Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Giovanni Abiuso, Salvatore Di Maria E Antonio Venditti
Tutto Sommato: Ci Siamo Divertiti!
Si parla di crisi, di impoverimento generalizzato e di tante altre stupidaggini che poco toccano chi è giovane, nel corpo o solo nello spirito.
E’ questa l’ottica che ha visto ancora una volta uno dei numerosi gruppi di turisti, generalmente provenienti dallo stesso borgo, recarsi ad Adelfia (BA), come ogni anno, per onorare la figura di San Trifone, un Santo da noi poco conosciuto, ma in quel luogo dichiarato Patrono.
Noi, dal nostro paesello, come ogni anno siamo partiti per le ragioni più disparate: Dal voler vedere i fuochi d’artificio, (ormai vietati dall’ottusità di chi li ritiene un crimine in Gambatesa), al poter acquistare ogni ben di Dio, reperibile anche dalle nostre parti, ma chissà perché, se comprato in fiera, sempre migliore anche se magari di pessima fattura, fino ad arrivare alla ragione principale, consistente nel voler passare fra amici una “Pasquetta di novembre”, preludio da una parte all’inverno, dall’altra al futuro Capodanno, festa d’aggregazione per noi.
Quest’anno, considerato che era sabato, è stata una buona scusa per raggranellare qualcuno che nei giorni feriali, crisi o non crisi, preferisce restare alla routine.
Così, la nostra squadretta si è ritrovata ad avere in sé ben tre fotografi, della massima qualità:
Totore, Johnny e mio fratello Tonino.
I giapponesi ci facevano un baffo a tortiglione!
Il primo, fotografo ufficiale di quest’inutile sito, era felice come una pasqua per il fatto di poter provare la sua pima fotocamera, ricevuta proprio in questi giorni.
Il fatto di conoscerla male, gli è costato di non sapere che il cambio delle batterie avrebbe azzerate data e ora del dispositivo, ragione per la quale in alcune foto scattate dal Nostro, troverai la data di scatto fuori da ogni logica.
Johnny invece, principiante anche lui, nel fare il lavoro di fotografo novello, per l’emozione ha dimenticato di riportare all’ora solare l’orologio incluso nella sua fotocamera, per cui le sue foto le ritroviamo con uno strano orario di scatto, simile a quello che normalmente è presente dall’altra parte dell’Adriatico.
Mio fratello Tonino poi, ha pensato bene di non avere questi problemi, utilizzando una delle mie macchine fotografiche, dispositivi che io acquisto per indispettire la guardia di finanza, affinché venga, una volta e per tutte, a controllare la mia falsa cecità, e poi, faldone alla mano, investa del caso il “solerte magistrato”, permettendomi, anche qui una volta e per tutte, di andare a sbertularne gli uffici, per il puro e semplice scopo di trattare questi esseri per ciò che sono:
INUTILITA’.
Passiamo dunque ai fatti:
Sabato 10 novembre 2012, Ore sei; è l’ora dell’appuntamento.
Già da un paio di mesi si diceva: “Si va ad Adelfia! Chissà se u Barber, (Antonio Di Maria, anche assessore municipale), organizzerà il viaggio!”.
Tutto in regola: Si dovevano prenotare due pullman, visto che era giornata prefestiva, ma ne è bastato uno, utile agli irriducibili della festa barese, che al momento giusto è risultato praticamente con i posti esauriti.
Alle sei e otto minuti si parte.
Totore e Donato, pur di venire in gita, d’accordo con il capo spedizione, (che ha fatte le veci del Sindaco, per il momento in esilio in America), hanno lavorato notte tempo, pur di raccogliere il contenuto dei cassonetti dell’immondizia prodotta dai gambatesani, lasciando questi ultimi senza particolari disagi in merito:
Tutta un’altra storia, rispetto a ciò che sto per narrarti.
Gita ad Adelfia, Festa Di San Trifone 2011.
