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Costituzione Della Repubblica Italiana

Di Vittorio Venditti

Analizziamola A Modo Nostro

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Già tante volte ti ho proposto questo Documento, tanto Importante, quanto non applicato.
Oggi, dopo aver seguito quel Rito che è stato presentato ieri su RAI Uno, cosa scontata oltreché fritta e rifritta, diventa ancor più necessario riportare lo Scritto che ne è stato protagonista alla memoria tua e degli altri quattro miei fedeli lettori, proprio per mettere ancora una volta in chiaro la differenza fra ciò che si dice e ciò che si fa in questa Italia, i cui molti “abitanti”, (e parlo di chi è in conflitto d’interesse in merito), pensano di dire: “Se non ti sta bene così, puoi anche andartene”; per poi presentarsi con la loro lurida faccia, linda e pinta per il “Santo Natale”.
Io non solo non me ne vado, ma esercitando il potere che mi è dato dall’articolo ventuno di questo Documento, cerco, in maniera cattiva ma sincera, di rovinare a costoro una “Festa” sentita solo da loro e dai commercianti, naturali e giustificati beneficiari di tanto frastuono.
Per questo motivo e per evitare invece di tediare chi mi legge, metterò sotto la mia lente critica solo i primi tre articoli; se infatti volessi trattare l’intera “madre di tutte le Leggi”, dovrei impegnarmi in un lavoro che alla fine risulterebbe troppo lungo e sicuramente fuori tempo, considerata la naturale scadenza della notizia.

“Art. 1. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
L’Italia è una repubblica DEMOCRATICA? Siamo sicuri?
Io, forse sbagliando, per Democrazia ho sempre intesa la possibilità di dire la mia in ogni senso ed in ogni luogo compreso nel Patrio confine.
Se togliamo le chiacchiere comuni, mi sai dire tu dove vedere un po’ di democrazia, quando si toccano temi fondamentali per la propria difesa personale, magari da coloro che c’impongono tal Democrazia?
Una repubblica fondata sul lavoro…
Di chi è raccomandato o di chi il lavoro, a costo di duri sacrifici, se lo deve creare con le proprie forze, spesso dovendo superare i numerosi ostacoli imposti dai politici?
E potrei dire di più, ma ne abbiamo già parlato!

“Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”
Di belle parole in questo periodo se ne sentono a iosa; io, per ragioni ai più conosciute, di queste stronzate, (perdonami il francesismo), ne sento ogni giorno, qualche volta provandole direttamente sulla mia pelle.
Ieri sera, il buon Benigni, (pagato anche per questo), ha fatto un vero sproloquio, decantando le qualità italiche nel trattare i diritti umani, specialmente quelli dei portatori d’handicap.
Visto che la nostra Costituzione è carta da chiacchiere, non potevano essere diversamente considerate Leggi e comportamenti personali, che nulla hanno a che vedere con l’applicazione dei diritti proposti nell’articolo due.
Così se lo Stato disattende quanto proposto in favore dell’[download id=”252″ format=”2″] Di principi che esaltano il lavoro intellettuale di chi ha qualche deficit, facendo la stessa cosa in riferimento a [download id=”253″ format=”2″] Che trattano più squisitamente le esigenze fisiche di costoro, altri, spesso privati con la vocazione di pulirsi l’anima per presentarsi a quella sfilata di moda che viene denominata Messa della notte di Natale, da cretini che non sono altro, trattano il resto, trattabile e trattato in maniera diametralmente opposta dai Padri Costituenti.

A che pro dunque tutto quel discorso offensivo proposto dal nostro Giullare Rosso?

“Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Alcuni, (Si chiamano Caste), sono un po’ più uguali degli altri, (la massa), e quindi vengono naturalmente trattati meglio, proprio da coloro che si dichiarano Paladini della democrazia; ciò, in nome e per conto di quell’interesse vigente in Italia ancor prima della Costituzione, il medesimo interesse che, in nome del Mercato, ha prodotto quanto schifato da Roberto Benigni, argomento opportunisticamente dimenticato dalle Caste di cui sopra, argomento che, come al solito, succhiando sangue a volontà al popolo, ha ingrassate le suddette caste, che ora, per digerire ancor prima del banchetto natalizio, si sono sparate quella stupidaggine che è stata la trasmissione di ieri sera.
“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

MA DE CHE!!!

Dei portatori d’handicap abbiamo già parlato sopra.
Che dire però di tutti gli altri diritti umani, (libertà personali da gestire in famiglia, libertà di studiare in maniera seria per i bambini, componenti la generazione dei futuri lavoratori, futuri pagatori di contributi per la nostra pensione, libertà di vivere la propria vita, emancipata da inutili tabù imposti da chi, non avendo il diritto di rappresentare tutti, in nome del loro “essere enti privati” impunemente e con la complicità dei paladini della democrazia, impongono il loro modo di vedere, condizionando la democrazia stessa e di conseguenza proponendo le battaglie di Marco Pannella, anziché aiutare ad applicare la Costituzione, ne fanno il paravento per costringerci a sopportare una dittatura che in tanti dicono abolita?

Come detto, potrei continuare per un bel pezzo, sapendo di non ottenere niente in cambio.
Di una cosa però sono contento e convinto: Vale a dire del fatto che se è vero che dopo questo mio scrivere niente cambierà, (ed è tutto gratuito), cambierà ancora meno dopo quanto espettorato ieri sera a nostre spese, da gente che ancora si ostina a pensare di poter imporre il proprio modo di vedere, (in nome della democrazia), a chi, stufo di sentire chiacchiere morte, dopo aver ascoltato quanto detto a proposito del sopra citato articolo tre, ha pensato d’investire meglio il proprio tempo, recuperandolo in sano e ristoratore sonno, foriero, questo sì! Di qualcosa che a lungo andare, ma anche a breve, si dimostrerà davvero utile, almeno per il cittadino che, pensando di rispettare la Costituzione, al di là di chi la propone, ne fa una Bandiera utile al proprio sviluppo ed a quello di chi gli è caro, fregandosene di “Paterni dictat”, a dire di certo lerciume, “proposti per il nostro Bene”.