Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Marco Frosali E Prese Da Internet
Cercano Di Fregarci L’Indennità D’Accompagnamento
Scendendo All’Inferno Ed Usando La Giusta Metrica. – Una breve premessa per dire di quest’articolo che se fosse stato scritto all’emissione dell’avviso pubblico proposto a seguire, il presente resoconto avrebbe vista la luce in toscano, atteso che ad esempio, in una frase composta da dieci parole, questa sarebbe stata farcita con venti parolacce e trenta bestemmie, ragion per la quale è stato preferibile rimandare di una decina di giorni in maniera da accorciare lo scritto: un errore ‘imperdonabile’?
Tornando a bomba. Tutto è affidato all’Intelligenza, alla pazienza e soprattutto per oggi alla comprensione ed all’immedesimazione dei quattro lettori di questa testata se nel presente scritto si abuserà dell’attribuito Dire: “ed elli avea del cul fatto trombetta”.
Dopo questo preambolo ecco lo sfogo.
L’amore e la partecipazione delle serpi al banchetto che campa questi esseri viventi che se morissero sarebbe una benedizione di Dio, vista la fame incombente data dal clima di guerra che si vive anche a Gambatesa e Putin ancora non arriva, prevede ora l’abbordaggio di chi, con accertata situazione d’invalidità e non autosufficienza, dopo aver ricevuto quanto previsto da Leggi e norme che regolamentano tal situazione, dovrebbe subire la rapina di questi aiuti, in nome di una non meglio chiara possibilità di vivere la propria vita in maniera autosufficiente.
A Gambatesa e zone limitrofe, ciò è previsto dal 2 Avviso pubblico, così annunciato per tempo dal sito istituzionale della locale mangiatoia:
“Avviso pubblico per la presentazione di progetti sperimentali in materia di Vita Indipendente ed inclusione nella società delle persone con disabilità – FNA 2020 (DGR n. 79 del 06/03/2020)
Pubblicata il 04/05/2022
In allegato, Avviso pubblico, modello di domanda e progetto personalizzato.
Il termine per la presentazione delle domande è previsto per il 3 giugno 2022 ore 12.00”.
Oggi, un po’ per legittimo sfogo, un po’ perché da sempre rivendico il diritto di esser responsabile delle mie azioni, in palese contrasto con quanto disposto dalla deontologia giornalistica che prevedrebbe il non discettare di cose personali, (accetterò senza discutere eventuali sanzioni), di prima mano parlerò in prima persona per denunciare questi ladri, ipocriti che non hanno chiara una determinazione insita nella vita di chi questa vuol viverla perché la stessa è bella. Partendo dunque dal nocciolo della questione che questi bastardi hanno provato a nascondere tra prolissità degne di chi non sa scrivere, parole che nulla hanno di grande ne di grandioso, ecco estratto il centro della questione: “… il Progetto per la Vita Indipendente prevede le seguenti azioni: – la scelta e l’assunzione di un assistente personale, ai sensi del punto 24 delle Linee Guida Ministeriali; – il supporto di altre figure professionali specialistiche (educatore e/o psicologo) per le attività di inclusione sociale e relazionale, ai sensi del punto 27 delle Linee Guida Ministeriali in premessa richiamate; – il trasporto sociale, ai sensi del punto 4 del Formulario di cui alle Linee Guida Ministeriali di cui sopra;- la realizzazione di esperienze di …” ecc, in buona sostanza, siccome chi non ha l’autonomia per ragioni di deficit, (fisici, mentali o in entrambi i casi), riceve dallo stato una somma di danaro mensile ed esentasse, questa va elargita, ‘partecipando’ con gioia alla possibilità di dare un po’ di sostegno a chi, ‘normale’, evidentemente poi tanto normale non è perché sta cercando di guadagnare non lavorando, in nome di un ripopolamento che va foraggiato e tenuto in vita con somme di sicura entrata. Per dirla in breve, questi fessi arrivano secondi, in quanto, anni a dietro, una loro esponente ha pensato bene di spiattellarmi in faccia che lei si sarebbe voluta fidanzare con me perché “almeno posso avere la pensione che ti dà lo Stato per chi ti assiste”, allora di circa settecento euro, oggi ammontante a novecentoquarantasei euro e ottanta centesimi mensili ed esentasse. Aggiungete che lavoro e per questo ho anche un dignitoso stipendio con tredicesima e quattordicesima mensilità più premio annuale di produzione che m’impone di pagare le tasse su un reddito effettivo di ventottomila e passa euro annui ed immaginate il ringhiare di cotali soggetti, schiavi dei morsi della fame… (da questo giornale non arriva niente per volontà dichiarata, ma se volessi… e se mi andasse di guadagnare con altre possibilità che il mio continuo aggiornare il mio sempre poco sapere mi offre? Il tutto, senza aver presentato alcun ‘progetto per richiedere di aver assistenza allo scopo di crearmi una vita indipendente’! Devo dire com’è andata a finire? Vi farei una gravissima offesa perché voi, o miei quattro fedeli lettori, siete troppo intelligenti e di sicuro non potete venir confusi con la feccia della quale sto discettando oggi per perdere e farvi sprecare tempo!