Già in quello che puoi aver letto nei link che ho appena rimessi al tuo esame, avrai notato che c’è una “Leggera” differenza fra quanto si produce nel nostro paesello ed il risultato visibile in cittadine come quella che andremo a visitare.
Noi siamo pochi, ma l’“indigeno” del posto che ci ospiterà, almeno in questi giorni, non può considerarsi ligio al dovere ed alla pulizia, atteso che in loco ci siano grossi problemi di logistica, parzialmente risolti, ma non ottimali, se si considera l’accoglienza, soprattutto guardando il problema con gli occhi delle donne, in particolar modo se consideriamo l’igiene, guardando l’offerta in termini di bagni pubblici.
Tornando al viaggio, tutto regolare dall’inizio alla fine, e per questo, va ringraziato, oltre ad Antonio l’organizzatore, anche Antonio l’autista, professionista nel suo mestiere.
Scattata straordinariamente da me!
Poco prima delle otto, sosta alla solita area di servizio, poco dopo Foggia, e là, già si capisce che piega prenderà la giornata.
Era compito di Johnny, (che il giorno prima di San Martino, per intercessione di San Trifone, ci avrebbe fornito il vino novello da provare e deglutire, pardon!Degustare durante la giornata), di portare oltre alla cinque litri, anche una propedeutica bottiglia da due litri: così, per colazione!
In effetti, volendo emulare i più abituati anglosassoni, abbiamo pensato di cominciare la giornata mangereccia, onorando la treccia di pan briocheh, preparata da Totore con l’ausilio del Bimby, contenente, oltre all’ottimo pane, broccoli wurstel ed altro ben di Dio, cosa ripulita in breve, così come accaduto per il carburante, ottima “medicina” che sarebbe servita in seguito.
Alle nove e quarantacinque si arriva ad Adelfia e contrariamente agli anni precedenti, quasi immediatamente riusciamo a scendere: il parcheggio è stato rapidamente reperito, senza troppo stress per l’autista e noi passeggeri.
Si scende, in un paese che ci accoglie quasi con clima estivo, sicuramente un clima che ci ha fatto pensare di vivere una autunnale pasquetta, ottimo preludio al soggiorno di ieri l’altro.
Avevo sete, ma sete vera, per cui com’è stato possibile abbiamo fatta la prima pausa ed io, superando ogni vergogna, ho acquistato un barattolo di Koka Kola, bevuto in pochi secondi.
I miei amici, visto che si cominciava a far sentire l’effetto dei precedenti due litri, hanno cominciato a carburare, combinandone di tutti i colori.
Una cosa per tutte:
A Giuseppe Corvelli, (il nasone), che d’ora innanzi chiamerò il Principe, (lui sa imitare perfettamente il Grande Totò), è venuta l’idea di acquistare un cappello, prontamente imitato da altri della combriccola.
Siccome il soprannome con il quale il Nostro è conosciuto nel paese, (soprannome di famiglia), è “Ciccone”, avendo pensato a lui ed ai nostri amici che avevano comprato il cappello, come ad una banda di fuori Legge, non ci è venuto di meglio che associarli ad al Capone, da cui: “Al Ciccone”.
Giro dopo giro, si avvicinava l’ora della processione e di seguito l’ora del pranzo, per cui abbiamo pensato bene di avvicinarci alla fonte del nostro cibo: il pullman.
Di lì però, contrariamente agli anni precedenti, ecco arrivare la processione con tutti gli annessi e connessi, fra i quali una banda, probabilmente staccata dalla banda principale per avvertire del cambio di programma della Processione e liberare la strada alla stessa.
Banda pagata?
Sicuramente sì,
Banda quindi da consigliare disinteressatamente alla commissione della festa di Santa Lucia a Gambatesa, troppo attenta al Mercato, quindi ottima cliente di questi “Suonatori”.
