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La Morìa Dei Comitati Feste

Di Vittorio Venditti

La Cosa E’ Seria

Prendo spunto da quanto già ho scritto nei giorni scorsi a proposito della festa di San Giuseppe, per riportare alla luce un problema che dallo scorso anno sta interessando i vari comitati che si occupano dell’organizzazione delle feste:
La loro morìa.

L’anno scorso, si diceva già dopo la festa di Sant’Antonio, “che si erano creati dissapori all’interno dello stesso comitato”, (vox populi per carità!), “tanto da paventarne lo scioglimento”.
La cosa, si è vista negli effetti, a proposito del comitato della Madonna della Vittoria, ricostituito proprio in prossimità delle celebrazioni in merito.
Per finire, almeno per ora, tutti abbiamo potuto vedere che ne è stato del comitato di San Giuseppe:
Ci saranno altre “dipartite”?

Una cosa è certa, c’è mal umore nelle varie organizzazioni.
Sarà dovuto alla gestione del Dio Danaro?

In varie occasioni si è data la colpa al fatto che tutti i comitati feste sono presieduti dalla stessa persona:
Don Peppino.
In un’occasione che io oso definire “carnascialesca”, lo Stesso, propose, (non so quanto convintamente), le proprie dimissioni, a suo dire, non accettate.
Ma se è così, perché tutto questo malcontento?

E poi, al di là di quanto detto ora, perché, nel caso di nuove ricostituzioni dei comitati morti, i passati componenti sprigionano nei confronti dei sostituti un’invidia e maldicenze tali che, più che far pensare a comitati d’organizzazione di feste a sfondo religioso, fanno venire in mente società simili per comportamento a sette sataniche?

Nei mesi scorsi, parlando con Carmine Abiuso, componente del nuovo comitato della Madonna della Vittoria, sono venuto a sapere di gente appartenente al precedente comitato, che sparlava in tutto e per tutto del lavoro proposto dal comitato nuovo…

Al di là di tutto ciò, mi chiedo e ti chiedo:
Se si arriva al punto di sciogliere un comitato, non sarà per il fatto che quest’operazione definitiva rispecchi il malcontento del popolo, stufo di vedere giorno per giorno ridotte le possibilità di festeggiare secondo i motivi che inducono a finanziare le stesse feste?

Per essere più chiaro:

Se alla gente, ad esempio, piacciono i fuochi d’artificio, a che titolo ci si permette di ostacolarne l’organizzazione?
Visto che si lavora per vivere, e non si vive per lavorare, e visto che, chi sa amministrare il danaro altrui, sa anche come farne avanzare, a che titolo si pretende di dire che i fuochi d’artificio sono un’inutile spreco?

Infine, se è vera la diceria secondo cui i bilanci di tutti i comitati, perché gestiti da un unico presidente, possono allegramente trasmigrare da un comitato più “virtuoso” ad un altro meno “fortunato”, (se non è solo una diceria!), a che titolo ciò avviene?

A proposito dei fuochi d’artificio, mi sia consentito dire la mia.
Da un po’ di anni, si sta sempre più spostando l’obbiettivo della costituzione degli stessi fuochi, dai potenti botti a qualcosa che privilegia lo spettacolo visivo, con, per sfondo, delle fetecchie che sembrano miccette per bambini, o al massimo raudi, non certo il vero Sparo.
A quando il ripristino del vero sparo?

Passando ad altro, se la democratia non è un’utopia, e se realmente non si hanno altri interessi da difendere, al di là del semplice voler organizzare una manifestazione, perché se non si è d’accordo nella gestione della manifestazione stessa, qualunque sia la carica ricoperta, non si rassegnano le dimissioni, lasciando alla maggioranza del comitato la possibilità di gestire la stessa manifestazione?

Come detto, a Gambatesa abbiamo ancora la fortuna di avere la possibilità di divertirci senza il necessario patrocinio di comitati feste.
Parlo delle Maidunate di Capodanno.

Questa festa, piaccia o nò, non potrà mai essere assoggettata a comitati simili a quelli che stanno via via morendo, per il semplice fatto che la sostanza della festa stessa, si estrinseca nella creazione di squadre indipendenti in tutto e per tutto, l’una dall’altra.
Se un comitato è presente, lo è solo per quanto concerne l’organizzazione della manifestazione del primo dell’anno, quando già la tradizione è stata onorata.
In oltre, chi può negare, anche il primo, a chiunque, di spostarsi con la propria squadra ancora casa per casa a far maidunate?

Scusa per questa mia fisima, ma sono orgoglioso di averla, visto che rappresenta il massimo della libertà d’azione, non potendo, come detto, impedirmi nessuno di festeggiare, per altro, con la spesa ridotta all’osso.

Tornando alla costituzione e gestione dei comitati.
A mio avviso, ancora per qualche anno, dovremmo pensare a costituire i comitati nel modo vigente; poi, quando la Volontà di Dio ci libererà da chi ritiene di avere il diritto di amministrare quanto non è suo come se lo fosse, (in ciò, non è raccomandabile neppure il Papa), sarà tutto più semplice e tutto tornerà come prima, secondo la reale volontà del popolo.

L’avvoltoio sa attendere!