Di Vittorio Venditti
Inizia La Battaglia
Mi sono già occupato di questo Problema che, come già si pensava, via via assumerà sempre maggior importanza.
Oggi lo riporto alla luce, vista la recente delibera in merito: DELIBERA DI GIUNTA n 23, con la quale il nostro municipio sta cercando di porre rimedio, se non altro, per evitare di aggravare il problema “natalità”, già fin troppo serio a Gambatesa.
La questione è stata già analizzata in tutte le sfaccettature; io, umilmente e da persona interessata marginalmente, provo a porre un altro punto di discussione, spero valido, soprattutto per coloro che, volenti o nolenti, dovranno prima o poi pensare a come mandare i propri figli, alla scuola dell’obbligo.
Se da una parte, (a mio avviso, più che giustamente), la legge impone l’obbligo di alfabetizzazione, dall’altra, chissà quanto volutamente, cerca di porre il più possibile stupidi ostacoli a che la legge stessa venga rispettata.
Per questo, mi piacerebbe vedere cosa succederebbe, nel caso in cui una famiglia realmente impossibilitata a portare i figli a scuola, evitasse di ottemperare a tal obbligo.
Una volta, (e ne sono testimone diretto), arrivavano i carabinieri; oggi, dubito che lo farebbero, avendo anche loro grossi problemi per quanto concerne la mobilità, visto che, stando alle loro ripetute rimostranze, i mezzi a loro disposizione risulterebbero quasi inidonei alla circolazione.
Al di là di tutto, stando alla delibera appena proposta, l’ottemperanza all’obbligo scolastico, dovrebbe essere garantita dal municipio in cui il bambino risiede, almeno per ciò che riguarda il trasporto da e verso la scuola.
Sarà vero che non ci sono i soldi per la gestione degli scuolabus, o è un altro modo per eludere la legge e lasciare tutto allo status quo?
Non lo sò e non spetta a me saperlo.
Sò però, per certo ormai, che le tante macchinazioni portate avanti durante gli anni scorsi, tese a spostare da lì a qua e da qui a là le direzioni scolastiche, (in base alle forze e alle capacità politiche messe in campo), servivano proprio ad assicurare la presenza della scuola sul proprio territorio.
Tutto questo, a discapito di chi è più debole, alla faccia dell’articolo tre comma uno della Costituzione italiana.
Vale allora una soluzione più drastica, presa ob torto collo, da molti giovani:
Evitare, per quanto possibile, di mettere al mondo bambini.
Il ben pensante di turno, (e non solo lui), starà già meditando la mia morte; ma siccome nemmeno il diavolo mi vuole, ed anche per far aumentare la bile a questo becero personaggio che mi fa compagnia nelle mie farneticazioni, io dico che, se veramente è questo uno dei motivi che ci portano ad avere una così bassa natalità,, mai nulla è stato così azzeccato, nel pensiero silenzioso ma fervidamente attivo dell’italiano medio, maestro nell’arte dell’arrangiarsi.
Facendo i giusti calcoli, a chi verrebbe ormai l’insana idea di mettere al mondo un figlio, considerato che lo stesso mondo, oltre ad essere normalmente infido, è gestito dalle leggi di mercato, leggi che dichiarano la nascita di un bambino, un investimento in perdita mai recuperabile?
In definitiva:
Come generalmente si fa in Italia, si parla bene, anzi, benissimo, quando si decantano certe qualità a livello di governo, offendendo il cittadino meno abbiente, reo d’immobilità nella vita in generale, per poi razzolar male, nel momento in cui si deve agire per far sì che lo stesso cittadino, magari proprio per poter pensare al futuro di tutti, riesca ad avere le risorse necessarie, non al lusso sfrenato o al poter partecipare ad orge imperiali, ma per poter vivere con un minimo di decoro e far vivere chi, proprio a seguito di questo raggiunto status, viene generato.