Sarà contenta questa commissione di un servizio simile?
Sul nostro pullman albergavano alcuni rappresentanti della commissione in questione: l’anno prossimo vedremo che succederà…
Il pranzo.
Regolare, (e non poteva essere altrimenti), è stato il pranzo che come tradizione vuole ha visto un intenso scambio di viveri e munizioni fra noi, già parzialmente adeguati al clima.
Nel mentre, gli occhi curiosi dei nostri fotografi, individuavano gente da immortalare, così come avvenuto.
Si parte per il secondo giro e si cominciano a fare i primi acquisti.
S’incontra di tutto, dall’immondizia, così civilmente raccolta al tappetaio che accetta di buon grado di farsi fare una foto con il nostro Donato, intento a vendere tappeti meglio del marocchino stesso.
Da dire che già in mattinata avevamo avuti incontri ravvicinati con gente d’Africa, sicuramente in grado di tentare di venderci la propria mercanzia, adeguatamente respinta dai contrattatori ufficiali, Johnny e Tonino, che per l’occasione, avevano assunto i nomi, rispettivamente di Francesco e Pasquale.
Perché?
E che ne sappiamo noi!
Forse… perché ispirati da Dio Bacco!
E’ in questo frangente che si cominciano a palesare i problemi di logistica dei quali ho parlato sopra.
Ad un certo punto Donato cade in tentazione.
Quando il Nostro vede una pescheria non resiste.
Per questo, perso ogni controllo, lo vediamo sparire e tornare poco dopo con un piatto di frittura, ovviamente ed adeguatamente depauperato dall’intero plotone.
In seguito, unitamente al Principe, Donato tornerà più volte verso quel punto di “perdizione”, abboffandosi di frittura di pesce, come se non avesse mai visto cibo: alla faccia di San Matteo!
Il pomeriggio prosegue con la nostra squadra intenta a contrattare di tutto, di più, avendo in sottofondo, (era quasi impossibile parlare fra noi) i fuochi d’artificio, dei quali abbiamo fatta la giusta scorpacciata, alla faccia di chi, in Gambatesa, ce ne vieta l’uso.
Affari suoi!
Noi li abbiamo potuti ascoltare e vedere gratis!
Erano le sei pomeridiane, e superato il tramonto si sono accese le luminarie e le bande ospiti hanno cominciato a dare spettacolo, uno spettacolo bello proprio perché c’era tanta gente e si sentiva la solennità della festa.
Verso le nove,, rientrati ancora una volta alla base, onoriamo il barattolo di birra, vinto da Totore durante la scorsa festa di Halloween presso il bar Tràsce e Jsce, come migliore maschera, la cui foto principale è stata ovviamente affissa al barattolo e, delegato il Principe allo smaltimento dei rifiuti, decidiamo di fare un ultimo giro fra le bancarelle.
Non potevamo ovviamente non andare a trovare in casa propria il Santo Patrono!
Non sarà il nostro Patrono, ma è stato ed è ogni anno il nostro ospite!
Per cui, così facendo, ecco che i fotografi di gambatesaweb. Conciati così come descritto, si scatenano in tutta la loro professionalità.
Così, fra i resti di una fiera che ci aveva fatto divertire ed arrabbiare durante la giornata, arriviamo all’ultimo sfizio:
Colui che preparava le crepe alla nutella, lo faceva ballando, e così facendo attirava un numero di persone che nel guardarlo, acquistavano il suo prodotto e lo consumavano con sommo divertimento accessorio.
I fuochi d’artificio poi, hanno allietata una serata che andava a chiudersi con la nostra stanchezza, ma con una soddisfazione che ci ripagava ampiamente dei sacrifici patiti.
Verso l’una antimeridiane di ieri siamo ripartiti e alle tre e trentadue, sani, salvi, stanchi e parzialmente ubriachi, siamo rientrati a Gambatesa.
Arrivederci al prossimo anno!