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Foglio Di Via

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Giacinta Venditti

Chi E’ Vigliacco Non Può Certo Cambiare!

vacca con la squadra, foto di rappresentanza, del 31 dicembre 2010

Ricordi Questa foto? Ormai fa parte del passato!
La pochezza e la scarsa intelligenza di un paio d’individui, alla faccia di tutto ciò che può definirsi serio, hanno fatto sì che una foto del genere divenisse un lontano ricordo.

Ma che è successo?

I Fatti:

Eccoci in prossimità della Santa Notte, quella vera, quella di Capodanno, dove a Gambatesa si dà la stura ad ogni forma di sberleffo verso chi conta qualcosa, insomma, a quel bel momento definito Maidunata.
Una cosa della quale in parte ti ho già parlato, consiste nella formazione delle squadre, generalmente fatta sulla base delle amicizie coltivate durante l’anno.

Quest’anno è successo qualcosa di impensabile:
Mi hanno cacciato dalla squadra della quale, volentieri ho fatto parte, ed altrettanto volentieri avrei voluto continuare a far parte.

Ieri pomeriggio infatti, dopo qualche avvisaglia di discordia manifestata nei mesi scorsi, e dopo che più di qualcuno mi ha chiesto se fossimo pronti per il salto nel duemilatredici, mancante Antonio Lembo, il naturale caposquadra della Stock 84, Michele Santella, (piscialett), ovvio sostituto, mi ha avvicinato ed in vistoso imbarazzo mi ha chiesto di appartarci per parlamentare.
Usciti dal bar Pallons, dove io e Totore ci eravamo fermati per le solite forst, Michele, con sforzo sovrumano mi ha detto:
“Quest’anno c’è un problema serio da risolvere: Un paio di componenti della squadra hanno manifestata l’intenzione di farmi scegliere se fare la nottata con loro o con te, visto che tu dai loro fastidio.
Questi sono miei compagni da tanto tempo ed io, per ragioni di giustizia ho detto loro di risolvere il problema direttamente con te, ma loro, ancora più irremovibili, mi hanno imposto di scegliere, perché diversamente se ne sarebbero andati senza aggiungere altro”.
A questo punto, visto che la voce di Michele si faceva sempre più incerta, l’ho interrotto e gli ho detto che me ne sarei andato io, senza problemi, anche perché la notte di capodanno dev’essere una festa e non una preoccupazione per nessuno.
Detto ciò, a Michele premeva far presente che ne lui, ne il resto della squadra ce l’aveva con me, e che comunque dovevamo restare amici, non fosse altro che per ragioni d’intelligenza, al che io ovviamente l’ho rassicurato in merito aggiungendo però che di questa cosa sarebbe stato messo a conoscenza anche chi abitualmente mi legge ed il discorso si è concluso davanti ad una birra, offerta proprio da Michele.
Superato questo problema, io ne ho parlato con Totore che è rimasto allibito.

A Gambatesa, come in tutti i posti nei quali vige l’omertà più becera, tutto si sarebbe dovuto concludere con la mia uscita dalla Stock 84, con somma soddisfazione per i richiedenti ed ancor più per il loro mandante, gente della quale ti parlerò di seguito.
Sai bene che per me i ricatti mafiosi, più che deterrenza, sono vera benzina per la vita.
E’ in quest’ottica che subito dopo il colloquio con Michele, ho incominciato a raccontare questa storia agli squadristi che mi venivano a tiro, prima fra tutti, la mamma di Antonio Lembo, Vittoria la benzinaia, che com’è ovvio, è rimasta senza parole:
“Se ci fosse stato mio figlio, una cosa del genere non l’avrebbero neppure dovuta pensare!”, e così discorrendo.

, (situazione prontamente smentita una decina di giorni dopo i fatti dei quali si sta parlando, proprio da quell’Antonio Lembo che dall’alto della sua spiritualità, al sentire il racconto di chi scrive, ha esclamato: “non posso farci niente, io ora vivo in un altro mondo!”, alla faccia di Cristo e dei suoi insegnamenti: ndr).

