Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Soddisfatti O Insoddisfatti?
Ormai stanno per finire i giorni di festa che tradizionalmente seguono il Capodanno; in molti, me compreso, sono tornati al proprio lavoro ed alla propria routine.
Abbiamo già detto degli atti vandalici compiuti a suon di botti, (visto che pare ci sia crisi, mi devi spiegare con quali soldi queste schifezze vengano acquistate), e del fatto che se certa “tradizione” sussista, vuol dire che esiste la relativa protezione statale, ipocritamente dannosa ma dura a morire.
Pian piano, magari dopo i vari banchetti, vanno attenuandosi le solite polemiche scaturite dopo i verdetti del primo gennaio, assegnazioni di premi che accontentando chi ha vinto, per forza di cose scontentano i perdenti, atteso che l’essere sportivi non si addica neanche ad una manifestazione come quella che si snoda per Gambatesa durante la Santa Notte.
Di una di queste polemiche tornerò a parlare a breve, visto che è qualche anno che ci viene proposta e che ormai disturba a sufficienza l’animo di chi vede ancora la santa Notte scevra da interessi terzi e di terzi che nulla hanno a che vedere con questa festa di popolo.
Una cosa però resta ancora in sospeso:
L’anno prossimo, torneranno a trovarci i camperisti?
I fatti:
Come già raccontato in una delle ultime farneticazioni dell’anno che si è appena chiuso, proprio ai camperisti dedicata, mi sono trovato, mio malgrado, a far fronte ad una richiesta (anche abbastanza veemente) fatta da Giovanni Gallo, a nome di questi ormai abituali nostri ospiti presenti quella sera.
Il Nostro, lamentandosi con me che non c’entro niente con qualsiasi associazione gambatesana, pubblica o privata che sia, si chiedeva dove fosse finita la promessa di far divertire chi era stato invitato a Gambatesa per trascorrere un periodo di vacanza e spensieratezza che proprio quel trenta dicembre doveva iniziare, per concludersi come di prassi la sera del successivo primo gennaio.
Giovanni ed Ottorino, visibilmente contrariati, in un momento di sfogo, hanno testualmente dichiarato:
“Se le cose stanno come ci vengono prospettate, l’anno prossimo faremo Capodanno da tutt’altra parte.
Ci avevano promesso un posto dove poterci appoggiare, e ci è stata data una stanza sporca e non degna di accogliere chi che sia”, – cosa confermata poi da Pasquale Abiuso, – “ci avevano promesso che avremmo avuta la visita di una squadra che avrebbe fatto comprendere ai nuovi arrivati di cosa si trattasse in questa manifestazione e qual è il significato di una tradizione così bella, ed invece, a parte i bambini che come al solito sono i migliori, l’unica cosa che ci è toccata, è stata quella cerimonia al Castello durata quattro ore…”, ed evito di aggiungere le testuali parole successive per non abbassare il livello di questa farneticazione.
A questo punto, io che ero uscito dal bar dei fratelli Cafter per fare una passeggiata ed avevo incontrato questi due ormai vecchi amici, stavo meditando sul fatto che spesso, chi lascia la via vecchia per la nuova, sa ciò che lascia, (cafter) ma non sa ciò che trova, (l’insoddisfazione di due amici, alla quale non poter rispondere.
Però l’idea risolutiva è venuta allo stesso Giovanni:
“Te lo chiedo per favore Vittò! Forma tu una squadretta e vieni ai camper a svegliare i nostri amici che sono andati a dormire perché si sono trovati un mortorio al posto di una serata di gioia e di festa”.
Dal canto mio, devo dire che ero in imbarazzo quanto, se non più di Giovanni ed Ottorino, tanto che, entrato con loro e con chi passeggiava con me nel bar di salvatore a ccett, (quel luogo che successivamente ci ha fatto da base), e trovato Pasquale Abiuso (Pucin), che da presidente della locale Pro Loco, almeno conta più di me, ho incominciato a coinvolgere quest’ultimo nel problema, anche perché, non essendo a dentro nei fatti dell’associazione “I Maitunat”, non avrei saputo bene neppure a chi rivolgermi.
A questo punto, mentre io, totore, Donato, Enzo e Marco discutevamo su come approntare rapidamente una squadra, (sperando però che non servisse, visto che eravamo fuori allenamento), il buon Pasquale, telefonino personale alla mano, incominciava a fare una questua fra coloro che si erano impegnati con i camperisti ed avevano allegramente disattese le promesse fatte.
Chi non c’era, chi aveva altri impegni, fatto sta che alla fine abbiamo dovuto prendere noi l’iniziativa, anche perché, detto sinceramente, mi dispiaceva lasciare i nostri amici che avevano fatti tanti chilometri per venirci a trovare, nelle proverbiali “braghe di tela”.
Da dire che, vista l’omertà della quale ho parlato in quest’ultimo periodo, omertà che ammanta Gambatesa come se ci trovassimo a Palermo, mi è venuto spontaneo dire a Giovanni ed Ottorino che “sì, avrei risolto il problema, ma che il giorno dopo ne avrei scritto su quest’inutile sito”.
Giovanni, dopo un minimo di perplessità, (non voleva che si facessero nomi), mi ha risposto che potevo farlo, dopo la loro ripartenza.
Ecco perché questo ritardo!
Vista la soluzione che non veniva fuori, (il povero Pasquale aveva fallito su tutti i fronti), decidiamo di andare a prendere gli strumenti ed accontentare i nostri amici.
Il resto è già Storia e se non ti va di tornare alle pagine precedenti, puoi leggerlo sul link che ti ho rimesso sopra.
Noi, con la squadra appositamente denominata C’ncion!, senza alcun progetto precedente e soprattutto senz’aver concertato un solo minuto, ci siamo divertiti da matti.
I nostri ospiti, come se fossero gambatesani da una vita, nonostante comprendessero poco il nostro dialetto, (qualcosa glie l’abbiamo dovuta spiegare), sono stati felici di riceverci e di essere adeguatamente rapinati di ogni ben di Dio.
Insomma:
E’ stata una festa nella festa, durata dalla mezzanotte che ha congiunto il trenta al trentun dicembre alle due e mezza successive e se è finita lì, lo si deve esclusivamente al fatto che, come già scritto, di lì a poco, fra noi c’era chi doveva andare a lavorare.
Noi, come detto, tutti insieme ci siamo divertiti e siamo stati bene, fregandocene allegramente delle manifestazioni di contorno organizzate per il giorno successivo, ovvero per qualche ora dopo il casino da noi stessi combinato.
Personalmente sono sicuro che le parole di Giovanni: “l’anno prossimo faremo Capodanno da tutt’altra parte”, siano solo parole di sfogo, dovute alla delusione ed all’imbarazzo di chi, ricevuta un’informazione da girare, si è ritrovato solo come un cane a gestire una situazione che definire grottesca è voler bene a tutti, evitando di accendere inutili fuochi.
Resta il fatto che se a Gambatesa non si riesca a raggiungere la possibilità di creare posti di lavoro in quel pozzo di petrolio che è il turismo ricoperto di cultura, ciò lo si debba, oltreché alla stupidità di certi personaggi, alla mancanza di volontà di altri che, pur essendo a mio avviso capaci, si accomodano sugli allori, sapendo promettere cose non mantenute, ma dimenticando che ogni pazienza ha un limite e che se freghi qualcuno una volta, la seconda Questo non è così stupido da ricascare nel tranello.
“a crap, na vot za fa fa, a second c par’a cod!”.