Bande Larghe
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Qualcosa Comincia A Funzionare

Di Vittorio Venditti

Giustizia E’ Fatta?

In questo periodo stanno succedendo strani fatti: il Sindaco di Gambatesa che dice la verità, si trova un “Solerte Magistrato” in grado, dopo sette, dicasi sette anni o quasi otto, di ripristinare il Principio secondo cui la Legge protegge i cittadini onesti e non, come accade di solito i delinquenti e o i furbi ecc.
Sarà l’effetto delle radiazioni atomiche provenienti dal Giappone?

Fosse così, ben venga il nucleare in Italia!
In caso di necessità, potremmo evitare l’importazione di radiazioni, avendo a disposizione le nostre, sicuramente più genuine e corruttibili.

Del Sindaco abbiamo già abbondantemente parlato a proposito della festa di San Giuseppe, per cui, parlarne ancora sarebbe un’inutile celebrazione delle sue “capacità”.
Oggi, mi soffermerò sulle qualità ritrovate dal nostro “Solerte Magistrato”.

Per carità! Non che sia diventato davvero solerte!
Sarebbe il colmo: la giustizia italiana che oltre a funzionare fosse anche rapida! A tutto c’è un limite!

Nò, questo nò; ma già il fatto che si veda un barlume d’intelligenza in questi burocrati da quattro soldi, fa ben sperare per la tenuta della pazienza di quei pochi che ancora credono utopisticamente nella possibilità che per giustizia s’intenda quanto ancora scritto ormai solo sui dizionari.

I Fatti:

Proprio l’altro ieri, a Milano, un tabaccaio che aveva inseguito ed ucciso e ferito i suoi due rapinatori, è stato assolto con formula piena, alla faccia della bile del P.M., che aveva chiesto, per questo delinquente incallito, la condanna a nove anni di galera, (aggiungo io), col getto della chiave e per cibo pane ed acqua.

Sì, finalmente un po’ di giustizia vera!

Per inciso:

Ricordando quanto espresso da Claudio Baglioni nella canzone “Uomini persi”, anche quei rapinatori avranno avuto un cuore e forse in cuor loro non avrebbero voluto far del male, per cui offro anche a loro l’umana pietas, e non infierisco più di tanto, trattandosi comunque di morti che, per il loro status, non possono replicare.
Da questo però, a considerare chi lavora un delinquente, solo perché, per una volta non è andato lui all’altro mondo, ce ne passa.

D’altra parte, se non vado errato, l’omicidio del gioielliere Pierluigi Torreggiani e il ferimento del di lui figlio Alberto, se pur trattati dalla nostra giustizia con gli ovvi lunghi tempi, mi pare che non abbiano prodotto ancora il meritato carcere per l’assassino, che per ironia della sorte, porta il nome altisonante di un cosiddetto “patriota”: Cesare Battisti, assassino beatamente protetto prima in Francia poi in Brasile.

Che dire poi, ad esempio della terrorista rossa Marina Petrella?

Costei, dopo le condanne ricevute e mai applicate perché protetta in Francia, quando finalmente poteva essere estradata in Italia per essere rinchiusa in qualche grand hotel, ancora definito carcere, si è fatta venire la depressione e, approfittando di conoscenze altolocate, parlo di Carla Bruni e la sorella Valeria, è rimasta sotto la protezione dei cari cugini francesi, alla faccia nostra e delle vittime di quest’assassina.

E come trattare il caso degli attentati di piazza Fontana, piazza della Loggia o del treno Italicus?
E volendo discettare sulla strage di ustica o, tornando potentemente in dietro nel tempo, della strage di portella della ginestra?

E non mi si venga a dire che è una questione di diritto internazionale!

