Di Luca Giordano
La cosiddetta commedia all’italiana ha fatto scuola sopratutto nell’epoca post bellica attraverso straordinari attori quali Sordi, De sica, Gassman, Loren, Mastroianni e Lollobrigida (solo per citarne alcuni), artisti che raccontavano vizi e virtù spesso dell’italiano medio, così furbo e a volte cialtrone, capace di tutto per un misero arricchimento personale.
E’ così che sono nate scene indimenticabili come quella di Alberto Sordi che si ingozza di spaghetti o di Nino Manfredi che in terra svizzera tedesca non può esimersi dall’esultare al gol della nazionale Italiana facendo trasparire così tutto l’amore e la passione per la propria terra natia. In questi film ci sono citazioni, frasi o comportamenti che sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo (sia in Italia che all’estero) che ancora adora e stima personaggi come Fellini e Mastroianni non capacitandosi che l’epoca della ‘dolce vita’ sia finita da ormai un pezzo. Oggi le nostre commedie non hanno un grosso appeal e anzi sembrano quasi assomigliarsi dannatamente l’una con l’altra, tanto da far pensare, “ma io questo film l’ho già visto!”. E’ pur vero che di autentici e propri fuoriclasse della recitazione e della regia oggi non ne esistono più. Le maschere come quella di Totò e di Sordi hanno lasciato spazio a visi bellocci che a stento ti riescono a far fare due risate di numero.
Speriamo che la grande commedia all’italiana torni tale con nuove generazioni di cineasti che sembrano promettere bene.