Di Vittorio Venditti
Altre Lacrime Di Coccodrillo
Oggi, anche per cambiare, voglio soffermarmi sul tentato scandalo, generato dalla notizia riportata da un quotidiano a tiratura nazionale, secondo cui, la maggior parte degli studenti siciliani, considera Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, non degli eroi, come comunemente vengono definiti, ma quasi dei “fessi”.
Su questo discorso, fatta salva l’umana pietas per gli uomini e per coloro che con Questi, o a causa di Questi, hanno persa la vita, va fatta un’approfondita analisi, storica e politica, che, sia pur in minima parte, intendo percorrere, ovviamente da “Voce fuori dal Coro”.
A scanzo di equivoci, cominciamo subito col dire che chi fa un certo lavoro, soprattutto per il fatto che non gli è stato imposto da esseri soprannaturali, sa benissimo a cosa può andare in contro; per cui, se è quello il risultato raggiunto, non si può fare del soggetto in questione un eroe.
A ciò, va aggiunto il fatto che se si diventa eroi sulla base di amplificazioni generate proprio da chi ha contribuito al raggiungimento di questo status, tutto diventa oltremodo offensivo; il vero Eroe, soprattutto in questi casi, è Colui che, stanco di essere preso in giro anche da morto, chiede udienza a Dio per farsi fare Giustizia, magari a colpi di fulmini da infliggere a chi, se da una parte si è disinteressato della Persona quando era in vita, in seguito alla Di Costei morte, ne pompa in maniera stramisurata le qualità, possibilmente per guadagnare danaro per sé, non certo per chi ci ha rimessa la vita.
Ma Falcone e Borsellino, allora, sono stati dei fessi?
Per me sono state persone normali.
Normali, perché sapendo di fare un lavoro rischiosissimo, lo facevano perché stipendiati, forse meno di quanto lo stesso rischio avrebbe dovuto prevedere, ma stipendiati.
Normali, perché facevano bene, anzi, benissimo il lavoro per il quale venivano pagati.
Normali, perché, come la maggior parte dei siciliani, sono stati liberi di decidere se parteggiare per una o l’altra fazione in campo per la difesa dei propri interessi…
In definitiva:
Falcone, Borsellino ed altri che come loro sono morti per aver calpestato i piedi a qualcuno che ha avuta più forza di loro, devono avere il rispetto che si deve alle persone normali, perché erano normali, atteso che essere normali equivalga ad essere onesti con il Prossimo e con lo Stato e posto che ciò sia ancora una qualità.