Di Luca Giordano
Questa mattina intorno alle nove, l’applicazione di messaggistica istantanea statunitense usata ormai dal mondo intero è andata in down, bloccandosi e lasciando tutti orfani dei messaggi dalla spunta blu. Il fatto da sottolineare, è non tanto il problema tecnico che ha portato al blocco dell’applicazione (risolto poi nel giro di un paio d’ore), ma l’isteria collettiva generata dall’impotenza nel non poter inviare e ricevere messaggi.
Ormai, me compreso, siamo tutti dipendenti da questi social, tanto che secondo uno studio francese pubblicato nel quotidiano ‘Le Figaro’, ,1 persona su 3 compie il gesto di guardare il telefonino appena sveglio al mattino, prima ancor di scendere dal letto. Oggi ci siamo ritrovati a spegnere e riaccendere il nostro smartphone pensando che fosse un problema solamente nostro, noi che ormai reputiamo questi programmi infallibili tanto da non dubitare mai sulla loro funzionalità.
Alcuni sociologi, sostengono che questi ‘guasti momentanei’ sono creati appositamente per studiare le reazioni di noi consumatori drogati di social. Vero o no, il trend ‘WhatsApp non funziona’ è stato scritto infinite volte sugli altri social, tanto da diventare la notizia più ricercata del mattino.
Una domanda mi sorge spontanea da fare: Di mattina, al posto di fiondarsi subito sullo schermo del proprio cellulare, non sarebbe meglio andare prima in bagno?!