Di Luca Giordano
Qualche settimana fa, il premier Mario Draghi ha ‘inventato lo slogan’ che diceva “o la pace o il condizionatore” per avvisarci che quest’estate si dovrà consumare meno energia possibile che ci servirà per riscaldarci per l’inverno prossimo, un po’ come fanno le formiche che lavorano d’estate per goderne la successiva stagione fredda.
Si sa invece che noi occidentali siamo poco inclini al sacrificio. Men che meno chi possiede una vita agiata, proprio come i senatori che oggi in aula si sono adirati soffrendo molto ‘L’effetto Draghi’ perché di fatti, il buon Mario ha ordinato di spegnere tutti i pinguini refrigeranti in aula, lasciando tutti al caldo.
Se il premier tenta veramente di stringere la cinghia dal punto di vista energetico, noi cittadini sembriamo aver fatto orecchie da mercante anche questa volta. Negozi, ristoranti e bar iniziano a spingere l’aria condizionata al massimo, costringendo chi lavora in queste attività a doversi coprire per l’esagerazione del freddo generato all’interno dei locali, quando fuori il caldo inizia a farsi sentire. Per non parlare delle temperature rigide (quasi come sulla vetta del K2), da dover patire sui treni ed aerei di linea anche se i mezzi sono praticamente vuoti. Quindi la domanda nasce spontanea sulla buona riuscita di non sperperare energia che ci servirà per l’inverno prossimo: riusciremo ad emulare le fatiche estive delle formiche?
Beh, il tempo ci consegnerà il responso anche se ritengo le formiche troppo superiori a noi umani.