Di Matteo Renzi
Mancano appena 12 giorni alle primarie del centrosinistra.
Cresce l’attenzione verso questo appuntamento che è una bella occasione di democrazia e partecipazione.
Sarebbe bello adesso andare a riprendere i giornali di qualche settimana fa dove venivamo accusati di voler sfasciare tutto solo perché chiedevamo che grazie alle primarie scegliessero i cittadini e non gli apparati.
Ma non serve. Niente polemiche. Si guardi avanti.
Ieri il confronto TV è stato molto civile.
Qualcuno dei miei stamani si è lamentato: “Persino troppo, Matteo. Dovevi attaccare di più”.
Può darsi.
A me invece è sembrato giusto posizionarsi con un atteggiamento di ascolto e rispetto, come del resto stiamo facendo dal primo giorno della campagna elettorale. Abbiamo le nostre proposte e anche ieri qualcosa siamo riusciti a dire. Meno di quello che volevo, certo. Ma i tempi stretti non aiutavano a elaborare posizioni complesse.
Complimenti a SKY che ha raggiunto un bellissimo risultato e amarezza per la RAI che dopo i dati che ho dato nell’ultima enews sabato, si conferma incapace di usare queste primarie per svolgere un servizio pubblico.
Comandano i portavoce di partito nei TG della Rai, a quanto pare…
Nel metodo ero molto sereno: felice di vedere il centrosinistra discutere di questioni concrete. E spero che i tanti che pure non voteranno per me si toglieranno dalla testa l’idea di avere a che fare un “fascistoide” che va “contro le regole”, così come mi ha etichettato il giornale di partito, L’Unità: ho idee diverse da loro, ma rivendico il diritto di stare a testa alta in un Partito che si chiama Democratico non a caso.
Nel merito, alcune differenze:
• sono per l’abolizione del finanziamento ai partiti. Ogni centesimo dato ai partiti è uno sfregio al referendum promosso dai radicali e votato dai cittadini.
Si può fare politica in modo diverso. E noi lo stiamo dimostrando (siamo – tra l’altro – a quota 138.000 euro di contributi raccolti dai cittadini in questa campagna elettorale.
Serve ancora dire che si può fare politica in modo diverso e trasparente?
E naturalmente abbiamo messo online non le voci di spesa, ma le fatture. Il che è ben diverso…).
• sono per dieci ministri, di cui la metà donna.
Ieri curiosamente su questo mi hanno rimbrottato alcuni parlamentari.
Ma se lo ricorderanno che la Bassanini, cioè una legge dello Stato, prevede 12 ministri e che tutte le volte sforano non perché sia necessario ma perché non riescono a contenere gli appetiti?
Non vorremo mica tornare al Governo Prodi con oltre 100 tra ministri e sottosegretari perché dovevamo dare uno sgabello a tutti i partiti e partitini?
Sono antipolitico io a dire che si può fare con dieci o è antipolitico chi tutte le volte moltiplica i costi e i posti della politica?
• sono per un Paese che premi il merito.
Un Paese dove si trova lavoro perché si conosce qualcosa, non perché si conosce qualcuno.
Un Paese dove la scommessa sul capitale umano stronchi la cultura della raccomandazione.
• sono per una norma chiara sul conflitto d’interessi.
E ancora non mi spiego perché chi poteva farla, non l’ha fatta.
E poi si lamentano del berlusconismo…
• sono per riformare il fisco rendendolo più semplice: basta con la logica del terrore di Equitalia, ente costruito dai governi di destra e da quelli di sinistra che si è dimostrato forte coi deboli e debole coi forti.
Rovesciamo l’impostazione.
E quando qualcuno dice: facciamo come Hollande, vorrei ricordare che in Italia le persone che dichiarano sopra il milione di euro sono solo 796.
Anche portando al massimo l’aliquota si otterrebbero briciole.
Non facciamo demagogia, vi prego. Parliamo di cose concrete. E andiamo a far pagare le tasse a chi non l’ha mai fatto, incrociando le banche dati, non svolazzando sugli slogan.
• sono per creare lavoro partendo dalla constatazione che chi ha governato ci lascia un Paese non fondato sul lavoro ma affondato sulla rendita.
A partire dalla vergogna del lavoro femminile (più volte durante il viaggio in Italia ho presentato questa slide che ho citato anche ieri).
Per creare lavoro occorre fare le cose che loro non hanno fatto: semplificare la burocrazia, riformare la giustizia, cambiare le regole del gioco secondo il modello della flexsecurity e del contratto unico a tutele progressive.
E basta con la logica di migliaia di articoli: ne bastano 59, quelli che stanno dentro il progetto di Codice del Lavoro firmato da Pietro Ichino.
• sogno per i miei figli un’Europa
Che non si occupi solo di spread ma di servizio civile obbligatorio.
Che elegga direttamente i propri vertici.
Che abbia una Banca Centrale che pensi alle famiglie e alle imprese, non solo alle banche e ai tecnocrati.
