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Enews, lunedì 19 novembre 2012

Di Matteo Renzi

È difficile condensare in una newsletter le emozioni e il senso di meraviglia che si impadronisce di noi quando entriamo e soprattutto quando usciamo dalla Stazione Leopolda.
Per il terzo anno consecutivo abbiamo liberato spazio per i nostri sogni concreti, raccontando come potrebbe essere bella l’Italia Viva che stiamo aspettando.

Bella la Leopolda, no?

Credetemi, quasi tutti gli interventi meriterebbero di essere ascoltati. Perché la Leopolda è un festival delle idee e delle proposte. E io sono felice che anche quest’anno abbiamo dato il nostro contributo perché la politica italiana torni a parlare di cose serie.

In queste ore – anche da parte dei competitors interni – arrivano molti attestati di stima. Ma che bravi siete stati! Avete fatto un gran servizio al PD, con queste primarie. Adesso i sondaggi ci premiano, anche grazie a voi. Sottotitolo: accontentatevi.
Risposta: anche no. Siamo felici del clima che si è creato. Ma adesso vogliamo vincere perché solo vincendo si cambia l’Italia.
Per questo invito tutti coloro che credono in questo progetto, che due mesi fa sembrava impossibile e oggi è a portata di mano, a non cadere nel tranello di chi pensa che votare sia difficile. Votare non è complicato.

Ci sono due modi:
a) Il primo. è quello di andare liberamente ai seggi (trovate l’elenco dei seggi anche sul nostro sito www.matteorenzi.it).
b) Bisogna portare due euro, la carta d’identità e il certificato elettorale. E bisogna mettere in conto un quarto d’ora di fila. Noioso, lo sappiamo. Ma non abbiamo alternative. Meglio perdere un quarto d’ora domenica che perdere i prossimi cinque anni.
c) Si può votare anche se non si è registrati.
b) Il secondo. Cercare di saltare la fila andando a registrarsi prima o scaricando il modulo online.

Quello che vorrei dirvi è che il cambiamento è a portata di mano. Tutti i sondaggi – nessuno escluso – dicono che tra gli italiani noi siamo in vantaggio. Quando però si riduce la platea a chi davvero andrà a votare il margine si assottiglia e la partita diventa un testa a testa. Dunque, noi non abbiamo solo il problema di convincere a scegliere noi. Abbiamo il problema soprattutto di convincere chi ci ha già scelto ad andare fisicamente a votare. Ecco perché lo sforzo organizzativo di questi giorni è quello decisivo. Fare l’elenco degli amici da chiamare, spiegare che votare non è difficile come dicono, indicare dove sono i seggi: lo so, fa molto politica americana. Ma è così che vinceremo o perderemo le primarie.
Da parte mia io posso solo dirvi grazie. Perché tutte le volte che vedo un comitato fare un’iniziativa, un gruppo di ragazzi approfondire un problema, una persona che torna a sperare sul futuro del Paese avverto forte la gratitudine per aver condiviso con voi questa esperienza.

Ora, l’ultimo sforzo. Perché il cambiamento non è mai stato così vicino.

Un sorriso,
Matteo