Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Marco Frosali
Togliamoci Questo Dente ‘Guasto’
Parlare in prima persona per raccontare il ‘vissuto’ non è reato anche perché tal definizione è ormai opinabile, ai sensi e per effetto di quanto accade in quelle bische definite dalle parti in causa ‘uffici giudiziari’. E’ in quest’ottica che da ‘confinato’ da concittadini che poi si affrettano anche a negare l’evidenza, con l’aiuto ed il rientro del nostro Marco da Roma, (ovvero con la sua venuta laddove ancora vivono i genitori: lui non risiede certo in questo luogo di perdizione), eccomi a descrivere quanto accaduto durante la scorsa fine settimana, con puntata finale al primo giorno di questi sette che per così dire, stiamo vivendo.
A noi, Gerusalemme fa un baffo a tortiglione. Allaltezza degli abbeveratoi di viale Veneto, dal muro che fa da base alla villa comunale, ecco cosa si può vedere in fatto di dispersione idrica: non viene da piangere perché ormai ridere è superfluo?
Considerato che tutto è visibile comunque ad ogni ora del giorno, va detto per cominciare che uscire per poter ‘vivere il borgo da sogno’ e trovarsi in questi frangenti, è come minimo deprimente.
Non sia mai detto però che chi amministra così proficuamente il paesello non abbia pensato a rimedi radicali per la soluzione del problema! Tutto è stato organizzato con l’ennesima richiesta di finanziamento che dovrebbe aver luce mediante quanto disposto dagli intrallazzi derivanti dalla delibera di giunta n 28 che se mai ce ne fosse stato bisogno, dice che a Gambatesa si fa politica come quando si acquista ad esempio un’automobile: ‘salvo approvazione della finanziaria’, atteso che un sindaco oggi non si sappia mettere in gioco, se non chiedendo soldi a terzi perché quelli derivanti dalle tasse estorte ai pochi che ancora non scappano da questo mortorio, non bastano nemmeno alla spartizione fra gente che ormai sta chiudendo gli ultimi esercizi commerciali che vengono messi in vendita, (il sogno la fa sempre da padrone), in quanto oggi si è chiaramente capito che fra reddito di cittadinanza ed associazioni ‘qulturali’, copia l’una dell’altra, questo sia l’unico sistema per poter mettere qualcosa sotto i denti di chi diversamente ruba agli altri con ogni sotterfugio e stavolta non si parla solo di ‘azioni politiche’.
Sabato pomeriggio, dopo aver riflettuto e pianto davanti al muro, dando per questo ragione ai palestinesi, c’incamminiamo per viale veneto e strada facendo, incrociamo un’unica automobile, quella ‘viccia’ che baldanzosa andava verso casa, tronfia di chissà quali sogni imposti e come al solito rimasti tali. Per il resto, sabato pomeriggio, verso le sei e mezza, tolto qualche bambino che evidentemente non sa del parco giochi che quest’anno ancora non viene reinaugurato e per questo motivo gioca sulla villa comunale, per le strade di Gambatesa-centro potevi girare nudo che non se ne sarebbe accorto nessuno e scusate la franchezza.
Qualcosa ci ha riportato ai recenti pettegolezzi di paese, laddove c’è stato chi, dopo esser stato in grado esclusivamente di imporre per ben dieci anni la ‘volpe da guardia’ davanti al portone del ‘muinicipio’, si è lamentato dei lavori ‘vicci’ su una strada che è stato anche difficile trovare, (visto il grande interesse per la collettività rispetto al tracciato di cui alla foto), opera ‘finanziata’ e richiesta da chi governa Gambatesa, soggetta il cui unico torto resta quello di voler negare l’evidenza, nel caso specifico, quello di dire che non pensa ai fatti suoi, come se poi far politica servisse ad altro. La foto estemporanea che probabilmente ha descritto quanto servito di lì a due giorni per la santa pasquetta, non può far dimenticare lo scatto precedente che il giorno successivo al sabato di riflessione, ha mostrato l’importante numero di camperisti che hanno scelto il borgo da sogno per venire a trascorrere la Pasqua, magari per vedere il castello che nel frattempo… è stato chiuso, per lo sbandierato ‘impegno dell’amministrazione locale e delle associazioni…’, andiamo avanti perché ci sono altri punti sui quali vomitare.
Andando a chiudere su sabato pomeriggio, ecco che superata piazza Riccardo, si ode il magico suono della ‘banda larga’, intesa come un gruppo estemporaneo costruito con speranza di finanziamento, cosa che dovrebbe ‘regalare’ uno spettacolo pagato dalla collettività durante le prossime feste agostane, sempre che in paese vi sia pubblico o solo se vi restino i suonatori che nel frattempo magari non avranno trovato di meglio dove guadagnare in ogni senso per il proprio futuro. Glissato il sabato sera che ha mostrata maggior vitalità al locale cimitero, (ma questo si sapeva), tolto l’aperitivo del giorno di Pasqua che ha visti me e Marco in compagnia del ‘Principe De Corvis’, conferenza a tre che ha sancito un unico obiettivo post prandiale: tutti e tre siamo andati a farci la pennichella, tante sono state le locali alternative proposte dalle tredici associazioni che si occupano di ridar vita a Gambatesa, tornati fuori dalle rispettive tane, per noi due, impavidi guerrieri, è stato necessario tornare a verificare quanto riscontrato di ‘strano’ nel recente passato.
