Juventus 1 Internazionale 3
4 Novembre 2012
Il Barile Raschiato
5 Novembre 2012
Mostra tutto

Enews, sabato 3 novembre 2012

Di Matteo Renzi

Il mondo guarda in queste ore agli Stati Uniti dove si gioca la sfida tra Obama e Romney. Spero ovviamente che il Presidente uscente ce la faccia e che possa abitare la Casa Bianca ancora per i prossimi quattro anni. Più modestamente, intanto, noi giriamo per l’Italia accolti dalla cortesia e dalla passione di donne e uomini che invece abitano il futuro da molto tempo. E che vogliono finalmente realizzare il sogno di un’Italia più coraggiosa e più semplice. Siamo in partenza per la Sicilia, ultima tappa del tour. Grazie a tutti voi per l’affetto e l’amicizia dimostrata.

Ci dicevano che eravamo illusi e sognatori quando chiedevamo un passo indietro ai principali leader del PD. Oggi che quel passo indietro è avvenuto – e sta avvenendo – ci danno dei pazzi quando diciamo che è possibile andare oltre e rottamare il conservatorismo di una certa sinistra. Possiamo e dobbiamo mandare a casa le facce ma anche le idee che in questi vent’anni ci hanno costretto in una posizione di paura. Il cambiamento non è mai stato così vicino. Mancano venti giorni e l’Italia potrebbe svegliarsi con una clamorosa sorpresa. Dipende solo da noi. E dalla nostra capacità di organizzarsi.

Possiamo contare sul vostro aiuto?
Noi abbiamo fatto molto, ma adesso abbiamo bisogno di voi.

Già, perché mai come in questo momento la partita è diventata organizzativa.

Le regole che sono state immaginate per le primarie hanno allontanato molte persone, secondo i sondaggi. E questo è un peccato, specie in considerazione del fatto che viviamo un tempo in cui l’astensionismo diventa partito di maggioranza assoluta in Sicilia. E temo non solo in Sicilia. La partecipazione è fondamentale e le primarie sono una ghiotta opportunità. Non è un caso che per le primarie della Lombardia e poi del Lazio il PD stia pensando di tornare alle regole del 2005, 2007, 2009. Alle regole con cui avevamo sempre gareggiato, insomma. Solo per questa nostra competizione, pare, ci sarà bisogno di tutta la trafila dettata dalla paura di perdere che qualche sondaggio di troppo ha diffuso a settembre. Ma adesso che il Garante per la Privacy ha dato ragione al nostro ricorso le regole sono meno astruse. E dunque le possibilità di farcela crescono. E gli aspetti organizzativi diventano centrali.

Mi piacerebbe stare a discutere con voi di proposte concrete come quelle che abbiamo lanciato in questi giorni.

Abbiamo detto – ad esempio – che se toccasse a noi governare vorremmo da subito un accordo con le banche svizzere sul modello di quello fatto dai tedeschi per un prelievo forzoso del 26% sui denari non dichiarati portati in Svizzera: si stimano quasi 40miliardi di euro una tantum e una cifra di qualche miliardo tutti gli anni.
Abbiamo detto che chiederemo a chi ha pensioni alte che ha raggiunto con il sistema retributivo di restituire un minimo contributo di solidarietà del 10% per tre anni con lo scopo di finanziare gli sgravi fiscali per tre anni a chi assume giovani a tempo indeterminato: si tratta di circa 2 miliardi di euro.
Abbiamo rilanciato sul mio chiodo fisso, quello di creare occupazione da turismo e cultura, cui dedichiamo anche l’edizione di Florens che inizia oggi: è il settore nel quale possiamo più facilmente liberare energie e occupazioni.

