Di Luca Giordano
(Audio), Dai Dischi Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet
Diciamolo chiaramente che tutti sapevamo che l’ucraina avrebbe vinto questa edizione dell’Eurovision che quest’anno si è svolto in Italia.
Per curiosità, una decina di giorni prima dell’inizio della manifestazione, ho controllato le quotazioni nelle agenzie di scommesse che pagavano l’eventuale vincita dell’Ucraina a 1.10 cioè un bel niente.
Eppure, la vittoria di una gara dovrebbe essere sempre guadagnata sul campo (anzi in questo caso sul palco), anche quando un concorrente ha un ‘handicap’come quello di avere una guerra in casa, visto che a questo festival partecipano artisti che con una vittoria possono svoltare completamente la loro carriera, facendosi conoscere a livello internazionale come mai dai nostri Maneskin. La canzone portata in gara dall’Ucraina, in un’annata normale sarebbe finita nella parte bassa della classifica, sicuramente dietro ad una decina di nazioni come minimo.
Francamente non credo che dare la vittoria agli ucraini sia un ‘forte segnale’ di sostegno degli europei nei confronti di chi oggi sta patendo quanto altri devono sopportare da decenni, ma abbiamo già espresso la nostra solidarietà nell’inviare beni di prima necessità e nell’ospitare (nazione più nazione meno) gli sfollati che fremono per tornare a casa loro. Inoltre, non vedo come una gara di canzoni possa impensierire lo Zar russo che in questi giorni ha da pensare ai pochissimi obbiettivi raggiunti in una guerra che è partita per essere lampo e che stagna ormai da 85 giorni.
Riprendo le parole di Edoardo Bennato in Sono Solo Canzonette per noi che guardiamo da casa, meno per chi investe la propria carriera nella competizione.