scritto ad oggi?
Ecco un’altra giornatina in cui sarebbe il caso di distruggere radio, televisori e quant’altro di simile, per evitare di sorbirsi in tutte le salse i predicozzi e i piagnisdèi di chi, predicando giustappunto bene, sa poi come fare a razzolar male e soprattutto sa come uscirne impunito, addossando quanto succede alle coscenze altrui.
L’hai visto dal titolo! parlo della cosiddetta “giornata della memoria” che oggi, come negli anni scorsi, ci costringe a ricordare qualcosa di aberrante, prontamente dimenticato però, (per i loro porci comodi), proprio da coloro che dopo più di sessantacinque anni, (lo scritto è di dodici anni fa: ndr), se ne dichiarano ancora profondamente feriti.
Tutta la mia personale solidarietà a chi, ebreo e non, ha dovuto patire l’ingiusta prigionia e tutte le vessazioni che ne sono conseguite, prima fra tutte ciò che viene definito Olocausto.
Personalmente, non mi sognerei mai di torcere un capello a chi non ha armi per difendersi, figuriamoci se farei gratuitamente del male a chi ha la sola colpa di pensarla diversamente da me, o di credere ad un Dio che è lo stesso in cui credo io, solo che viene chiamato in modo diverso.
Passi tutto ciò e per questo non ci sarebbe bisogno neppure di intitolare un giorno dell’anno “alla memoria”. Diverso è quanto, da “voce fuori dal coro”, vengo ad esporre alla tua intelligenza di seguito.
Dalla fine della seconda guerra mondiale, coloro che si lamentano dell’antisemitismo, cos’hanno fatto per evitare di comportarsi come, se non peggio dei loro aguzzini nei confronti di chi, non certo per sua volontà, abitava una terra per secoli contesa e rivendicata da coloro che per secoli ne erano stati lontani?
I cosiddetti Israeliani, o meglio Ebrei di ritorno, come si sono comportati e come si comportano nei confronti dei palestinesi autoctoni?
A che titolo le potenze occidentali, dopo aver creato danni con il colonialismo e la costituzione di stati fantoccio, (vedi Yugoslavia o Iraq), costituiti dopo la disgregazione degl’imperi asburgico ed ottomano, a seguito dei risultati scaturiti dalla fine della prima guerra mondiale, hanno voluto strafare, creando uno stato che se non fosse per i continui rifornimenti di armi e danaro, (soprattutto da chi, come gli Stati Uniti d’America, ha interessi da difendere in quella zona dello scacchiere mondiale), sarebbe già da anni morto e sepolto?
A parte tutto ciò, chi dovrebbe ricordare e far tesoro dei patimenti subiti, evitando di riproporli su altri esseri umani?
Personalmente, (e questo lo sai da sempre), non ho mai accettata alcuna forma d’ipocrisia, specialmente se a proporla è chi, alle tue spalle, si comporta esattamente nello stesso modo in cui altri hanno agito nei suoi confronti.
Sono stato e sarò sempre dell’idea che i patimenti devono farci crescere, per permetterci di discernere meglio il bene dal male e comportarci di conseguenza nei confronti del Prossimo.
Ciò però non deve costringere la mia, come la tua libertà ad assoggettarsi a simili ricorrenze, esclusivamente per ottemperare alla costrizione di fare esami di coscienza, lasciando ad altri la possibilità di agire a proprio piacimento.
Ho sempre ritenuto valido il proverbio che dice: “Ciò che per te non vuoi, agli altri non lo fare”.
D’altra parte, non è di provenienza ebraica un altro proverbio che dice: “occhio per occhio, dente per dente”?
Conseguentemente e credimi! Senza alcun rimorso, nel considerare la giornata di oggi una come le altre, auspico che a queste stupide ricorrenze venga sostituita una reale volontà di far politica per il bene del Prossimo, chiunque esso sia, senza distinzione di ceto, sesso, razza o nazionalità.
Allora: Cos’E’ Cambiato In Questi Due Abbondanti Lustri Con Tal ‘Ricordo’?