Di Vittorio Venditti
Come Difendersi Avendo Pagate Sempre E Regolarmente Le Tasse
Approfittando dello spunto dato ieri dalla nostra “Mina Vagante”, tornata in azione più potente che mai, ecco come chi si è rotto gli zebedèi di fare la figura del ladro, al posto di chi, più furbo, sa di poter approfittare di uno Stato lassista ed ingiusto come quello italico, si prepara alla difesa personale e dei propri beni, qualora questi, o egli stesso, dovessero entrare nel mirino di chi sa chiedere a chi ha già dato, evitando di fare la stessa cosa, (per incapacità o complicità), verso chi non fa il proprio dovere e poi magari si lamenta dei disservizi come chi, questi disservizi li paga lautamente.
L’articolo, ovvio e nello stesso tempo frustrante che ci ha proposto Mario, (Redditometro, tutti i consigli per difendersi dall’agguato – Libero Quotidiano),, se mai ce ne fosse stato bisogno, ribadisce l’incapacità (tutta italiettana) di saper prendere una decisione, dura ma necessaria: quella di trattare lo Stato come ogni cittadino serio dovrebbe fare con la criminalità organizzata, vale a dire rispondere con le loro stesse armi.
Nel millenovecent’ottantasei, giovinastro con già troppi “pensieri” per la testa, (altro che giochi ai PC), mi vidi recapitare dall’allora Ufficio del Registro, (attuale Agenzia Delle Entrate), una multa per ritardato pagamento del bollo (tassa di possesso odierna) della mia Alfa Giulia Super Nova 1300, auto che i miei genitori mi avevano regalata due anni prima, come premio per la riuscita del mio esame di maturità magistrale.
Nonostante quei “pensieri” che già allora mi facevano paragonare lo Stato alla Mafia, decisi di fare la persona “civile” ed andare presso l’ufficio di cui sopra a chiarire la mia posizione, avendo ben in vista la ricevuta di pagamento con il timbro dell’ACI, che all’epoca veniva affissa sul libretto di circolazione dell’auto, un vero libretto, non l’odierno foglio.
Proprio per quei “pensieri” però, nel frattempo e ad insaputa dei miei, avevo con me qualcosa che se proposta, determinava nell’interlocutore postomi di fronte, la necessità di evitare qualsiasi forma di dissenso verso i miei “pensieri”.
Con il libretto di circolazione della mia Giulia ed il fido assistente di allora, di buon mattino mi recai presso l’Ufficio del Registro per incontrare i miei inquisitori e chiudere la situazione senza dover dare quanto già dato e soprattutto senza dover fare la figura del ladro ingiustamente.
La madre dei cretini è sempre incinta, e la sua parente, quella dei burocretini, non è da meno, per cui, alla mia comunicazione, secondo la quale tutto era in regola, mi sono sentito rispondere:
“Il suo ragionamento è sano e non fa una grinza; lei ha dimostrato che il bollo lo ha pagato regolarmente, ma la Legge è Legge e quindi la pratica, per essere chiusa, deve passare per un ricorso, ovviamente dopo che lei avrà pagata la multa che le abbiamo inviata.
Diversamente, se lei si ostina a non voler pagare, procederemo d’ufficio con pignoramenti e tutto ciò che ne consegue”.
Come non reagire?
A quel punto, non potevo non chiedere il conforto del mio assistente che, silente, fino a quel momento era stato buono buono nella mia tasca destra.
Alla reazione di quest’oggetto, come per incanto, il disquisire è cambiato da così, a così, e, guarda tu alle volte il caso, non solo ho potuto lasciare quegli uffici senza dovermi impegolare in un discorso lontano un miglio dalle reali necessità che il caso imponeva, ma giunto il direttore dell’ufficio stesso e visto quanto gli si proponeva di fronte, con il “Solerte impiegato” sotto tiro, invitandomi alla calma e riconoscendo l’errore, mi chiedeva anche scusa per “l’incresciosa incomprensione che non si sarebbe dovuta più ripetere”.
Istigazione a delinquere?
No, raggiunto limite della sopportazione.
O, come dico io: Abbottamento totale delle palle.
Considerato il precedente, ho ripetuta la stessa azione presso l’esattoria di via Garibaldi a Campobasso nel duemilacinque, quando mi sono visto recapitare due avvisi di mancata corresponsione della tassa di possesso di altre due mie auto che in due anni diversi, risultavano esenti dal pagamento della tassa in questione, tassa che da quando è diventata di esercizio regionale viene riscossa da suddetta esattoria.
Nel caso specifico, oltre alla presenza sempre discreta del mio assistente già operante circa dieci anni prima, è subentrata in me quella voglia di mettere alla berlina istituzioni e chiunque altro cerchi di sopraffare la mia volontà, cosa che oggi è motore per la vita di quest’inutile sito.
Allora utilizzai i giornali e la cosa fu filtrata.
Se una cosa del genere dovesse accadere oggi, ovviamente non esiterei a fare i nomi e cognomi dei burocretini in azione, oltre a dare minuzioso resoconto, eventualmente anche della loro prematura rimozione dal posto di lavoro, non operata come si converrebbe dallo Stato lassista al quale dobbiamo render conto, ma da una repentina voglia di risolvere bene ed in maniera definitiva il problema, magari con l’aiuto di quelle armi che non dovrebbero essere mai usate, ma che sono a volte il toccasana per poi poter continuare a vivere senza problemi, atteso che se si cominci ad agire in un certo modo, come accade per chi perde la verginità, ci si prenda gusto e si continui con somma soddisfazione per i risultati raggiunti.