In basso riprenderò i punti del virgolettato; per ora: senza allungare troppo la brodaglia perché non sono ne un ‘partecipante’ al banchetto, ne un commensale della mangiatoia che con felicità ed ardore ha voluto divulgare l’ennesimo ‘amo’ per provare a raccattare qualcosa per sbarcare il lunario, laddove non esiste alcun che per poterlo fare onestamente, io posso aggiungere che a Gambatesa, se non esiste la possibilità di vivere autonomamente per deficitari et similia, Ciò va imputato a quanto si può vedere ad esempio nelle ultime due foto di repertorio appena riproposte in testa ed in coda al periodo che state leggendo, cosa non unica nel nostro archivio, presenza non debellata, unitamente a quanto può accadere come descritto qui e credetemi: non ci sarebbe bisogno d’altro, atteso che io quarant’anni or sono, girassi da solo in quel di Roma, luogo sicuramente più difficoltoso da affrontare senza accompagnamento alcuno!
Per altro, in anteprima, ho voluto far ‘partecipi’ del comunicato così ‘interessante’ chi, da più di mezzo secolo si occupa della mia assistenza, (suscitando ilarità e sberleffi da parte di quelli che hanno poi provato a schivare per esclusiva carità cristiana l’offesa che sto descrivendo oggi, deridendo con disgusto cotanti ‘benefattori’), cosa avvenuta a spese dei medesimi ‘partecipanti’ anche quando io non ricevevo alcun che dallo Stato italiano o dalla regione Molise o dalla provincia di Campobasso, per non parlare del ‘muinicipio’ di Gambatesa, dove l’arrivo di pubblico danaro una tantum ogni Natale che il Signore comanda, assegnato da enti superiori, da sempre è stato diviso in base a raccomandazioni e raccomandati che non hanno mai previsto nulla per me, ma che dal canto loro, poveri erano e morti di fame sono rimasti.
A tal proposito, ricordo come fosse oggi che nel millenovecentottanta, mia madre si è permessa di chiedere all’allora Sindaco del paese lumi in merito, adducendo che l’assegnazione di contributi per chi avesse una grave forma di cui al tema, a Milano ad esempio, era cosa d’ordinaria normalità. Chi fino ad allora mi aveva assistito a sue spese con il fattivo contributo di mio padre, unico percettore di reddito in una famiglia che si componeva di altri due figli, si è sentita rispondere che se le cose non le andavano bene, si sarebbe potuta trasferire anche a Milano, aggiungo oggi, complimenti vivissimi ad un attuale morto che ha avuta tal speciale lungimiranza in vista del futuro spopolamento gambatesano. La situazione non certo dissimile, si è ripetuta nel millenovecentonovantadue, quando il successore del precedente primo cittadino del borgo da sogno, ha risposto sempre a mia madre che ‘non aveva quaranta milioni l’anno per farmi entrare in comune’ ed è stata una vera fortuna della quale oggi ringrazio sentitamente Dio perché non mi sarei liberato dai lacci di quel tipo di piovra nemmeno suicidandomi per fruire di quanto disposto dal punto sette della lettera di san Paolo ‘apostrofo’ ai romani, volendola buttare sul grottesco. Va da sé che lo stesso soggetto ha poi trovati i fondi per permettersi di sistemare per il periodo della sua gestione della ‘cosa pubblica’ locale un suo parente, oggi rimesso in disoccupazione per avvenuto cambio della guardia presso il luogo deputato esclusivamente a derubare i contribuenti tutti ed accontentare, volta per volta, chi ‘partecipa’ o ‘fa parte della famiglia’.
