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ODG Molise: Specchio Della Realtà Locale

Di Vittorio Venditti
(Audio), Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Giacinta Venditti

Il Meglio – Il Peggio

Come annunciato, si è tenuta sabato scorso a Campobasso in via Longano 9 e poi presso l’UniMol, l’inaugurazione della sede definitiva e di proprietà dell’Ordine dei Giornalisti del Molise.

Benedizione Della Sala Formazione

Tra l’altro è stata benedetta la sala formazione nella quale, davvero con l’aiuto di Dio, si spera vengano formati continuamente e regolarmente messi in campo nuovi ‘lavoratori’ del settore, laddove le notizie, più che cercarle, bisognerebbe riuscire a trovarle per riempire gli sparuti e sempre più spariti contenitori, oggi soventemente proni al silenzio più assordante, visto che persino i ‘poteri’ moli-sani, (spesso composti da soggetti provenienti da tutt’altri lidi), più o meno subdoli parassiti che con dire sempre meno ficcante provano ad imporre i personali ed ideologici dictat, ormai non riescano più a raggiungere il loro scopo, stante il sempre maggior spopolamento persino di operatori dell’informazione, cancro che uccide ciò che ancora viene definito ‘vivibile’.

Cosimo Santimone

Ha introdotte le parole dei relatori da proporre alla ristretta e stipata platea, Il vicepresidente OdG Molise Cosimo Santimone che con il garbo che lo contraddistingue ha fatto sì che nulla fosse lasciato al caso, dalla consegna di una campana decorativa donata dalla pontificia fonderia Marinelli di Agnone, all’intestazione di varie stanze ad illustri colleghi che nel passato hanno dato onore alla regione che non esiste, in almeno un caso, continuando ad essere in vita con le loro gesta, dopo aver dovuto affrontare e sopportare il sacrificio ed anche il successivo dileggio, proprio per aver colpito nel segno con la personale maestria nel campo del raccontare senza veli, fatti che hanno contribuito a costruire la storia d’Italia del cosiddetto ‘secolo lungo e breve’.

Da SX, Cosimo Santimone E Vincenzo Cimino

Tutto è stato suggellato dal conferire del presidente dell’Ordine, il Cav. Prof. Vincenzo Cimino che è stato il principale promotore dell’acquisto di un luogo che nel sintetizzare la storia del giornalismo molisano, ha presa come principio-guida l’uguaglianza di chi frequenterà quei locali, intesa innanzitutto come possibilità di fruizione alla pari della sede, per cui i disabili, da oggi non avranno più barriere fisiche da superare per accedere in ciò che può tranquillamente venir definita ‘la Casa della democrazia’ e della stampa libera. Per questa ragione, sia consentito a chi scrive di ringraziare in prima persona l’attuale consiglio regionale dell’Ordine in toto e tutti coloro che a vario titolo e senza aver chiesto null’altro che il suffragio in fase d’elezione, sono stati in grado di rendere realtà nei fatti e non solo in teoria, quanto a suo tempo promesso e sinceramente fuori da ogni speranza di appartenenti alla razza umana con un minimo di cervello in testa per pensare che può accadere l’impossibile nel portare a termine un così bel proponimento.

Fin qui il meglio e chi scrive sarebbe stato contento di aver completato un pezzo che sembrando banale, avrebbe espressa la sintesi di un bel giorno, nel senso più vero della parola. Il peggio infatti è arrivato a partire da circa le undici, quando gli astanti, lasciati i locali della nuova sede dell’Ordine, si sono spostati presso l’aula magna della facoltà d’economia dell’Università degli studi del Molise, a continuazione di ciò che fino al momento descritto è stata una festa e che a seguire si è trasformata nello specchio della realtà moli-sana (e neanche tanto), iattura che viene riassunta scendendo nei parametri utilizzati dalla commedia dantesca per descrivere l’inferno, non certo voluto dagli organizzatori dell’evento.

