Di Luca Giordano
(Postilla), Di Vittorio Venditti
Un video denuncia girato ieri dal fratello di un ragazzo disabile all’interno dello stadio ‘Maradona’ di Napoli, dove il settore dedicato ai tifosi diversamente abili è stato preso d’assalto da tifosi normodotati che vedendo la partita rigorosamente in piedi non consentivano la vista a chi è costretto a star seduto su di una sedia a rotelle. Filmato che riaccende una luce su di una criticità degli impianti calcistici italiani per quanto riguarda l’accessibilità ai portatori di deficit.
Di fatti, secondo un reportage della Uefa, l’Italia è tra gli ultimi posti in Europa per servizi offerti ai tifosi ‘meno fortunati ‘ che animano il tifo in tutto lo stivale. A finire nel mirino Uefa, ci sono anche stadi importanti come San Siro a Milano e L’olimpico di Roma, strutture che hanno dei posti limitatissimi numericamente messi a disposizione per i disabili con visuali davvero scadenti, tanto da sembrare quasi una presa in giro, più che un servizio che dovrebbe essere garantito per legge. Per non parlare del problema culturale che il paese attraversa, quello in cui chi ha un deficit diventa oggetto di dispute tra amici che si contendono questo per ottenere il pass gratuito allo stadio e perciò si offrono da fargli da accompagnatore.
Bisognerebbe fare dei passi in avanti come paese, nel vedere il disabile come una risorsa e non come un peso (che in questo caso specifico è stato totalmente mancato di rispetto nell’impedirgli di vedere visivamente la partita della propria squadra del cuore) e di pari passo sanzionare severamente le società che non garantiscono questi servizi che sono obbligati a dare, perché l’andare allo stadio per il disabile funge da esercizio sociale e aggregativo oltre ad essere un momento di svago e di divertimento come per qualsiasi normale tifoso.
Esperienza diversa vissuta allo stadio Olimpico di Roma da chi dirige questa testata: qui per chi vuol rileggere.
Forse, Superata Dai Tempi?