Mi piacerebbe insomma discutere con voi di quelli che si chiamano contenuti. E vi invito a farlo in vista dell’appuntamento della Stazione Leopolda (dal 15 al 17 novembre prossimi, ci sarete?) dove licenzieremo definitivamente il programma. Ma vi devo richiamare una volta di più alle questioni organizzative. Perché sono circondato da amici che dicono: “Matteo, avete già vinto. Avete imposto le primarie, avete imposto il ricambio del PD, avete dettato l’agenda. Adesso accontentatevi, no?” Non ci accontentiamo, no. Non pensiamo di aver già vinto, vogliamo vincere davvero. Poi si può perdere, per carità. Ma fino all’ultimo giorno ci proviamo. Perché pensiamo che il nostro entusiasmo sia l’unica password per scardinare il sistema burocratico bloccato che questo Paese esprime. Dunque, non ci fermiamo. Ci fermeremo la sera del 25 novembre, o del 2 dicembre se ballottaggio sarà. Fino a quel momento faremo di tutto per vincere. Perché – anche se nessuno ci dava un centesimo a inizio corsa – ce la possiamo persino fare. Però bisogna attrezzarsi.

E allora:

• Siamo a quota 2.000 comitati regolarmente registrati.

Sono tantissimi, molti di più di quelli che immaginavamo.
Ma molti comitati non si sono registrati ufficialmente.

Prego tutti quelli che non si sono ancora formalmente registrati di farlo (www.matteorenzi.it).

Chi forma un comitato ufficiale ha alcune agevolazioni e avrà uno spazio proprio in vista della Stazione Leopolda e anche per la distribuzione del materiale elettorale nell’ultima settimana.

Vorremmo fare l’ultimo sforzo e arrivare a 2.500 comitati in tutta Italia.

Ci proviamo?
Ci date una mano?

Considerate che per formare un comitato servono almeno 10 persone e più sono persone diverse, lontane dalla politica tradizionale più stiamo facendo un’operazione culturale bella e intrigante. Se avete necessità,

chiamate il numero verde: 800 800 555
o scrivete a comitati@matteorenzi.it

• Siamo a quota 48.000 volontari telematici.
Si tratta di coloro i quali si registrano come volontari e ci danno una mano via internet a diffondere idee e suggestioni, proposte e video. Puntiamo a raggiungere da qui all’ultima settimana la cifra di 100mila volontari telematici.

Ci date una mano?
Vi siete iscritti?

Il tam tam online è fondamentale specie adesso.

• Abbiamo raccolto qualcosa come 61.438 firme grazie ai banchetti che avete organizzato in tutta Italia.
Grazie a queste firme mi sono potuto candidare.

Ma visto il successo che avete ottenuto abbiamo deciso di organizzare banchetti praticamente tutti i giorni nelle singole province fino alla fine della campagna elettorale.

Avete tempo e voglia di dare una mano?

Scendete in piazza, allora. Andate incontro alle persone. Spiegate loro che noi non parliamo di cambiamento: noi siamo il cambiamento che stiamo aspettando. E che la politica fatta dalle persone perbene esiste e ha i vostri volti. Tra l’altro ci sono una decina di camper auto-organizzati che girano per l’Italia. Io sono venuto in tutte le province con il camper. Voi con i vostri camper state entrando in tutti i comuni, in molte frazioni.

E’ fantastico!

Se avete bisogno, contattate i comitati per farvi aiutare nella serigrafia del camper stesso. Se volete evitare il camper e stare in piazza a incontrare la gente, grazie. Io andrò spesso in tv in queste ore. Ma per prendere voti è più utile il vostro impegno che la mia comparsata mediatica.

• Abbiamo raggiunto e superato quota 115mila euro di finanziamento privato. Di cittadini cioè che mettendo nome e cognome ci stanno aiutando concretamente. Alla faccia di quelli che predicano trasparenza e praticano polemica, siamo oggettivamente il primo esperimento in Italia di un finanziamento così massiccio da parte dei cittadini. E la testimonianza – una volta di più – che la battaglia radicale per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti può essere vinta.

è pazzesco, la prima volta in Italia, niente sarà più come prima.

Grazie.
Ma non fermiamoci, dai.

