Di Vittorio Venditti
Riprendiamo A Far Politica A Modo Nostro
Dopo aver dato il contributo ad un’idea che non è stata compresa a pieno, in attesa che il naturale smaltimento della vita provveda ad eliminare chi non se ne vuole proprio andare, torniamo a rivedere i risultati e ciò che per effetto di Questi è cambiato per noi del popolino, altra battaglia proposta da chi non ha le mie stesse idee politiche, altra battaglia alla quale ho partecipato con convinzione, nonostante la diversità di vedute che mi distanzia dagli allora proponenti.
Ricordi quando ti proposi il mio pensiero in merito ai Referenda?
Io fui tra i numerosi firmatari di quelli che riguardavano la gestione delle reti idriche e la distribuzione del prezioso liquido che vi dovrebbe transitare:
L’Acqua.
Da dire che prima di apporre quelle firme, mi resi protagonista di un’altra battaglia in ambito locale.
Prima di aprire quest’inutile sito infatti, con lo pseudonimo di Ulisse, (registrato su www.gambatesablog.info, scrissi una farneticazione dal titolo [download id=”249″ format=”2″], (Questo delirio, causa la mia successiva cancellazione dal blog suddetto, non è più presente nel loro archivio, ma essendo di mia proprietà te lo ripropongo in download), ciò perché a Gambatesa, a proposito della gestione della rete idrica, accadeva qualcosa di insolito:
Tu facevi una segnalazione di guasto inerente la perdita della rete municipale?
A te, venivano addebitate le spese per la riparazione.
A volte, farsi gli affari propri conviene!
Ma questi, erano affari anche miei!
Se ogni cittadino infatti segnalasse i disguidi alla cosa pubblica, ogni cittadino, sia pur in piccola parte, ne trarrebbe beneficio.
Nel caso specifico, se si disperde meno acqua, la differenza che si presenta all’atto dell’esazione da parte dell’ente gestore, fra acqua segnata dai contatori e liquido effettivamente erogato, si abbassa e se tutto va bene, può anche arrivare a zero.
Senza tirarla per le lunghe, quella farneticazione fece rinsalire chi presso il municipio si occupa della gestione del servizio di distribuzione dell’acqua, tanto che da allora, almeno chi scrive, per quel problema specifico, non ha avuto più nulla a che ridire.
Tornando però a bomba, e superato il problema firme, ho pensato di esporre il mio pensiero in prossimità del fatidico giorno, Dire che ho rimesso al tuo esame anche oggi con il link di cui sopra.
Cos’è cambiato da allora?
Per i referenda numero tre e quattro, niente e per varie ragioni.
Avendo deciso di non considerare la possibilità di esprimere il mio voto, non mi soffermo su questi due temi, visto che sarebbe un disturbo al disturbo e credo di avere già sufficientemente abusato della tua pazienza.
Toccare invece i quesiti per i quali mi sono espresso, dopo averne firmata la presentazione, è d’obbligo.
Se dunque per il primo pare che non sia cambiato niente nella forma, (la cosa è complementare alla domanda successiva), per il secondo referendum… non è cambiato nulla ugualmente.
“Ma qualcosa però è cambiato! Non essere sempre il solito sfascista!” Dirà il benpensante di turno.
Sì, è vero, qualcosa è cambiato:
L’importo e la modalità di calcolo delle bollette.
In questo anno e mezzo, (e noi molisani siamo fra coloro che si possono lamentare di meno), il costo del servizio che ci fornisce l’acqua è lievitato a dismisura.
E com’è oggi il servizio rispetto a ieri?
Fa schifo allo stesso modo se non di più, atteso che:
1°: L’acqua manca di notte d’estate come d’inverno, con alta o bassa densità di popolazione allocata a Gambatesa;
2°: I guasti si verificano come prima, e vengono riparati con la medesima tempistica di quando il costo dell’acqua era più contenuto.
Allora che abbiamo votato a fare?
Abbiamo votato semplicemente per spendere un po’ di pubblico danaro, in maniera da giustificare poi l’aumento delle tasse e dare ancora una volta ragione a chi ha inventata e proposta ai posteri questa massima:
“La sicurezza del potere si fonda sulla insicurezza dei cittadini”.
(Leonardo Sciascia).
Ottimo risultato, non c’è che dire!