Di Vittorio Venditti
(Audio), Dai Dischi Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca
(Foto), Prese Da Internet
Lasciando Vivere I Nostri Zimbelli
Si esclama da decenni: “Fascisti, carogne, tornate nelle fogne”, ma già da allora come oggi, le condutture in slogan sono trafficate esclusivamente e per loro scelta dagli avversari di ‘quelli che…’ non le hanno poi mai abitate, cloache che trasudano quel puzzo che per non far mancare niente alla storia imposta dalla parte più becera dei ‘vincitori’, dura per un intero anno, ma per politicamente corretto non va nemmeno ‘simpaticamente’ descritto nonostante l’impossibilità di nascondimento di tal nefandezza. Durante queste ventiquattro ore, in molti hanno la facoltà di liberarsi del peggio di sé e lo fanno, com’è accaduto con un certo anticipo a Roma, la capitale dell’impero, evidentemente non ancora epurata, secondo certe catechesi che non salvano nemmeno chi, fra loro, ha realmente compreso lo spirito di una giornata che potrebbe essere davvero conciliante se solo la si volesse leggere secondo le intenzioni di chi l’ha ‘proposta’ come ‘festa di tutti gli italiani’.
“Quanto è bella uccidere un fascista”. Concita non applaude e viene insultata: la vergogna della sinistra. Il racconto è stato così commentato da chi ha avuto lo stomaco di proporlo, quella ‘Mina Vagante’ che esplode in tempo di guerra e di pace, facendolo sempre in modo mirato con deflagrazioni comunque a grappolo, vietate da chi si permette anche di dire come si debba combattere, ovviamente con il totale e spregiativo disinteresse di coloro che dopo non aver firmata tal ‘convenzione’, ribadiscono, “me ne frego, non so se ben mi spiego, me ne frego, fò quel che piace a me”. “Nei confronti di questi depositari del bene assoluto che oggi festeggiano la vittoria di una guerra che non hanno mai vinto, si può provare solo tanta pena”.
Se Uccidere Un Fascista Non E’ Reato, Tenere In Considerazione Chi Lo Fa, Lo Diventa.