Tornato a casa per la cena, dopo aver raccontato il fatto in famiglia, (soprattutto a mio fratello Tonino, componente anche lui della stessa squadra, oltreché compare di Antonio Lembo), ho provveduto a chiamare un altro squadrista, del quale evito di fare il nome per non metterlo in difficoltà.
A questo, nel discutere, ho chiesti i nomi dei vigliacchi in tema, cosa che avevo evitato di fare con Michele per non accrescere l’imbarazzo padrone del Nostro.
Il mio anonimo interlocutore, senza farselo ripetere, mi ha forniti i nomi, dopo che comunque io avevo data a costui la mia parola che avrei evitato di divulgarli.
Chiusa questa telefonata, non pago, ho provveduto a fare altre tre chiamate ad altrettanti squadristi, che questa volta, non solo mi hanno confermati i nomi dei rei, ma mi hanno raccontato un retroscena, probabilmente ancora più triste.
All’atto del dictat infatti, se Michele non è riuscito a dire niente, altri, fra i quali Gianmichele Massimo, (marron), sentito quanto veniva proposto, si sono comportati proprio come avrebbe fatto il buon Antonio Lembo, e Gianmichele in particolare avrebbe detto:
“Questa è una stupida ed inutile bambinata: se le cose stanno così, sarà il caso che vi troviate un altro cantore, perché io non riesco ad essere così poco serio, per cui me ne vado anch’io”, dando il suo bel da fare a Michele, per convincerlo a desistere dal proposito appena riportato.

Così è andata avanti la serata anche nel dopo cena, una serata via via più triste ed incredula per ogni squadrista che riceveva l’informazione della quale sto trattando.
Nel parlare, io ovviamente nulla ho fatto per circoscrivere la platea che ascoltava, per cui ad un certo punto, anche altri ragazzi componenti di squadre diverse, mi hanno offerta increduli la loro solidarietà personale e di squadristi, cosa che devo dire mi ha fatto piacere.
Si è discusso di ogni prospettiva ed io, a molti che non sapevano che dire, ho ricordato di quando, nel millenovecentonovanta, una situazione non troppo dissimile da quella di questi giorni, si risolse con la costituzione di una nuova squadra, forse anche più potente in fatto di musici e cantori; quindi, nulla di cui disperarsi: io avrò la mia squadra e te ne renderò conto, nonostante il fatto che allo stato attuale non so come si evolveranno le cose, perché anche questo è il bello di un cambio di squadra, non sapere mai come realmente andrà a finire la sera di San Silvestro.
Accadde nel duemila, che non volendo ricostituire una squadra per prendermi un anno sabatico, fui costretto a formare una squadretta di cinque persone, con la quale mi sono divertito da morire, anche perché le squadre di piccole dimensioni sono meglio governabili e sicuramente più accettate nelle case da colpire.
Quell’anno, l’allora barista Tonino U Ricciarol, mi costrinse a costituire quella squadra, e da allora per me ed i miei amici più stretti, è diventato Tonino lo Sponsor.
Tornando all’attualità, devo confessarti che mi sono accorto di un altro fatto a dir poco sconcertante, che la dice lunga sulla sincerità fra compaesani.
Nel raccontare il “misfatto”, molti compagni di squadra mi facevano presente il loro disagio che serpeggiava già dallo scorso anno, a proposito della consistenza della squadra, piuttosto che del fatto che già si notavano le avvisaglie di ciò che sarebbe accaduto ieri.

Una cosa però mi ha lasciato perplesso:

Discutendo degli effetti collaterali, siamo arrivati a verificare che con il mio allontanamento e la mancanza di Antonio Lembo, uscivano dalla Stock 84 due fisarmoniche su tre, lasciando in solitaria Michele Santella.

Situazione risolta!

Sembra infatti che nei giorni scorsi, per sopperire al problema, (del quale evidentemente già in parecchi parlavano), Michele Di Maria, (lion), si era auto invitato, aggiungendo la sua fisarmonica a quella dell’altro Michele.
La notizia, così come espressa ieri sera ha creato un disappunto generale, non fosse altro che per il fatto che in pochissimi la conoscessero.

