Di Vittorio Venditti
Super Mario E Re Giorgio Parlano Di Rigore, Ma A Noi, Perché danno Sempre Punizioni?
(I. M. U.: Pagarla Col “Rimprovero”?)
Eccoci dunque al saldo della farneticazione che ho riportata a tua conoscenza già nel titolo.
Noi, italiettani che sanno solo lamentarsi, arrivati al sacrificio e quasi al limite della sopportazione, ancora una volta, in maniera pecoreccia, accettiamo di vedere “fino a che punto questo stupido vuole arrivare”.
Ho disturbato il grande Totò per sintetizzare il mio pensiero; ma è filato così tutto liscio da non poter mettere il becco?
Naturalmente no!
Sarebbe stata una magra consolazione ma ci sarebbe stata!
E che è successo?
Ti racconto la mia esperienza.
Già all’inizio di giugno, quando si è trattato di pagare la prima rata, ricorderai che era un vero enigma capire come e quanto si dovesse anticipare, visto che fra l’altro, a chi avesse voluto levarsi il dente in una sola volta, è stato impedito di farlo in ogni modo.
Si diceva che “forse la seconda rata non si pagherà” ed io a questi poveri illusi risposi che se fosse accaduta una cosa del genere, sarebbe significata la nostra annessione ad uno Stato che non si sarebbe potuto chiamare Italia.
Senza tirarla per le lunghe, visto che già dovevo pagare per pagare le tasse, (la dichiarazione dei redditi ovviamente non è possibile quasi per nessuno compilarla in proprio), decisi di provare a farmi preparare anche il calcolo per pagare l’I. M. U., così, da levarmi il pensiero.
Già in quel momento mi resi conto che qualcosa non andava: Va bene pagare, ma quand’è troppo è troppo!
Così, riflettendo bene prima di fare il fatidico passo, decisi di applicare la cosiddetta “Filiera Corta”, per cui, interpellando il mio tecnico di fiducia, arrivai a farmi calcolare il “dovuto”, direttamente da chi avrebbe ricevuto il mio contributo.
Più preciso di così!
Non potrò certo sbagliare!
Ripetuta la manovra anche in occasione del saldo, ecco la conclusione:
Ogni tanto, anche in me si affaccia un po’ d’intelligenza.
Con la manovra appena descritta, ho risparmiata la metà dei soldi che mi venivano richiesti applicando il calcolo propostomi dal patronato del quale generalmente mi servo.
Al patronato lavorano degli asini?
No, ma in quel luogo sono comunque impiegati degli sprovveduti.
L’arcano è stato svelato da una semplice considerazione: Il calcolo che ho scartato, era stato preparato tenendo conto di aliquote che non consideravano le delibere municipali, ma si basavano evidentemente su misure standard, deleterie per il contribuente.
In definitiva:
Sempre più frequentemente mi tocca registrare di avere torto nell’essere onesto.
Se infatti avessi pagato secondo la proposta del patronato, evitando di farmi furbo, al danno del dover pagare una tassa non so quanto legittima, si sarebbe aggiunta la beffa del dare più del dovuto, perdendo danaro reso irrecuperabile da un’apposita Legge dello Stato che vieta la restituzione di quanto pagato in più dal contribuente.
Lode dunque Ai Furbi!
Costoro, se sanno come fare, evidentemente sono più intelligenti di me e di conseguenza sono anche più ricchi, di quel danaro che se sta nelle nostre mani ci dovremmo sentire in colpa, mentre se finisce nelle tasche di uno Stato che poi non ci restituisce servizi, o peggio, entra fra le capaci tonache di chi dice che esiste per fare del bene, è considerato esso stesso un bene di Dio.
Ma chi volete prendere in giro!