Sapete che abbiamo il tetto a 200mila euro. Ci mancano dunque più o meno 86mila Euro. Io dico che ce la possiamo fare davvero. Anche un contributo di cinque, dieci euro può essere fondamentale.

Se potete, grazie.
Se avete già fatto, grazie bis.

• Ultimo, ma forse il più importante. Vi prego di darci una mano, anzi due. Prendete la rubrica del vostro telefonino. E guardate se trovate dieci nomi di persone che secondo voi potrebbero essere interessate alla proposta di cambiare l’Italia adesso. Dieci amici che secondo voi possono essere incuriositi, attratti, coinvolti.

Non abbiamo i TG, non abbiamo i giornali, non abbiamo i grandi mezzi di comunicazione.
Abbiamo voi, però. E se parte questo meccanismo, il giochino è fatto.

Vorrei in questa settimana ricevere da tutti gli amici del popolo delle enews che ci credono 10 nomi di persone diverse che possiamo coinvolgere in questi ultimi giorni sia con le enews (fondamentale dunque che ci sia l’indirizzo di posta elettronica) sia eventualmente con l’invio di altro materiale.

Mandate i nomi a amici@matteorenzi.it

Nei prossimi giorni saranno disponibili:

– Il montaggio del filmato del viaggio per l’Italia, che sarà a disposizione di tutti i comitati.

– Il racconto per foto del viaggio per l’Italia con le proposte che abbiamo fatto, alla faccia di chi dice che non parliamo di contenuti.

– Il programma della stazione Leopolda.

– L’elenco di tutti i siti in cui si vota.

– La bozza finale di programma sui contenuti. Considerate che abbiamo ricevuto quasi 6mila email di cittadini interessati a riflettere sulle idee per il Paese!

Io da parte mia farò di tutto per conciliare questi ultimi venti giorni con qualche trasmissione televisiva (sono da Gad Lerner lunedì sera all’Infedele e da Lilli Gruber giovedì sera a Otto e mezzo) e radiofonica (Radio 24 martedì mattina alle 8.30 e RTL 102.5 per due ore con Nicoletta dalle 17 alle 19 martedì). Ma stiamo studiando anche forme innovative di partecipazione online con i comitati ufficialmente registrati (quindi, mi raccomando!)

Pensierino della sera.

Non capisco la riorganizzazione delle province. E non per le polemiche sui campanili, chi fa il capoluogo e chi no. Ma questo atteggiamento di tagliare le province solo un po’ ricorda molto quella battuta di Ennio Flaiano: la mia ragazza è incinta, ma solo un po’.
Mi spiego: le province si possono togliere tutte, ed è un ragionamento più o meno condivisibile ma chiaro. Oppure si possono mantenere senza costi politici. Basta che il presidente sia il sindaco della città capoluogo e gli altri sindaci designino il consiglio senza spendere un centesimo di indennità. Ma l’idea di tagliare alcune province e mantenerne altre creerà – facilmente – dieci anni di discussioni, polemiche, gruppi di studio, consulenze, spese. Avrei preferito più coraggio e una globale riforma delle istituzioni locali. Si poteva cambiare la storia, in questo modo al massimo si cambia qualche pagina dei sussidi di geografia.

Peccato.

Un sorriso,
Matteo

Post Scriptum: L’altro ieri il settimanale TIME ha dedicato la copertina al terzo Mario italiano. Dopo Monti e Draghi è la volta di Balotelli. L’articolo è molto interessante, specie quando riflette sul senso di identità europea che si sta affermando nel vecchio continente. Pensando a Balotelli, alla sua storia, ribadisco quello che diciamo da mesi, fin dalla prima Leopolda. è normale buon senso affermare la logica dello ius soli: chi nasce in Italia è italiano. C’è da chiedersi perché i signori che stanno in Parlamento da una vita ancora non lo abbiano fatto.

Ma poco importa, ormai: proveremo a vincere le primarie per rimediare anche a questo.