Di Luca Giordano
Niko Pandetta, noto ‘trapper neomelodico’ catanese è stato arrestato e condannato in via definitiva per spaccio di droga a seguito di indagini legate al narcotraffico.
Proprio in questi giorni il rapper aveva conseguito il disco d’oro grazie al singolo ‘Pistole nella Fendi’ e con l’album ‘La bella vita’ nel quale sono contenute canzoni dai testi quasi irrisori nei confronti della giustizia e delle forze dell’ordine oltre ad inneggiare lo status simbol della malavita organizzata al quale lui appartiene, visti i legami con il clan siculo dei Cappello.
Niko Pandetta quest’estate ha destato scalpore anche in Molise, particolarmente nel comune di Pietracatella, un paesino molisano di poche anime che però lo scorso trenta luglio è stato preso d’assalto da centinaia di ragazzi giunti dal casertano e dal beneventano per assistere all’unico concerto tenuto dal Pandetta che si è visto annullare il proprio tour grazie alle associazioni antimafia che però nulla hanno potuto per far disdire l’appuntamento molisano. Gli organizzatori della serata hanno giustificato l’evento nascondendosi dietro allo stratagemma dell’incremento turistico’ avvenuto grazie a questo concerto (che in effetti visto in questo senso è stato un successo) senza tener conto dell’aspetto morale, metafora dei nostri giorni.
Ora che il ‘siculo pandetta’ è stato arrestato, in molti lo deridono intonando proprio una sua strofa che dice “Maresciallo non ci prendi”, coscienti del fatto che tra non molto potrà vagare libero continuando a fare musica che attrae i più giovani accecati dai testi criminali che vanno in voga di questi tempi.