Di Vittorio Venditti
Parlo Di Quella Legalizzata, Chiamata Compagnie D’Assicurazioni
Oggi ti riporterò alla memoria quella truffa che i governi di mezzo mondo chiamano assicurazioni, in particolare il ramo R. C. Auto, che tante soddisfazioni ci ha date e tante ne continua a dare, soprattutto agli esattori di tale pizzo.
Lo spunto mi viene da quest’articolo, Incidente Stradale : Lei passa col Verde e Lui col Rosso ma per i giudici c’é concorso di colpa | Sentenze Cassazione, il quale tratta di una recente sentenza della Corte di Cassazione che a mio avviso c’impone di sottostare alla truffa del (da questi denominato) “Concorso in Colpa”, dal cittadino comune, sempre più considerato “Concorso in Colpo”, intendendo per tale la rapina a cui veniamo ordinariamente sottoposti.
Il concorso in colpa infatti, viene sempre più e meglio applicato dalle assicurazioni per rifarsi dei danni ricevuti da altri truffatori, non riprendendosi il mal tolto, ma attingendo a piene mani dalle tasche di chi, onestamente, ancora pensa di trattare con chi lo assicura, in realtà sottostando a chi lo deruba con l’appoggio dello Stato.
Da tempo, ho esposto su quest’inutile sito la probabile mia reazione, già in parte messa in pratica, consistente nel piano di risanamento di bilancio, che apporta da anni lo storno di simile pizzo, senza per altro risposte, ne positive, ne negative, da chi dovrebbe controllare i gettiti a favore di questi delinquenti.
Forse si sta comprendendo l’arcano?
Non lo so; so però per certo che se questi ladri non la smetteranno di truffarci, prima o poi, anche noi onesti, lasciata da parte la nostra proverbiale stupidità, diventeremo così intelligenti da bypassare a piè pari il pizzo richiesto da chi fa dell’assicurazione, il termine da applicare esclusivamente ai propri guadagni, possibilmente senza entrare in rotta di collisione con i propri colleghi, ladri che ovviamente non vengono presi, perché soluzione più comoda ed appagante.
Parlando di rapina dunque, mi viene di conseguenza spontaneo dire che quella perpetrata venerdì scorso nel centro di Campobasso, è stata portata a termine da gente che almeno ci ha messa la faccia, visto che quegli “agenti”, hanno avuto il buon gusto di agire per l’appunto, a volto scoperto.
Le compagnie di assicurazioni no.
Quelle, la faccia la nascondono ed anche bene.
Chi è fra i due più onesto?
Chi, da noi onesti deve essere più apprezzato?
Oggi, (ma io lo sapevo da tempo), anche il “Solerte magistrato” in pelle di ermellino, quello che con lo sputar di una sentenza crea una Legge, si è schierato.
Lo ha fatto, naturalmente aiutando il più forte, senza ricordare però che fra Davide e Golia ha vinto il primo, stanco di soprusi e quant’altro.
Noi vogliamo bene ed abbiamo ancora fiducia nelle forze dell’ordine, specialmente quando ci fermano in strada per normali controlli dei documenti.
E per questa forma di rispetto che ancora portiamo nelle nostre auto i relativi documenti in originale.
Ma la pazienza ha un limite.
A questa allegra forma dell’applicazione del concorso in colpa, utile esclusivamente alle compagnie d’assicurazione per non pagare i danni, aumentando a tutti i contendenti il cosiddetto Premio l’anno successivo, (il termine “premio”, ovviamente ben studiato, si riferisce ai loro introiti), comincia a diventare sempre più necessario rispondere con la creazione di propri tagliandi d’assicurazione da esporre correttamente sul cristallo anteriore del proprio autoveicolo, (come a dire: “Vi assicuriamo che ci avete tritati gli zebedèi e che stiamo difendendo i nostri danari dall’assalto alla diligenza”), oltre alla costituzione di un fascicolo di fotocopie di fogli di circolazione e certificati di proprietà, (magari conformi agli originali), da fornire agl’incolpevole pattuglia che si potrebbe incontrare e che legittimamente ci ferma per controlli.
Volete questo?
Noi siamo pronti!
A proposito dell’attualità, si dice che Giovanni Sali, quel povero carabiniere disarmato ed assassinato nel nord Italia, pare abbia incontrati sulla sua strada dei malviventi che lo hanno sopraffatto, perché vigliaccamente lo hanno attaccato in più d’uno.
Ferma restando la mia costernazione per la perdita di un componente delle forze dell’ordine, sicuramente assassinato da più di un avversario, mi chiedo se davvero si è trattato di avversari appartenenti alla criminalità comune o organizzata, o più semplicemente, (ma una cosa del genere non verrebbe ne verrà mai ammessa), di qualcuno che, magari senza l’assicurazione alla macchina, stanco, ed in evidente superiorità numerica, ha pensato di difendersi dallo Stato, prendendosela però con chi, purtroppo, era l’unica persona a non avere colpe in merito.
Per finire dunque, il nostro consiglio molto interessato però, almeno per ora, resta quello di smetterla di turlupinarci, con la scusa del rispetto delle Leggi.
D’altra parte, se è vero che per stare tranquilli bisogna delinquere, non vedo perché non adeguarci intelligentemente a questo status!