Ricordo a me stesso come fu risolto il problema “fratelli Rosselli” nel lontano, (per anni e per senso di giustizia), millenovecentotrentasette.
Fra l’altro, in merito al caso dei fratelli Rosselli, va detto che costoro non avevano ucciso nessuno, anzi, nel caso specifico si poteva e si può ben dire che i Nostri, più che delinquenti erano Combattenti, per ideali e con gl’ideali.
Ciò però, non ha dato loro la possibilità di affrancarsi da chi li braccava.

Tornando al caso del tabaccaio:

La motivazione proposta dalle agenzie giornalistiche che salva la faccia al P.M., fornita a corredo della sentenza d’assoluzione, dice in sintesi che se pur è vero che il tabaccaio ha sparato, lo ha fatto perché si sentiva oggettivamente in pericolo…
Commentare una stupidaggine del genere significherebbe farmi perdere molti punti al tuo cospetto; perciò, dico solo, riflettendo fra me e me: “come se il Nostro, in quel momento, si stesse masochisticamente divertendo”.
Ma poi, a questo P.M., tranquillamente omologabile al nostro “ben pensante”, è balenata l’idea che il nostro tabaccaio, quel maledetto giorno, tutto avrebbe voluto fare, tranne che sparare addosso a quei due imbecilli?

Personalmente, a parte la già citata umana pietas, prego ogni giorno Dio di non farmi trovare in una condizione simile, per modalità d’azione e motivazioni.
Dovesse essere così, non mi esimerei dal comportarmi emulando il nostro tabaccaio, e offrendo lo stesso servizio agli eventuali complici, intesi come Forze dell’Ordine, solerti Magistrati, stupidi P.M. e quant’altro di moralista e ben pensante mi dovesse venire a tiro.

Una cosa simile a quanto sto scrivendo, la dissi una sera in un bar di Gambatesa, proprio a due Carabinieri, a proposito però dei reati di pedofilìa.
Dissi sostanzialmente che se qualche orco avesse per qualsiasi ragione importunata mia nipote o bambini simili, avrei provveduto a “redimere” per sempre sparandogli, (non certo metaforicamente), lo sfortunato pedofilo.
Così, avrei fatto anche con le Forze dell’Ordine, nel caso abbastanza probabile in cui fossi stato interpellato per render conto dell’azione, considerando costoro alla stessa stregua del pedofilo in questione, quindi complici di costui.

D’altra parte, se il paziente cittadino deve convivere con questo modo di gestire le leggi, che prevederebbe piuttosto che la salvaguardia di chi cerca di vivere onestamente, la protezione di chi unge gl’ingranaggi di una macchina che non funziona più da lungo tempo, come si può pretendere che poi il cittadino stesso non reagisca secondo il metodo fai da te?

A margine, c’è da dire che giorno per giorno, la giustizia, macchina che già non funziona, sempre di più, viene messa in condizione di funzionare di meno.
Proprio l’altro ieri, vista l’entrata in vigore della conciliazione obbligatoria ecstragiudiziale, da proporre prima di arrivare in tribunale ed iniziare una causa civile, si è visto lo stato di agitazione, indetto dagli avvocati.
La cosa più sconcertante, lo sentita in un’intervista proposta dal TGR del molise, dove l’avvocato Demetrio Rivellino, presidente dell’ordine forense di Campobasso, sicuramente fra i più interessati allo status quo, giustificava il loro stato di agitazione con la mancata informazione offerta ai cittadini, sui vantaggi e gli svantaggi scaturiti dall’applicazione di questa legge.

Chiedo a Demetrio il Calcolatore:

Ma se un cittadino si rivolge a Te, avvocandoti a sé, afinché tu possa risolvere una causa in fieri, non dovrai essere tu, all’atto della chiamata in azione, a convincere chi ti chiama, del fatto che può esistere una soluzione diversa per risolvere la causa che ti viene affidata?
O come penso io, alla maggior parte degli avvocati, più che velocizzare le cause, interessa imbrigliarle in una catena che non deve finire mai, in maniera da rendere sempre meno libero di agire, il cittadino che vuol solo veder rispettati i propri diritti?