Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Finalmente Parole Sincere!
“Ti posso dire una cosa parlando anche a nome dei presenti?
Tutti speravamo che tu questa sera non venissi a quest’incontro.
(Applauso generale).
…Non è giusto che tu scriva così come fai, soprattutto se dovessi farlo di quanto stiamo dicendo questa sera: quanto si dice in questa sede, è un discorso privato…
…Non è corretto, anzi, è maleducazione che tu, sentiti i discorsi nei bar li metta a conoscenza di tutt’Italia: sono cose dette nei bar e nei bar devono restare…
E’ questo il succo del discorso che ieri pomeriggio, nel centro sociale che la parrocchia San Bartolomeo Apostolo di Gambatesa utilizza per le riunioni che fa, mi è stato rivolto dal Parroco, quel Don Peppino del quale, nel bene o nel male ho sempre trattato, e del quale, che gli piaccia o no, nel bene o nel male, finché resterà nel nostro paesello, tratterò.
…Io neanche ti leggo, a me quello che scrivi tu me lo stampano e me lo fanno leggere…
I fatti.
Come accade ogni anno, a partire da novembre e fino a fine maggio, si tengono incontri presso il centro sociale di cui sopra, tenuti dalla parrocchia, ed inerenti la catechesi cristiana che, a detta dei relatori, dovrebbe insegnarci la “Rotta Giusta” per il Paradiso, inteso come la conquista dell’aver bene agito durante la vita terrena, che ci deve portare alla Pace eterna, data dal poter stare con Dio.
Già a suo tempo, su quest’inutile sito, (che può più ecologicamente esser letto, senza lo spreco di carta e d’inchiostro, peccato, se non per Santa romana Chiesa, per il contribuire all’eliminazione di esseri viventi come gli alberi), ho avuto modo di criticare l’ipocrita “convenienza” di chi, predicando bene, pensa di potersi permettere il lusso di agire in maniera opposta, credendosi l’unica “Voce” in grado di essere diffusa.
Oggi, FINALMENTE, Costoro hanno scoperte le carte.
Oggi, FINALMENTE, possiamo chiudere questa partita, aperta venticinque anni fa, quando, compreso “l’Arcano”, decisi di liberarmi di quella zavorra che era la tessera dell’Azione Cattolica, tenendo ben in pugno la mia libertà di vivere, secondo l’insegnamento Cristiano, ma evitando di dover sottostare a quella cappa dantesca, visibile sulle spalle di chi, in odor di Verità, rinfaccia ad ognuno di noi quanto dato, a suo modo di vedere, da noi disprezzato.
Alle cinque di ieri pomeriggio dunque, io ed il riottoso Totore, (è venuto con me per amicizia, non certo per convinzione, visto che ieri mattina, usciti da chiesa, aveva espressa la volontà di disertare tale riunione, non condividendo quanto poi si è chiaramente palesato), sotto una pioggia insistente che c’invitava a non uscire dal bar, siamo andati presso la sede di cui sopra, onorando l’appello del parroco, proposto a chi era ad ascoltare la Messa domenicale.
Entrando, già la porta era chiusa, ma ciò non lo potevamo certo considerare un atto ostile, atteso che il parroco ed i suoi adepti non necessariamente potessero pensare che andassimo noi, a rompere le uova nel paniere.
Entrati, siamo stati accolti abbastanza freddamente, ma non ci aspettavamo di più, non tanto per l’ostilità futura, quanto perché è questo il modo che si usa in quegli ambienti, quando arriva qualcuno che è considerato estraneo.
Fatta la consueta Preghiera d’inizio, incomincia la discussione, (sembrava: in realtà il consueto monologo quasi da papagna), che di primo acchito mi faceva dare ragione a Maria Mignogna, (senza fare nomi), la moglie di Salvatore Gallo, (a Ccett), che lo scorso anno, dopo che io e Totore avevamo deciso che non era per noi il caso di frequentare una catechesi proposta da chi non faceva parlare il Prossimo, ci disse che “non è vero: Don Peppino fa parlare, e come se fa parlare! Si può parlare liberamente ed in amicizia! Tu parli da fuori e con un pizzico di cattiveria!”.
