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Strage Nella Scuola, Riesplode La Polemica Ma Il Mercato Delle Armi Resta Intoccabile

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Marco Frosali

E Come Dargli Torto?

L’articolo che mi ha fornito Marco, inizialmente doveva finire nel “Barile Raschiato” di prossima pubblicazione.
Poi però, con il permesso accordatomi dal mio valente collaboratore, ho deciso di farne una farneticazione a sé, vista l’importanza dell’argomento trattato:

Strage nella scuola, riesplode la polemica ma il mercato delle armi resta intoccabile – Il Messaggero.
Commento di Marco:
“E se la stessa cosa succedesse a questi ‘signori’ dei revolver?”.
Commento mio:
E’ sempre un discorso di Educazione Impartita.
Mi dispiace solo che oltre a chi era proprietaria delle armi utilizzate secondo la ragione per la quale queste vengono costruite, abbiano dovuto pagare bambini che nulla hanno a che vedere con certi “capricci”, nulla avevano a che spartire con colui che, ricevuta l’educazione a considerare le armi un gioco di casa, come tale le ha trattate, provandole anche su sé stesso.

A tutto ciò aggiungo che la risposta data dai fabbricanti d’armi, va considerata Sana, atteso che le armi in sé, se ben custodite e soprattutto se tenute da chi ha il cervello in grado di funzionare, non sono nocive, perché non hanno un’anima che permetta loro di agire.
Giusto è dire che un’arma, se la si lascia nella sua custodia non fa del male a nessuno.
Diverso è il caso in cui, armi lasciate alla libera mercé, possano fare male, ma davvero male, magari a persone che si sono appena affacciate alla vita, così, com’è accaduto nei giorni scorsi in America.

Come accade ogni qual volta si verifichi una tragedia, tutti sono pronti a fare discorsi farciti di belle parole.
Nessuno però li ricorda due o tre giorni dopo il “fattaccio”, a nessuno viene in mente che se si arriva al punto di detenere un’arma, forse è perché chi dovrebbe fare il proprio dovere, non lo fa fino in fondo, costringendo l’uomo della strada a prendere provvedimenti estremi, da considerare una sconfitta per la civiltà.