Un’Europa che abbia un’anima.
Un’Europa che ci veda spendere bene i suoi soldi.
Ma anche un’Europa che non sia così ottusa da bloccare gli interventi a favore dei terremotati.
• sogno diritti civili come in tutti i Paesi civili.
E doveri privati.
Civil partnership, ius soli per cui chi nasce qui è italiano, asili nido.
E nel mio pantheon inserisco Nelson Mandela, che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente qualche mese fa e Lina Ben Mhenni, la ventiduenne tunisina che con il suo blog ha contribuito a dare il via alla primavera araba e che ancora oggi continua la sua battaglia a favore della libertà e delle donne tunisine.
• sogno di non inseguire il voto dei moderati in conto terzi.
Gli stessi che si lamentavano di me quando volevo prendere il voto dei delusi del centrodestra oggi sognano l’accordo con Casini.
Ma che senso ha?
Se siamo credibili non abbiamo bisogno di qualcuno che intercetta il voto moderato per noi.
Sincero sostenitore del bipolarismo quale sono, penso che non serva Casini.
Servono le idee e la credibilità per parlare anche agli altri.
Poi – lo so – c’è chi dice che se vinco io salta il centrosinistra: la nota profezia di Massimo D’Alema.
Ma io non credo alle profezie dei Maya, figuriamoci se credo alle profezie di D’Alema.
• sono per un sistema culturale in cui la scuola sia il caposaldo di tutto.
E dove internet, cultura, green economy non siano solo fattori identitari ma occasione di creazione di posti di lavoro.
Ne abbiamo parlato anche a Milano in questo incontro con i Comitati locali e Ermete Realacci
• sogno di affidare il Paese a una classe dirigente nuova perché quella di prima ha fallito.
E perché noi abbiamo offerto idee, proposte e speranze nuove.
I cittadini non hanno alibi.
Possono decidere.
Adesso!
Vi ho già detto che per le nuove regole del PD purtroppo la partita è molto organizzativa, non solo contenutistica.
Per questo invito coloro che hanno un po’ di tempo ad andare subito a ritirare il certificato o farlo online ricordandosi poi di andare comunque a far vidimare il foglio della preregistrazione.
Altrimenti si potrà votare e registrarsi direttamente il 25 novembre in modo libero e segreto, ma il rischio è fare una fila davvero lunga.
Numeri e obiettivi:
• Volontari Web: siamo a quota 109.407. Vogliamo arrivare a 150.000
• Comitati: siamo a quota 2.095. Vogliamo arrivare a 2.500
• Contributi: siamo a quota 138.000 euro. Vogliamo arrivare a 200.000 euro
• Followers su Twitter: siamo a quota 196.000. Vogliamo superare 200.000
• Pagina Facebook: siamo a quota 183.000. Vogliamo superare 200.000
Siete pronti per la Stazione Leopolda?
Da giovedì a sabato tre giorni di incontri e appuntamenti.
Viva l’Italia viva.
Sottotitolo: il meglio deve ancora venire.
Si inizia alle 18 di giovedì 15 novembre.
Avrete tra l’altro l’occasione di ascoltare l’intervento del Presidente dell’Anci Graziano Del Rio.
E per tutti quelli che hanno polemizzato sulla mia cena con i finanzieri ho chiesto di intervenire a Davide Serra, il finanziere dello scandalo: dirà cose molto interessanti, credo.
Venerdì si riparte dalle 18 alle 23: tra gli altri parleranno Alessandro Baricco, Oscar Farinetti.
Sabato si chiude: il mio intervento è previsto verso le 16.
Avete idee, suggerimenti, consigli da dare?
Scrivete a leopolda@matteorenzi.it Usciremo dalla Stazione con il treno in marcia e con il programma fatto.
Oltre che con un documentario di ventisei minuti sul viaggio in Italia.
Pensierino della sera:
il dramma della Maremma e del Grossetano conferma ciò che diciamo fin dal primo giorno di campagna elettorale a Longarone:
La tutela del territorio è prioritaria.
Inutile continuare a piangere il giorno dopo: anche per lo scorso anno, nel 2011, Legambiente ci fornisce numeri agghiaccianti.
Grandi Frane 70, Morti 18: inaccettabile!
Un sorriso,
Matteo
PS: Una ragazza, Altea, 17 anni, è stata uccisa da un’auto guidata da un uomo il cui tasso etilico era superiore alla media consentita.
Mi ha colpito questa notizia perché Altea era in uscita scout con il suo clan. E perché qualche mese fa Firenze ha perso in circostanze simili Lorenzo, anch’egli 17enne.
Dalla tragedia di Lorenzo è nato un movimento in tutta Italia che si batte per la modifica dell’attuale legge e che trovate sul sito www.omicidiostradale.it.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Io considero un dovere per la politica occuparsi di questo tema in modo articolato e compiuto e non con provvedimenti spot.
Vi sembra una proposta troppo dura?