Facendo tesoro di quanto detto lo scorso anno da Maria e sentito l’incipit di Don Peppino, provo ad inserirmi nel discorso.
Gelo e Fiamme!
Se avessero potuto mi avrebbero arrostito alla Giordano Bruno!
Non che non ci avrebbero fatto un bel banchetto…
Il risultato (ripulito da una cattiveria degna di Lucifero, posto che questo sappia essere così disprezzante del Prossimo), lo posto in testa a questa farneticazione, prendendone atto e, rivolto a Don Peppino, aggiungendo:
“A questo punto sarà bene che tu mi dica se è il caso che io vada via!”.
Al che, forse per opportunismo, (è quello che ho pensato e che penso io), Don Peppino non mi ha risposto.
Da quel momento, considerata la catechesi (proposta pubblicamente da Gesù Cristo), cosa assolutamente privata, ho evitato di rispondere, e così farò nello scrivere, fatta eccezione per quanto mi ha coinvolto direttamente.
Da dire, proprio per ciò, che a differenza di quanto vorrebbe imporre a Gambatesa la dittatura del nostro parroco e dei suoi pochi segugi, è perfettamente legittimo amplificare e far leggere, non solo all’Italia, ma al mondo che mi onora di visitare gambatesaweb, quanto si vede, proprio per confutare determinate tesi, utili esclusivamente a chi ritiene di assoggettare il Prossimo, senz’alcun diritto.
Passando dunque al sodo e ricevuto un opuscolo proveniente dalla Curia, che spiega le linee principali di quanto si dirà a proposito dell’anno della fede, (cinquantesimo dall’inizio del Concilio Vaticano Secondo), io mi sono permesso di significare la mancanza di accessibilità al documento in questione, a chi non ha la possibilità di leggerne il formato cartaceo.
Risposta:
“E’ un problema che non tocca la maggior parte della comunità di Gambatesa, quindi non spetta a me occuparmi di un problema che è solo tuo!.
(Da Cristiano a cristiano!).
Superato questo scoglio, e dopo aver parlato delle “cose private” che non devo riportare per “buona educazione”, siamo arrivati a dover trattare di un argomento, se vogliamo, sufficientemente serio:
L’apertura degli esercizi commerciali di domenica.
Stando al discorso che accetto, secondo il quale la domenica, per il Cristiano e “Giorno del Signore”, discorso che più terra/terra si può considerare valido, atteso che sia necessario avere un momento nel quale sia possibile discutere del più o del meno in famiglia, e considerato che anche altre religioni hanno giorni canonici che riportano i fedeli allo stesso risultato, aggiunto che sarebbe il caso di smetterla di considerarci ospiti in casa nostra, riappropriandoci di usi e costumi considerati obsoleti, ho accettato di buon grado di firmare la petizione tesa a chiedere una Legge che ripristini la chiusura degli esercizi commerciali nei giorni considerati festivi per il cattolicesimo.
Se ci fossimo trovati in un consesso nel quale tutti potevano avere il diritto di parola, avrei espressa anche la motivazione che guidava il mio decidere in merito.
Al termine di tutto, mentre si faceva la fila per firmare, c’è stato chi, in maniera improvvida, ha pensato di esprimere parere contrario alla firma, al che io, stanco di dover solo ascoltare ho detto:
“Da cacciato, non ho più detto niente; ma se consideriamo l’argomento: 1°: Il Cristiano che volesse rispettare il “Giorno del Signore”, lo potrebbe fare semplicemente evitando di andare nei supermercati, 2°:, che io firmo, (aggiungo adesso: da buon Fascista), perché sia permesso democraticamente a chi abbia voglia di presentare una proposta di Legge, di farlo, anche se questa risultasse nei fatti più che obsoleta”, aggiungo col senno di poi, visto che siccome di fronte alla Legge, per Costituzione, siamo tutti uguali, tenendo in considerazione l’ormai acquisita multietnicità della popolazione italica, non resterebbe un giorno feriale, dovendo rispettare ogni festività.
Bene per l’italiano che fa il ponte, male per chi, italiano anch’esso, ha il sacro diritto di lavorare.
