Di Vittorio Venditti
Lunghe File Presso Quell’Apple store Per Il Deposito Dei Simboli!
Vergogna nella vergogna, abbiamo potuto assistere alla riproposizione dell’isterismo collettivo che pervade i malati di prodotti Apple, all’uscita di una nuova creatura con il simbolo della mela morsicata.
Questa volta però, nulla di tecnologico all’orizzonte, solo la possibilità di arrivare per tempo a depositare il simbolo con il quale in molti cercheranno di arrivare ad ottenere l’ambito posto alla mangiatoia per la diciassettesima legislatura parlando di elezioni politiche.
Non è troppo diverso l’andazzo in sede locale, trattando di elezioni regionali che come si sa, saranno di scena in Lazio e Lombardia, oltre naturalmente a fare la loro comparsa in quel quartiere che viene ancora denominato regione Molise.
Perché in molti?
Fra i simboli depositati, è chiaro ormai il vezzo di lasciare anche dei segni di disturbo, nulla di utile per la compilazione delle prossime schede elettorali, tutto perfettamente legale, da utilizzare per screditare gli avversari o far in modo che il votante ingenuo cada in errore, così, da carpire un voto destinato ad una lista contraria ai prezzolati che propongono simili tranelli.
Quando la Legge permette certo modo di agire, nulla questio.
Diverso è il caso che si propone di conseguenza.
Se infatti è corretto presentare simboli di disturbo, è altrettanto giusto che di conseguenza vengano presentati ricorsi, necessari per dirimere le questioni legate alla genuinità dei simboli proposti, deleteri per il rallentamento della macchina della giustizia, da tutti condannata per la sua lentezza biblica, ma solo a parole, quando il rallentamento è causato proprio da interessi che toccano questi candidati a legiferare, magari proprio per risolvere problemi, dovuti a cancri come quello imposto proprio dalla lentezza della giustizia italiana.
In definitiva: Siamo ormai, più che in campagna elettorale, nel periodo di carnevale, quel tempo che si propone ogni anno prima della quaresima, periodo che dovrebbe durare quaranta giorni (come dice il termine che lo contraddistingue), periodo che per chi vive sul suolo patrio, dura dalla propria nascita alla propria morte, a meno di voler risolvere il tutto secondo le modalità che presto ti proporrò, un sistema per trarre vantaggio da una disgrazia come quella dell’eterno votare, ovviamente restando perfettamente in regola col fisco.