Oggi le cose sono cambiate ed alla faccia del ‘targato’ allora Sindaco, rispetto a quarant’anni a dietro anche il numero degli abitanti di Gambatesa, come accennato sopra è drasticamente diminuito, come detto, perdendo fra gli altri anche colui che oggi rinomato e commemorato, a suo tempo ha data quella risposta che dovrebbe far ancora riflettere. Oggi tutto è cambiato, compreso il reddito di tanti che quella vita indipendente se la sono costruita a colpi di duri sacrifici fatti specialmente dagli allora ed attuali assistenti ‘senza progetto alcuno’ e di rinunce che unite a quelle programmate da una società che si dice ‘civile’, ma che è ben altro, hanno costruito quell’astio, anzi, quell’odio che in questo sfogo viene sputato in faccia a chi sta facendo della sua stupidità, bandiera di sapienza e di quella furbizia ributtante che squalifica non poco questi farabutti famelici che nel caso specifico resteranno con per ‘compagni’ proprio quei morsi della fame che però non portano ai giusti rimorsi, normale risultato per chi ritiene che magari aggredendo, pensa di mettere in pratica il risultato di una candida espressione uscita dalla bocca innocente di un forestiero acquisito in paese che una sera dello scorso febbraio mi ha esortato a cambiare registro nei confronti dei vermi di terra protagonisti dell’odierno pezzo perché “ricordati che tu hai bisogno di amici”, come dire, stai attento perché se resti solo poi sono problemi tuoi-. A costui io ho risposto che ‘meglio soli che mal accompagnati’, vedi il risultato che dopo trent’anni mi ha visto fare una sontuosa cernita per liberarmi di locali zavorre più o meno fameliche, più o meno importanti dal punto di vista politico/economico del paesello.
Andando a chiudere. – Ferma restante l’offesa patita dai miei genitori e dai miei fratelli, cosa già delineata sopra e considerato che mia madre, alla veneranda età di diciannove anni, nel millenovecentosessantasei, da minorenne, invece di strangolarmi, facendomi davvero un grosso favore, ha firmato per il prof. Giambattista Bietti il permesso sperimentale ed a rischio della mia vita per il tentativo di ridarmi quella vista che sia pur in minima parte mi ha permesso di godere di colori e quant’altro di affine per i primi otto anni della mia vita, dimostrando propensione per la sperimentazione medica, lei che ha la quinta elementare serale, acquisito come avvenuto che se oggi sono arrivato a quel poco che conosco, va ricordato che è tutto merito di chi mi ha assistito senza progetto alcuno ed in buona parte della mia vita di studente senza alcun finanziamento o aiuto dato da chi che sia, tolti ovviamente coloro che in vario modo mi hanno voluto bene, non ultima colei che da fuori famiglia fu l’unica ad amarmi davvero con tutto il cuore e che oggi, dal mondo della verità, sa e può testimoniare, con tali esclusioni, esaminiamo i requisiti richiesti per poter attuare tal inganno, fatto passare per beneficenza… a loro.
“la scelta e l’assunzione di un assistente personale,”, vale a dire il punto focale del problema;
“il supporto di altre figure professionali specialistiche (educatore e/o psicologo) per le attività di inclusione sociale e relazionale”, chi non mangia in compagnia o è un ladro o è una spia, condizioni in questo caso entrambe soddisfatte;
“il trasporto sociale” e qui casca l’asino perché io mi vanto di essere asociale, pur avendo amici davvero tali in mezzo mondo. Il trasporto poi va letto in una chiave particolare, atteso che dal millenovecentottantaquattro io abbia posseduta più di una cinquantina di automobili di ogni tipo e che chi nel tempo me le ha guidate, può vantare di non aver commesso alcun incidente stradale.
Facciamola finita: oggi ho denunciato l’ennesimo sogno che stavolta deriva dall’aver mangiato pesante la sera prima, probabilmente alla stessa stregua di quanto accaduto al ‘Sommo Poeta’ sopra raffigurato. Quest’ultimo però, con quella ‘Commedia’ poi definita ‘Divina’, può dire di aver raggiunta la celebrità, seppur postuma, passando alla storia, cosa che difficilmente accadrà a questi pezzenti che mediante il redigere della stronzata riproposta in collegamento ipertestuale quasi in testa al presente articolo, si ritengono benefattori e meritevoli di compiacersi delle loro gesta andando oggi a presentare i loro misfatti a dio come opere meritevoli, dopo esser stati richiamati all’appello da quanto un mio professore di scuola media di primo grado, calabrese d’origine, ha amato dire scherzosamente a proposito delle campane e del loro suono:
“Le campane sono di bronzi e gridano: STRONZI! STRONZI! STRONZI!”
E Scusate Lo Sfogo!