Bando alle ciance, e superati tutti gli ostacoli, fra i quali quello di riferire di questo fatto a Salvatore Gallo (a Ccett), passiamo ad esaminare i miei “Avversari”, dei quali ovviamente faccio il nome, pregato di ciò dagli interlocutori della seconda, terza e della quarta telefonata, evitando, come detto, di fare i nomi di questi ultimi, (in guerra tutto è permesso), e del primo interlocutore, per far sì che i Nostri per questo motivo non abbiano ritorsioni di sorta.

Il primo, e probabilmente il più motivato, è Mariano Diasio, (u pttor), figlio di mio cugino Angelo, (ex messo municipale).
Questa parte della mia famiglia, a me invisa e da me mai accettata come tale, si distingue per Gambatesa per la proverbiale maestria nel saper parlare alle spalle di chi vogliano colpire.
Mariano è consigliere municipale di minoranza, minoranza da me più volte criticata per la sua apatia.
Alla luce dei fatti, posso affermare senza ombra di dubbio di aver fatto bene a non votare a suo tempo per questo mio parente, ovviamente dopo averglielo detto in faccia quando si presentò a casa mia, cosa rarissima: al danno di avere per rappresentante una persona dimostratasi incapace, avrei aggiunta la beffa di aver data la mia fiducia ad un emerito vigliacco, incapace di dire pane al pane e vino al vino.
Mariano è anche futuro genero di Salvatore a Ccett, che nel sentire il fatto, (e la cosa non mi sorprende), ha esclamato la stessa cosa detta da tutti gli altri miei interlocutori:
“Secondo me, questi immaturi, se veramente non volevano avere nulla a che fare con te, avrebbero dovuto essere loro ad allontanarsi”, questo di fronte a diversi testimoni.
Infine, cosa non di poco conto, va detto che Mariano Diasio è uno fra i più stretti collaboratori del Parroco, altra persona con la quale mi scambio giornalmente gesti di “cordiale amicizia”.

Il secondo, di coloro che “non mi vogliono più bene”, è quel Giuseppe Tosches, (Di San Marco La Catola), fidanzatosi a Gambatesa ed accolto da noi gambatesani come un Re.
Costui, probabilmente ce l’ha con me perché qualche settimana fa, ho parlato bene del suo lavoro, (qui il link), ringraziandolo anche a nome di mia nipote che frequenta il campo di calcio alle sue dipendenze.
Evidentemente l’educazione di quest’uomo prevede che chi gli fa del bene, meriti di essere ucciso.
Da dire che anche il Nostro, da un paio di mesi, si è convertito sulla via di Damasco, ed è parte integrante di quell’ente che risponde al nome di chiesa, dichiarato “Privato” dal nostro parroco.

Un altro forestiero che viene a comandare in casa nostra?
Non bastava il parroco?

E se fosse lui il mandante?
Se fosse un’infantile modo per dirmi che sono isolato dal resto di Gambatesa perché non mi abbasso ai suoi voleri?

Devo essere sincero: Non me ne può fregare di meno e dopo aver pubblicamente espresso questo dubbio evito volentieri d’indagare, visti anche i precedenti, sia per quanto riguarda la costituzione delle squadre di Capodanno, (fatto principale), sia per ciò che concerne i miei rapporti personali con una Guida Spirituale, da me sostituita volentieri con i sacerdoti del Dio Bacco, sicuramente più spirituali del forestiero di cui sopra.
D’altra parte, come già detto in altre farneticazioni, grazie a Dio, a Dio quello Vero, la tradizione delle maidunate è una festa che nasce dal popolo, festa che nessun potentato economico, (prima fra tutti quella chiesa che a Gambatesa, tolto il lavoro della Pro Loco, fa il bello ed il cattivo tempo, gestendo ogni cosa con Leggi di mercato che poi si affanna a non considerare proprie prerogative), potrà mai controllare, nonostante ogni sforzo profuso per farlo.

Resta il fatto davvero odioso, consistente nella pochezza di gente che non ha nemmeno il coraggio, (oserei dire i co…), di saper proporre o imporre le proprie azioni, facendolo in maniera diretta ed a testa alta.

Sarà perché ne verrebbero esposti gli scheletri che costoro hanno nell’armadio?