Clemente Mastella

Sicuramente tra i quattro pazienti e soprattutto intelligenti lettori di queste pagine ci sarà chi si sta chiedendo cosa ci facesse un ‘signore’ di tal censo in quella sede. La domanda è lecita e non riceverà risposta dal vostro cronista perché a tutto c’è un limite, compreso al dover recensire il porsi alla platea di chi si è definito in ordine sparso: giornalista, professore e politico di lungo corso, propugnando ovviamente le proprie idee in un discorso proposto e regolarmente lasciato a chi ha voluto sentire, evitando poi, cotanto ‘oratore’, di ripagare con la medesima moneta gli organizzatori e tutti coloro che sono stati attenti, magari provando a far finta di recepire ciò che democraticamente anche gli altri avrebbero voluto che venisse ascoltato: doglianze ben conosciute da chi è scappato unitamente ai suoi compari presenti in loco e o via internet, soggetti che normalmente se ne fregano di risolvere problemi per i quali queste larve vengono pagate piuttosto lautamente con il danaro rubato a chi riceve tal estorsione con la mancata promessa appena descritta, tranne che se si tratta di ciò che colpisce loro stessi. Nella fattispecie, il politico che fino agli ultimi giorni della propria esistenza vorrà provare a cancellare a suo modo le insegne di una regione che è noto essere inesistente in tutti i sensi, ha proposte le sue idee come si può ascoltare per esteso cliccando qui con stomaco forte anche perché il vostro, per dirla con parole sue, si è espresso a base di ‘cazzo incazzato’ (tipica espressione locale per dire della scurrilità più spinta: ascoltare per credere l’audio sopra al punto nel quale si parla d’Europa e dei tedeschi, ma non solo), metodo che se ai più è sembrato amichevole ed avvicinante il popolo, a quei pochi che non hanno pensato a messaggiarsi a mezzo metro di distanza l’uno dall’altra e viceversa, tra operatori dell’informazione appartenenti a testate pubbliche o private, soggetti che si scrivevano di andare a prendere un aperitivo ovvero che sabato è stato il compleanno del papa, (forse messaggi informativi codificati), talmente segreti che venivano letti e derisi da chi ha accompagnato lo scrivente, impegnandosi a scattare centosessantacinque fotografie con una macchina professionale che in qualche caso si è ammutinata, (tanto è stato lo schifo di fondo), a quei pochi, il tutto ha lasciata libera la fantasia d’immaginare che quell’uomo in avanzato stato di decomposizione, politica, s’intende, non sarebbe rimasto altro da fare che presentarsi in bermuda e tutto si sarebbe ricomposto nella più vera realtà che descrive a che livello sia giunta la politica italiana anche proposta da soggetti derivanti dalla prima repubblica e sicuramente ben accasati in quella attuale della quale non si conosce più neppure l’ordine numerico, tanto è distante da chi ancora crede che andare a votare significhi in qualche modo condizionarne la vita.

Per inciso: le foto non presenti in questo scritto sono state cestinate, ma la registrazione dell’intera giornata è stata archiviata e chi vuole, può richiedere alla casella di redazione o di direzione di questo giornale che ne venga inviata la copia. Ciò verrà fatto gratuitamente ed in maniera chiara, mediante WeTransfer.

Tornando a bomba, tra frizzi e lazzi, intesi come il parlare in ‘taliano correggiuto’ proposto da sedicenti dirigenti apicali di enti di studio ultimi in graduatoria per gradimento, docenti che trattando di loro colleghi e o giornalisti di un secolo fa, nati in Molise e caduti poi in disgrazia per il superamento di un mondo che li ha visti in auge, hanno così ben descritti gli oggetti del loro discorso da dimenticarne di esporre il nome ed il cognome, con l’aggiunta di altri relatori che loro malgrado hanno conciliato il sonno di chi scrive, cui stava per cadere di mano anche il registratore e considerando infine colleghi che in qualche modo avrebbero potuto rendere anche interessante questo spettacolo che è decaduto alla fine per superamento del tempo stabilito dalla mezza giornata e soprattutto dalla pazienza dei pochi superstiti che avrebbero meritato almeno in premio l’aperitivo di cui alla chat sopra descritta, ecco che arriva il clou.

Da SX, Cosimo Santimone E Vincenzo Cimino

La relazione del presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise il cav. Prof. Vincenzo Cimino che ha avuto il solo difetto di venir letta alla fine della fiera e non prima che parlassero coloro che se la sono svignata perché lì avrebbero fatto davvero bene a non venire proprio, tanto si sono saputi ben auto-squalificare, in quanto degni di ciò che sono: il nulla.

Altro inciso. Nell’intervento ultimo proposto e cliccabile per qualsiasi conferma, si menziona il nome del vostro articolista e scherzosamente viene aggiunto che – Vittorio Venditti … si diverte pure -, nel parlare dell’attualità politica locale. Sarà bene aggiungere, parlando in lingua ‘mastelliana’, una cosa sconcertante: Vittorio Venditti, non solo non si diverte pur dando la sensazione contraria, ma per quanto scrive da più di dodici anni a questa parte è ‘incazzato come, se non peggio di una iena’ e sta meditando seriamente di passare all’azione perché a tutto c’è un limite e se serve entrare nella storia con una rivoluzione senza dover necessariamente attendere la normale restaurazione, ciò potrebbe essere la volontà tangibile di sapersi conquistare il Paradiso, non secondo certe scelte più o meno ‘religiose’, ma ai sensi e per effetto della consapevolezza stessa che a suo tempo ha uccisa valorosa gente come Mino Pecorelli, stavolta non per il non voler ammettere i propri errori e cercar di porvi onestamente rimedio come accaduto quarantatré anni fa a Roma, ma per arrivare ad ottenere la mietitura derivante dalla semina dell’esatto contrario.

Ad Maiora?