Di Luca Giordano
Gianluca Vialli è stato un grandissimo bomber o per meglio dire uno col fiuto del gol. Dovunque abbia giocato è rimasto nel cuore dei propri tifosi, non solo per le qualità espresse sul campo, ma anche e sopratutto come uomo dotato di una grandissima educazione e signorilità che di questi tempi è merce rara.
Vialli ha segnato dappertutto. E’ finito sulla lista dei marcatori persino in Molise, quando nel 1983 giocava nella serie cadetta con la Cremonese che in un piovoso sabato di inizio aprile ha affrontato il Campobasso al ‘Romagnoli’. Il suo gol è valso il pareggio tra le due squadre, (anche se il Campobasso aveva giocato molto meglio), in un campionato che a fine stagione ha vista la promozione in serie A proprio della Cremonese, trascinata dai gol nemmeno a dirlo di un giovane Vialli.
Poi il trasferimento alla Sampdoria, dove con Mancini, Vialli ha formata una coppia d’attacco formidabile che ha portato uno storico scudetto alla squadra genovese ed una finale di coppa dei campioni.
Tra i tanti scatti iconici nella carriera calcistica di Vialli, sicuramente c’è quello dove da capitano della Juventus alza la Champions League nel 1996 sotto il cielo di Roma e quello resta fino ad oggi l’ultimo successo europeo per la ‘vecchia signora’.
Infine, quasi come per salutare tutti, nell’ultimo europeo il Campione ha ricoperto il ruolo di vice allenatore affiancando l’amico fraterno Roberto Mancini, con il quale inaspettatamente è riuscito a vincere un europeo ed a ridare gioia ad una nazione non più competitiva nel mondo del pallone come un tempo.
Oggi, la sconfitta più dolorosa subita dal cancro, ma indelebile sarà comunque il ricordo di un uomo perbene.