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CHE PENA PER QUESTO MOLISE CHE SCIVOLA SEMPRE PIU’ NELLA FARSA E NELL’APPROSSIMAZIONE

Di Alfonso Mainelli

Chiariamo subito che il TAR Molise ha accolto “parzialmente” il ricorso di Gemelli Molise SpA contro il Decreto Toma sulla sanità e che l’Ordinanza di accoglimento, perfettamente inutile per quanto segue, sarebbe addirittura foriera di grave pericolo per i molisani se non esistessero norme che impongono ogni intervento in caso di pericolo di vita o di grave danno alla salute. Infatti nell’ Ordinanza si dice:

“Rilevato che, per quanto esposto, l’istanza in esame è suscettibile di parziale accoglimento, nei ristretti limiti entro i quali possa reputarsi esistente il requisito della estrema gravità e urgenza;
Ritenuto, all’esito di una valutazione debitamente comparativa degli interessi in conflitto, che per l’arco di tempo dal 7 al 31 dicembre 2022 la ricorrente debba interinalmente rimanere in condizione di eseguire, per il Servizio sanitario, le seguenti prestazioni:
– prestazioni c.d. salvavita;
– prestazioni di ricovero con classe di priorità “A” o superiore;
– assistenza ai pazienti in terapia intensiva o bisognevoli di ricovero postoperatorio;”

Ma nel POS quelle prestazioni sono garantite da specifiche previsioni di spesa (in deroga ai budget previsti per le altre prestazioni) e comunque in Italia è illegittimo rifiutare cure o soccorso a chi versa in pericolo di vita o di gravi danni alla salute (un simile comportamento comporterebbe conseguenze penali).

I tetti di spesa sono obbligatoriamente previsti fin dal 1991 come è previsto l’obbligo di non pagare prestazioni senza la firma del contratto nel quale, appunto devono essere indicati i predetti limiti di spesa.

Il Consiglio di Stato, peraltro, ha riconosciuto la possibilità di includere anche gli interventi salvavita nell’ambito di un budget predefinito.

Peraltro l’Ordinanza del TAR Molise ha valenza dal 7 al 31 dicembre 2022, ma ciò, ovviamente, non significa che dal 1 gennaio 2023 possiamo morire a causa di gravi mali conclamati o incidenti.

Insomma, come al solito, quello che appare è che la questione della sanità regionale, effettivamente in grave situazione, serve più alle schermaglie della men che mediocre politica regionale che non a smuovere cervelli e competenze per adottare le soluzioni che sicuramente esistono, prima fra tutte quella della ripartizione delle somme pagate dai molisani per un debito sanitario che incombe in capo allo Stato. Né bisogna dimenticare che il Molise spende enormi quantità di danaro pubblico per opere di nessuna utilità o priorità e anche questo grazie ad una politica incapace di formare un quadro di programma serio e possibile.