Da aggiungere che dopo aver firmata la petizione in questione, mi sono permesso di chiedere quanto costasse la copia dell’opuscolo di cui sopra, e Don Peppino, nel dirmi che questa volta non bisognava pagare nulla, mi ha comunicato che la prossima, fra un mese, sarebbe costata un euro, al che, io ovviamente gli ho ricordato che non ci sarebbe stata una prossima volta, visto che poco prima lui, “e i presenti” avevano espresso il desiderio di non avermi più fra loro.
E ci siamo cordialmente salutati.
Usciti da quella chiesa, dove non eravamo ben accetti, siamo tornati nell’altra chiesa, dove ci aspettava a Ccett.
Lì, alla presenza del Principe, ed ordinate un paio di Forst, abbiamo ricevuto in dono quanto puoi vedere nella foto che ho messa in testa a questo scritto, foto che spero non determini la scomunica a divinis di Salvatore e della moglie, con tutti gli annessi e connessi che tal atto potrebbe generare.
Tornato a casa per la cena, ho necessariamente esposto il mio punto di vista in merito all’accaduto appena narrato agli astanti, ricordando che la “catechesi” rivolta agli adulti, prevede la presenza anche dei genitori dei bambini che frequentano il catechismo, argomento che aveva visto il Nostro Don Peppino lamentare il fatto che in chiesa, oltre a tanti genitori, non si vedevano più i ragazzi che frequentano la terza media.
Ho esposto questo mio dire, a persone reduci dalla raccolta delle olive, bagnate peggio di pulcini, attente al discorso ma con un loro pensiero da rimettere al nostro Sacerdote che, per seria buona educazione nei confronti dei miei cinque lettori, evito di proporre in chiaro, rimettendo ogni significato, anche il più recondito, all’intelligenza di chi, nonostante tutto, ha ancora la pazienza di non cancellare quest’inutile sito dalla propria memoria storica.
In special modo, tralascio il dire di mio fratello Tonino, libero di esporre il suo pensiero direttamente a chi ne avrà interesse in merito.
Da osservatore e divulgatore del mio pensiero però, dico che non ho esitato e non esiterò a catechizzare mia nipote su ogni esperienza che ho fatto e che farò, riferita a dottrine che vengono imposte di forza e che per reazione vengono rigettate dai giovani, non appena gli stessi si rendano conto di ciò che si nasconde dietro a parole sante, svuotate del loro contenuto e utilizzate per difendere il numero di proseliti, utile non a Gesù ma a chi si serve di lui per coltivare tutt’altri interessi.
In definitiva, come detto io fotografo ciò che vedo e lo metto a disposizione di chiunque voglia visionare le mie farneticazioni, fregandomene altamente di coloro che credono di avere ancora un potere sul Prossimo, in grado di dar a costoro una parvenza d’importanza.
Questi, che dicono di non leggere gambatesaweb, sono fra i principali lettori, da noi schifati e non considerati.
Questi, avvezzi al male che hanno nel loro animo, ne sputano il veleno, tremando però allorché qualcuno svegliandoli glie lo fa notare senza ipocriti mezzi termini.
Questi insomma, farebbero davvero bene ad evitare di incrementare il nostro contatore visite, perché a loro volta non accettabili ne da me ben accetti.
Costoro ci leggono, pensando di poterci imporre di non criticare il loro dire, non rendendosi conto: 1°: del fatto che grazie a Dio per l’appunto, nel mondo, quel mondo che ci legge, costoro sono una minoranza; 2°: Che il loro essere ostili, ci convince sempre di più del fatto che si può vivere benissimo rispettando i dettami di Gesù Cristo in tutti i sensi, principalmente quello di voler bene al Prossimo e non pensarne a male per partito preso, senza per questo dover ossequiare ipocriti attori, cui non credeva più neppure la buon’Anima del Cardinal Martini, quando esprimendo un legittimo dubbio disse:
“Mi chiedo come fare a riempire di nuovo le chiese di fedeli, rendendomi conto del fatto che i consigli della chiesa di oggi vengono letti con sufficienza e sufficientemente ma educatamente non considerati”.