Di Vittorio Venditti
Costui Ha Parecchio Da ‘Proteggere’
Oggi chi ancora ci crede, festeggia San Francesco di Sales che è stato definito ‘patrono dei giornalisti’, forse in maniera azzardata?
Si può evincere da molti scritti che riguardano l’uomo protagonista della giornata odierna, la base della deontologia che dovrebbe avere il rispetto di ogni operatore/operatrice dell’informazione: il/la giornalista, prima di pubblicare in voce o per iscritto, dovrebbe consumare le suole delle scarpe in maniera da ottenere la notizia più genuina possibile. Come in tutte le categorie che contraddistinguono i componenti della ‘razza umana’ però, i giornalisti non si differenziano dalla massa in termini d’imperfezione, cosa che porta a quanto oggi verrà denunciato nel senso buono, ma soprattutto in quello cattivo della questione.
Partendo dalle qualità, non si può non apprezzare ed incoraggiare il giornalismo d’inchiesta che serve a mettere in piazza ogni notizia nel modo il più obiettivo possibile. E’ questo il caso del primo video che presenta quanto poi realmente accaduto la scorsa settimana, serie d’immagini diventate un problema per chi ha la consuetudine di vendere la pelle dell’orso prima di andare a caccia. A nulla servono i tentativi di rattoppo messi in atto, (l’ultimo ieri sera sulla rete RAI generalista e sinistrorsa), pezze che invece di chiudere, allargano il buco. Questi soggetti di cattivo gusto non si rendono conto del fondamento di falsità che fa diventare anche tendenziosa un’operazione di facciata che in Italia, ma sarebbe il caso di dire ‘nel mondo’, cambia tutto per lasciare ogni cosa al proprio posto. I personaggi in questione non vogliono comprendere che ormai il lavoro dei giornalisti con gli attributi, smaschera la loro politica, generalmente fatta di ‘scansati che ora devo mangiare io’ e soprattutto non capiscono che in nome del detto ‘sic transit gloria mundi’ tutto comunque passa, ma ogni cosa può ed in certi casi deve restare al suo posto perché ad ogni rivoluzione corrisponde una restaurazione che fa ripartire da capo il gioco della vita.
Esiste poi un giornalismo del quale si farebbe volentieri a meno. Questo purtroppo va per la maggiore ed il riferimento non è all’esercitare tal bella professione dopo aver imparato a scrivere su Facebook. Evitando di girare il coltello nella piaga dell’esser proni alla politica, (quando non a schiena curva, per non dire a novanta gradi ovvero direttamente penetrati), il caso messo sotto l’odierno focus si rifà al solito pietismo che fa audience e regala un’effimera gloria a chi non può, o è ancora giovane per poter mettere in pratica le qualità di cui sopra. Quanto accaduto viene ripreso e stigmatizzato, non tanto perché irradiato da un ente che in Italia ognuno ha l’obbligo di mantenere, quanto per l’offesa, si spera non voluta, arrecata a chi cerca ogni giorno di difendersi, nonostante un deficit che è personale, ergastolo ostativo che non può venir abolito nemmeno con un accordo Stato-Mafia, problema che non può, ne deve essere affibbiato al Prossimo, chiunque egli sia. Il giornalista spiega. Il giornalista non querela. Questa forma di falso lamento viene lasciata a chi non sa cosa voglia dire lavorare e per campare deruba gli altri, almeno finché questi ultimi non decidano di passare al contrattacco e di conseguenza all’incasso, non necessariamente monetario.
Venendo dunque ai fatti. Mercoledì quattro gennaio, circa le otto meno un quarto di una normale sera. Chi scrive si sta preparando per la cena, dopo una giornata di ferie passata lavorando al presente telematico. Il TG regionale sta trasmettendo quel poco che si riesce a trovare in una regione che non esiste in ogni senso e dopo il consueto rendiconto sui movimenti intestinali dei notabili che mangiano a spese dei contribuenti nei palazzi regionali, (il più delle volte trogolo per altri soliti noti ben nascosti), ecco la notizia: il video cliccabile appena proposto, partendo dalla data di nascita dell’inventore del codice di scrittura a punti, (il secondo, prima esisteva il Ballù), allarga gli orizzonti sul modo di vivere di chi utilizza o solo vuol imparare il Braille. Nulla di trascendentale, se non fosse che in quei tre minuti di ‘spettacolo’, oltre a ripetere la solita pantomima che vuole che chi non vede sia uguale agli altri, (salvo poi creare distinzioni e forme di pietismo tendenti al rinnovo di tessere che lasciano il tempo che trovano), ha presentato a chi ha prestata attenzione al lavoro proposto, qualcosa di veramente rivoltante: l’intervistato, (chi scrive lo conosce da mezzo secolo), con l’imbeccata di chi ha poste le domande, ha dichiarato che in Molise “… è difficile trovare il computer per i non vedenti.”, se lo si vuole gratis, aggiunge chi scrive, è non solo difficile, ma è praticamente impossibile, non solo in Molise. Se invece viene messa in pratica l’alternativa di acquistarne uno, esiste, (guardate a volte il caso cinico e baro), la possibilità di reperirne a iosa anche a basso prezzo, atteso che chi non vede abbia necessità di leggere, scrivere e far di conto e non possa divertirsi a giocherellare, se non con giochi elementari. La sintesi vocale poi, è possibile averla sia su PC (Windows, Chrome ed in parte anche Linux), sia su dispositivi aventi per simbolo la mela morsicata. Ognuno di questi ha il suo sistema vocale, ma tolti quei lettori di schermo che costano davvero quanto uno stipendio medio mensile per ogni edizione, è reperibile gratuitamente quanto il vostro cronista sta usando in questo momento per redigere, digitando questo pezzo su un computer equipaggiato con Windows undici, (regolarmente omologato), dispositivo comprato nuovo online presso un noto venditore a livello mondiale e pagato poco meno di duecento euro. qui per scaricare l’ultima versione, aggiornata ogni qual volta venga implementato quanto si trova anche in Molise senza perdere nemmeno troppo tempo e pagando, va ribadito pagando anche poco, ma pagando.
Dov’è il male? Nel fatto che il servizio sia stato confezionato all’acqua di rose, vale a dire ‘senza aver consumate le suole delle scarpe per accertare la verità che può venir provata in qualsiasi momento, nemmeno necessariamente consultando chi scrive perché è tutto verificabile anche da chi vede, quindi anche da chi si è cimentata in tal avventura che se ha fatta sfigurare colei che ha pensato di aver compiuta un’opera pia nel dar voce ai ciechi, in realtà ha offesa quella parte della categoria che ringrazia chi considera le persone per tali e non sulla base di deficit che sono personali e rendono handicappati coloro che ne fanno una forma di distanziamento da applicare verso chi poi, quando si ribella, viene definito ‘asociale’ se non peggio… ma spiega, non querela.
Dunque, oggi è la festa di San Francesco di Sales ed in tanti si riempiranno la bocca di belle parole. Quanti di questi metteranno il loro comunicare a disposizione della verità che avvicina a quell’uomo e non ne richiede necessariamente la protezione?