Qui quel resoconto e chiediamo a chi legge se ci sia qualcosa di diverso negli scatti appena riproposti, paragonati a quelli che si possono vedere nel pezzo di cui a quest’ultimo link. Ogni deduzione è lasciata all’intelligenza di chi vuol consumarne in merito.
Affermare che poi ce ne siamo andati a Tufara per salutare i nostri amici in loco, trovando un paese più popolato e vivace di Gambatesa, significa davvero voler esser cattivi e per questo motivo, vale a dire per carità cristiana, evitando di mettere foto da trasferta e glissando anche sulla serata che almeno ci ha visti chiacchierare con qualcuno, ma solo a chiusura del bar dove ci siamo acquartierati, (prima, vista la pace ritrovata, sono stato in grado di calcolarmi la sezione della schermatura dei cavi per l’impianto audio di casa, senza ricevere davvero alcun disturbo, questo, la sera di Pasqua), passo volentieri al giorno di pasquetta che almeno avrebbe visto il castello aperto, cosa della quale era anche difficile accorgersi, atteso che l’impegno delle parti coinvolte sia stato così evidente, da mostrare le imposte del palazzo chiuse, per cui se lo sapevi, forse riuscivi ad andare a vedere il maniero, diversamente la cosa scivolava come olio lubrificante per zebedèi al limite dell’incendio per sopraggiunta di loro elefantiasi. Quanto appena dedotto lo si è potuto notare anche dalla folta presenza dei camperisti che a differenza delle ventiquattro ore precedenti…
Si esce per l’aperitivo del giorno dell’Angelo e la prima disgrazia capita nel bar lasciato la sera innanzi. Lì, a proposito di monnezza, se mai si potesse pensare ad una cosa simile, si è trovato il peggio. Un chupa, (Vittorio Iacovelli), sedicente ‘Re del camion della nettezza urbana’, unitamente ad un suo amico, non meno fallito del vostro, ha iniziato con tentativi di provocazione, fra i quali un tentativo stupido di sgambetto a chi scrive, azione che se non ha visto il rompere il piede al soggetto in questione, è stato perché l’impossibilità di restare in loco, dovuta alla fiatella termonucleare emessa dalla cloaca che normalmente viene utilizzata per leccare, ha reso necessario il dover fuggire per restare in vita e non vomitare prima di andare a pranzo, cosa che dovrebbe lasciar capire a chi oggi gestisce il servizio di nettezza urbana in paese che forse sarebbe il caso di non mettere automezzi fra le mani di alcolizzati che già all’una del primo pomeriggio emettono terrificanti olezzi maleodoranti di un miscuglio di birra e vino, istigazioni al vomito se vogliamo anche più obbrobriose delle stesse chiacchiere usate da soggetti che da soli assomigliano a pecore morte che farebbero schifo anche ai lupi più affamati. Noi siamo scappati senza reagire perché mettere una mano alla gola del chupa, avrebbe portato questo alla morte ed i problemi si sarebbero creati, atteso che non si sappia dove smaltire escrementi di quel tipo, ne si poteva buttare il tutto ai cinghiali, in quanto questi ci avrebbero denunciati agli animalisti, dando a queste bestie per una volta ragione incontestabile. Come per la sera precedente, evito di tornare su come vengono pulite le strade del paese, su ciò che vi si può trovare e sulla differenza denunciata anche da colei che in maniera comunque ‘viccia’, ha ritenuto di cambiare tutto per rendere ancor più monnezza un paese già da tempo tale.
Il pomeriggio e la serata sono trascorsi in attesa del giorno successivo, mentre si sentiva gente ragionare in merito alla partenza anticipata di ospiti che visto l’andazzo, pur di scappare e recuperare il loro tempo, adducevano, momento per momento, improvvisi ed improrogabili motivi di lavoro che hanno interrotta ‘la splendida vacanza gambatesana’. Di questo e di altra politica spicciola si è poi discusso con altri compaesani che hanno mostrato un falso minimo interesse per le nostre sconsolate persone, impegnate nel riflettere sugli sforzi che la politica locale, ad ogni livello e da ogni ideologia, sta facendo per finir di distruggere quel poco che ancora non è stato abbattuto, non dai missili russi, ma dalla miopia italiana che come accennato sopra, vuole che per Gambatesa si possano notare cartelli con scritto ‘vendesi’, su case anche del centro del paesello, ma soprattutto alla saracinesca abbassata di un negozio di generi alimentari sito proprio al centro di Gambatesa, su un altro piccolo esercizio di vendita generica, laddove una volta è esistito l’unico distributore di benzina e per finire in bellezza, in riferimento ad un bar del quale il titolare chiede diciannovemila euro per disfarsi non si capisce bene nemmeno di cosa, notizia che ha permessa l’esclamazione di chi si è chiesto se esistesse qualche masochista in grado di rilevare un esercizio che produce due o tre caffè a settimana…
Domanda: Ma Non Mi Conviene Tornare A Vivere Come Prima, Lontano Da Tal Mestizia?